AIFA: modifiche alla nota 79
GU del 1/7/2009 n. 150
mercoledì 01 luglio 2009
- Determinazione 7 giugno 2011 (GU 15 giugno 2011, n. 137): modifiche alla nota AIFA 79 di cui alla determinazione del 16 luglio 2009.
La prescrizione a carico del SSN è limitata alle seguenti condizioni di rischio:
- soggetti di età superiore a 50 anni in cui sia previsto un trattamento > 3 mesi con dosi > 5 mg/die di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi:
ac. alendronico, ac. risedronico, ac. alendronico + vitamina D3
- soggetti con pregresse fratture osteoporotiche vertebrali o di femore
-
soggetti di età superiore a 50 anni con valori di T-score della BMD
femorale o ultrasonografica del calcagno < - 4 (o < -5 per
ultrasuoni falangi)
- soggetti di età superiore a 50 anni con
valori di T-score della BMD femorale o ultrasonografica del calcagno
< -3 (o < - 4 per ultrasuoni falangi) e con almeno uno dei
seguenti fattori di rischio aggiuntivi:
- storia familiare di fratture vertebrali e/o di femore
- artrite reumatoide e altre connettiviti
- pregressa frattura osteoporotica al polso
- menopausa prima 45 anni di età
- terapia cortisonica cronica
ac. alendronico, ac. alendronico + vitamina D3, ac. risedronico, ac. ibandronico,, raloxifene, bazedoxifene, ranelato di stronzio.
-
soggetti che incorrono in una nuova frattura vertebrale moderata-severa
o in una frattura di femore in corso di trattamento con uno degli altri
farmaci della nota 79 (alendronato, alendronato+vit. D3, risedronato,
raloxifene, ibandronato, ranelato di stronzio) da almeno un anno per una
pregressa frattura vertebrale moderata-severa o una frattura di femore.
Soggetti, anche se in precedenza mai trattati con gli altri farmaci
della nota 79 (alendronato, alendronato+vit. D3, risedronato,
raloxifene, ibandronato, ranelato di stronzio), che si presentano
cumulativamente con 3 o più pregresse fratture vertebrali severe o di
femore o con 2 fratture vertebrali severe ed una frattura femorale
prossimale.
La nota si applica su diagnosi e piano terapeutico, della
durata di 6 mesi prolungabile di ulteriori periodi di 6 mesi per non
più di altre tre volte (per un totale complessivo di 24 mesi), di centri
specializzati, Universitari o delle Aziende Sanitarie, individuate
dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano
teriparatide, ormone paratiroideo
- soggetti di età superiore a 50 anni in trattamento da più di 12 mesi con dosi > 5 mg/die di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi e che si presentano con una frattura vertebrale severa o due fratture vertebrali moderate.
La nota si applica su diagnosi e piano terapeutico, della durata di 6 mesi prolungabile di ulteriori periodi di 6 mesi per non più di altre tre volte (per un totale complessivo di 24 mesi), di centri specializzati, Universitari o delle Aziende Sanitarie, individuate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano
teriparatide
Prima
di avviare la terapia con i farmaci sopraindicati, in tutte le
indicazioni è raccomandato un adeguato apporto di calcio e vitamina D,
ricorrendo, ove dieta ed esposizione solari siano inadeguati, a
supplementi con sali di calcio e vitamina D3 (e non ai suoi metaboliti
idrossilati). La prevenzione delle fratture osteoporotiche deve anche
prevedere un adeguato esercizio fisico, la sospensione del fumo e la
eliminazione di condizioni ambientali ed individuali favorenti i traumi.
Non deve essere dimenticato, infine, che tutti principi attivi non sono
privi di effetti collaterali per cui va attentamente valutato il
rapporto vantaggi e rischi terapeutici. Inoltre la loro associazione è
potenzialmente pericolosa e va pertanto evitata. Per l’applicazione
della Nota 79, la valutazione della massa ossea con tecnica DXA o ad
ultrasuoni deve essere fatta presso strutture pubbliche o convenzionate
con il SSN.
La prescrizione va fatta nel rispetto delle indicazioni e delle avvertenze della scheda tecnica dei singoli farmaci.
Background
Il
trattamento dell’osteoporosi deve essere finalizzato alla riduzione del
rischio di frattura. I provvedimenti non farmacologici (adeguato
apporto di calcio e vitamina D, attività fisica) o la eliminazione di
fattori di rischio modificabili (fumo, rischi ambientali di cadute) non
hanno controindicazioni
e possono quindi essere raccomandati a chiunque. L’utilizzo di farmaci è
sempre associato a potenziali rischi per cui il loro utilizzo deve
essere riservato ai pazienti a rischio più elevato di frattura, che sono
poi gli unici per i quali esiste una adeguata documentazione di
efficacia. L’utilizzo di farmaci è anche condizionato dal rapporto tra
vantaggi e svantaggi la cui stima individuale è spesso complessa e deve
tener conto di aspetti di farmaco-economia. Ciò appare particolarmente
rilevante per l’utilizzo di teriparatide, da riservare ai pazienti più
gravi e quindi a maggior rischio di nuove fratture.
La nota 79
prevede il trattamento farmacologico dell’osteoporosi a carico del SSN
per pazienti con rischio di frattura sufficientemente elevato da
giustificare gli inevitabili rischi connessi a trattamenti di lungo
termine. I pazienti con pregresse fratture osteoporotiche sono quelli
più a rischio di ulteriori fratture (> 20% a 10 anni). Va anche
sottolineato che l’efficacia anti-fratturativa di tutti i prodotti in
nota è stata prevalentemente dimostrata in pazienti con una storia
pregressa di frattura vertebrale (studi FIT, VERT, BONE e SOTI). Una
condizione di rischio analoga è stata anche documentata per i pazienti
ultra-Cinquatenni in trattamento cortisonico cronico. La documentazione
di efficace nell’osteoporosi cortisonica per alcuni farmaci giustifica
l’estensione della Nota 79 a donne e uomini in trattamento con dosi
medio-elevate di corticosteroidi.
In altre condizioni (ad esempio
bassa massa ossea) la definizione di una soglia di intervento è
complicata dall’interagire di più fattori di rischio oltre che dalla
minor documentazione di efficacia dei farmaci disponibili. Dall’analisi
di studi epidemiologici di grandi dimensioni, condotti in Nord-Europa e
negli USA, è stato possibile sviluppare algoritmi per una stima del
rischio di frattura a 10 anni, basata sulla valutazione densitometrica
(DXA) del femore o ultrasonografica delle falangi in combinazione con
altri fattori di rischio (http://www.shef.ac.uk/FRAX oppure algoritmo SIOMMMS: http://SIOMMMS.it:
linee guida). Una ragionevole semplificazione dei suddetti algoritmi
consente di identificare due soglie densitometriche ossee a femore o
falangi, al di sotto delle quali il rischio di frattura clinica
vertebrale a 10 anni sia > 10%: <-4.0 o -3.0 di T score, in
relazione alla presenza o meno di ulteriori importanti fattori di
rischio.
La teriparatide e l’ormone paratiroideo per il loro profilo
di sicurezza vanno riservati a pazienti con una osteoporosi severa e ad
altissimo rischio di nuove fratture da fragilità. Questo livello di
rischio è identificato dalla presenza di multiple fratture vertebrali
severe o dalla comparsa di nuove fratture dopo un congruo periodo di
terapia con altri farmaci. La nota prevede che un paziente può essere in
nota 79 per teriparatide o paratormone se ha multiple pregresse
fratture vertebrali moderate-severe o di femore o, limitatamente a
teriparatide, se sono presenti fratture pregresse moderate-severe ed il
paziente è in terapia steroidea cronica. La definizione di severità di
frattura è quella descritta da Genant sulla base dei seguenti schemi:
Evidenze disponibili
Per
tutti i farmaci della Nota 79 è stata documentata l’ efficacia sul
rischio di fratture vertebrali post-menopausali con percentuali di
riduzione del rischio comprese tra 30 e 60% e con un numero di donne da
trattare per 3 anni per evitare una frattura vertebrale (Number Needed to Treat, NNT), compresa fra 10 e 20, tra i soggetti a più elevato rischio.
In
soggetti a minor rischio il NNT a 3 anni è superiore a 200. L’effetto
sulle fratture di femore è ben documentata solo per alcuni farmaci. Va
ricordato che in soggetti anziani per la prevenzione delle fratture di
femore sono disponibili più solide documentazioni di efficacia con la
correzione dell’apporto di vitamina D. E’ stato documentato che la
carenza di vitamina D vanifica del tutto l’effetto dei farmaci per il
trattamento dell’osteoporosi.
L’alendronato è disponibile in Nota 79
anche in associazione con vitamina D. L’unico studio comparativo
condotto con questa associazione in soggetti non vitamino D- carenti,
non dimostra alcun vantaggio rispetto alla formulazione standard.
Nel maschio l’'efficacia terapeutica è stata valutata in trials controllati e randomizzati per alendronato e risedronato ai quali pertanto si riferisce la nota. Il numero dei pazienti del trials
era modesto e non era calcolato per valutare gli effetti del
trattamento sulle fratture osteoporotiche. L’efficacia per la
prevenzione delle fratture è quindi in parte surrogata dai dati sulla
massa ossea.
In soggetti in trattamento cortisonico effetti
favorevoli dei bisfosfonati sulla densità minerale ossea sono stati
rilevati in più trial randomizzati. L'efficacia per la
prevenzione delle fratture vertebrali (ma non delle fratture non
vertebrali) è stata dimostrata in trial randomizzati per
risedronato e l'alendronato. In questi e in altri studi, l'esposizione
ai corticosteroidi in grado di aumentare in maniera clinicamente
rilevante il rischio di fratture osteoporotiche, è generalmente stimata
in 7,5 mg/die o più di prednisone o equivalenti. È importante
l'osservazione che gli effetti favorevoli dei bisfosfonati sulle
fratture e sulla densità minerale ossea sono più evidenti in uomini
ultra-cinquantenni ed in donne in post-menopausa. In un recente studio
la terapia con teriparatide si è dimostrata superiore ad alendronato nel
ridurre il rischio di frattura in soggetti in terapia cronica con
cortisonici.
Il trattamento con teriparatide riduce il rischio di
frattura vertebrale a valori inferiori al 10% in 10 anni anche in
soggetti ad alto rischio. Il suo utilizzo è limitato a questi ultimi
pazienti per il suo ancora incerto profilo di sicurezza (vedi sotto).
Tra
le forme severe di osteoporosi va inclusa anche la Osteogenesi
Imperfetta. Le forme severe di osteoporosi idiopatica ad esordio
giovanile sono assimilabili alla Osteogenesi Imperfetta. Il neridronato è
l’unico farmaco con indicazione e prescrivibilità a carico del SSN per
questa patologia.
Particolari avvertenze
Alendronato, risedronato e ibandronato appartengono alla classe dei bisfosfonati. Questi farmaci non sono privi di effetti indesiderati.
Tra questi il più comune, quando i farmaci sono assunti per os, è la
comparsa o accentuazione di esofagite particolarmente in persone con
reflusso gastro-esofageo o alterata motilità esofagea o che assumono
FANS o che sono incapaci di seguire le raccomandazioni del foglietto
illustrativo (compressa presa a digiuno con abbondante acqua, rimanendo
in posizione eretta o seduta per almeno trenta minuti). Questo effetto
collaterale è apparentemente meno frequente con le formulazioni
intermittenti (settimanale o mensile).
La terapia con bisfosfonati è
stata associata alla comparsa di osteonecrosi delle ossa del cavo orale.
Numerose evidenze scientifiche hanno ormai dimostrato la correlazione
tra l’osteonecrosi della mandibola/mascella (ONJ) e l’impiego
terapeutico dei bifosfonati, nonché il meccanismo patogenetico
molecolare che sottende l’insorgenza di questo effetto collaterale;
negli ultimi anni, in particolare dal 2003 al 2007, sono stati segnalati
1113 casi di ONJ descritti in 65 articoli scientifici. L’aumento della
segnalazione dell’osteonecrosi da bifosfonati, se da un lato mette in
evidenza la sottostima e l’under reporting del fenomeno stesso,
dall’altro rende ragione della crescente attenzione, da parte delle
Autorità Regolatorie, nei riguardi di questa particolare classe di
farmaci. Studi clinici hanno inoltre stimato che l’insorgenza dell’ONJ è
associata non solo alla somministrazione endovenosa di bifosfonati ad
alte dosi, ma anche a quella orale normalmente impiegata per il
trattamento dell’osteoporosi, anche se con una incidenza inferiore .
Alla luce di queste evidenze, le Autorità Regolatorie di diversi paesi
hanno ritenuto necessario mettere a disposizione del personale medico e
medico-ondontoiatrico, specifiche raccomandazioni al fine di poter
gestire e contenere il fenomeno dell’osteonecrosi indotta da
bifosfonati. Si raccomanda a tutti i pazienti in trattamento con
bisfosfonati una rigida ed attenta igiene orale e profilassi antibiotica
in caso di interventi dentari cruenti (estrazioni, impianti, ecc). E’
preferibile effettuare interventi di igiene dentaria (granulomi,
infezioni, ecc) prima di avviare terapia con bisfosfonati.
Inoltre,
di recente, l’Advisory Committee dell’FDA ha pubblicato un warning circa
l’eventuale insorgenza di dolore severo, talora disabilitante, a
livello osseo, articolare o muscolare associato alla assunzione di
bifosfonati. Tale sintomatologia differisce dalla sindrome acuta
simil-influenzale (acute-phase reaction APR) caratterizzata da febbre,
raffreddore, dolore osseo, artralgia e mialgia che comunemente si
osserva in seguito a somministrazione endovenosa dei bifosfonati
iniettabili.
Il raloxifene è un modulatore dei recettori estrogenici.
I suoi effetti sono simil-estrogenico su osso (riduzione del turnover) e
fegato (riduzione di colesterolo e lipoproteine LDL) e anti-estrogenici
su endometrio e mammella. Da studi specifici è emerso che raloxifene ha
un effetto neutro sul rischio cardio-vascolare, mentre si associa ad un
significativo aumento del rischio di ictus e trombo-embolismo venoso.
Il
meccanismo d’azione del ranelato di stronzio è ancora poco conosciuto,
sembra che inibisca il riassorbimento osseo e contemporaneamente stimoli
la formazione di tessuto osseo. La terapia con ranelato di stronzio si
associa ad incremento del rischio di trombo-embolismo venoso e a
reazioni allergiche gravi (sindrome DRESS).
La teriparatide stimola
la neoformazione di osso soprattutto a livello della colonna. Il
trattamento cronico provoca nei ratti la comparsa di osteosarcomi. Ciò
giustifica sia la limitata durata dei trattamenti sia la necessità di
limitare la prescrivibilità a centri specialistici particolarmente
qualificati.
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giovedì 30 marzo 2017
Gazzetta Ufficiale 75 del 30/3/2017 - Modifica alla Nota 13 di cui alla determina n. 163 del 15 luglio 2011.
mercoledì 28 novembre 2012
Determina dell'Agenzia Italiana del Farmaco del 4 novembre 2012, Gazzetta Ufficiale n. 277 del 27.11.12 - Modifica Nota 13 - Determinazione AIFA 06.06.2011 G.U. n. 163/2011.
lunedì 06 agosto 2012
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venerdì 15 luglio 2011
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giovedì 30 giugno 2011
Introdotta la continuità Ospedale Territorio - AIFA: Abolita la nota 10 (acido folico - cianocobalamina - idrossicobalamina)
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