Medici di Famiglia: e' guerra con la ASL Bari
E' rottura tra ASL Bari e medici di famiglia: tra le cause l'improprio utilizzo dei medici del 118 e la questione vaccini
martedì 23 ottobre 2012
BARI - Il «caso» vaccini è stata l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso. È ormai rottura tra la Asl Bari e i medici di famiglia: la Fimmg, l’organizzazione che rappresenta gli oltre 3mila medici prescrittori ha deciso di spostare il confronto (lo lo scontro) dai tavoli di discussione a quelli della magistratura. Nei prossimi giorni sarà infatti notificato all’Asl un ricorso al tribunale del lavoro per comportamento antisindacale: al centro dell’azione, non c’è la pretesa degli extra sui vaccini antinfluenzali (in realtà sarebbe una quota aggiuntiva per eventuali potenziamento della campagna) nè tantomeno i famoso «residui attivi» (cioè fondi pregressi relativi a mancate utilizzi di finanziamenti dedicati).A sancire la frattura è l’utilizzo dei medici del 118 nell’ambito del progetto «Ima» per la prevenzione degli infarti. A seguito di un progetto della Regione per rafforzare la campagna di prevenzione in ambito cardiologico, è stato stabilito che un paziente affetto da patologia cardiovascolare che necessita di un’angioplastica possa essere trasportato direttamente dal primo ospedale di riferimento alla emodinamica di «turno» dove poter eseguire la procedura interventistica salvavita. «Tale trasporto secondario - precisa Filippo Anelli, segretario regionale della Fimmg - non è previsto dal contratto». La vicenda, un mese fa, era stata ulteriormente denunciata dai medici di base che lamentavano addirittura l’assenza di infermieri specializzati. Nonostante questo, l’Asl guidata da Domenico Colasanto (ieri assolto con formula piena nel processo che lo vedeva imputato a Taranto per un concorso, come riferiamo in pagina nazionale) non ha ritenuto di fare alcun passo indietro. Da qui la «rottura» e la decisione di rivolgersi al giudice del lavoro.
Per alcuni si tratta di un segnale politico, che culmina una serie di tira e molla su rivendicazioni che hanno visto i medici di famiglia contrapposti alla Asl. Una di queste, ad esempio, la mancata corresponsione di un fondo in capo alla medicina generale, non utilizzato e quindi destinato a progetti di prevenzione. Secondo la versione dell’Asl (e della Regione) quei fondi, una volta non utilizzati, non restano nel bilancio rappresentando così residui attivi ma, praticamente, vanno a farsi benedire.
Non la pensano così di medici di famiglia che accusano l’Asl di aver «aggiustato» il bilancio con i fondi di loro spettanza. Per quest’ano, poichè era stato avviato un progetto sul diabete, l’azienda sanitaria è riuscita a recuperare risorse aziendali proprie. Ma per il 2012 i medici non sono disposti a farsi scippare quei fondi che, secondo loro, vanno destinati a progetti rivolti agli assistiti. Per tale ragione, ove mai dovessero verificarsi degli «avanzi» di amministrazione, la Fimmg si dichiara pronta a impugnare il bilancio se tali «residui» non saranno vincolati alla loro effettiva destinazione.
Sulla questione dei vaccini, di cui abbiamo accennato nei giorni scorsi, la situazione è diversa. L’Asl non ha ancora provveduto a ordinare le 280mila dosi che quest’anno serviranno per la campagna antinfluenzale anche se, assicurano dal Dipartimento di prevenzione, sembrerebbero rispettate le tempistiche degli anni scorsi. Ribadiamo, non c’è alcun rischio per la campagna che - come precisa in un comunicato la Fimmg - sarà comunque garantita dai medici con la finalità di ottenere il miglior risultato (l’anno scorso Bari e la Puglia sono state virtuose in tutta Italia). Tuttavia, quel che i medici auspicavano, era il raggiungimento di un obiettivo maggiore attraverso due strumenti: riconoscere un extra ai medici di base (per retribuire una persona che contatti singolarmente gli utenti a rischio) oppure organizzare una campagna di comunicazione che consenta di informare per tempo le fasce a rischio della campagna vaccinale. L’Asl non ha ancvora i vaccini, tra meno di un mese inizia la campagna, tra meno di due è previsto l’arrivo della pandemia.
n. pepe
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