Sanità, pronto soccorso in tilt Colpa delle guardie mediche

I primari sul piede di guerra: Dirottano i pazienti a noi, inutili. Nei giorni di festa i tre ospedali cittadini assaltati. L'Ordine: Accuse ingenerose

venerdì 04 gennaio 2013

Antonello Cassano (Repubblica Bari)

È tutto esaurito nei pronto soccorso pugliesi. Le abbuffate festive, il riacutizzarsi delle patologie invernali e le carenze strutturali portano il sistema all'over booking. L'assenza di disponibilità di posti letto, è una realtà per tutte le strutture baresi. Numeri impressionanti al pronto soccorso del Policlinico dove in otto giorni ci sono stati 1984 accessi di pazienti. "Abbiamo imbarcato di tutto  -  dice il primario Francesco Stea  -  un pienone mai visto. La sala rossa è strapiena". Il primario però lamenta carenze nell'assistenza territoriale: "La guardia medica in questi giorni cosa fa? Bisognerebbe riorganizzare il servizio di assistenza domiciliare e magari collegarlo al 118. Così com'è non funziona. E nei pronto soccorso arrivano pazienti che potevano benissimo essere curati anche a casa dai medici di famiglia e dalla guardia medica".

Lo sfogo di Stea è condiviso in parte anche dai suoi colleghi del Di Venere e del San Paolo. "In questi giorni gli accessi al pronto soccorso sono simili a bollettini di guerra  -  dice Carlo Marzo, primario dell'unità operativa nell'ospedale di Carbonara  -  ma è anche vero che questa ormai è la nostra normalità. Ma sicuramente l'iper afflusso è un problema. C'è poca disponibilità ricettiva sul territorio. Sono stati tagliati molti posti letto e le alternative per il momento non si vedono. Una di queste potrebbe essere la guardia medica, se soltanto si riuscisse a riorganizzarla".

Anche al San Paolo la situazione è pesante: "Qui va malissimo, i pazienti aumentano sempre di più  -  dice Antonio Martiradonna, direttore del pronto soccorso nell'altro ospedale hub barese  -  in questi ultimi giorni abbiamo una media di 170 ingressi al giorno, mentre la media nell'anno è di 130 accessi". Anche Martiradonna è a conoscenza delle polemiche sul ruolo della guardia medica e dei medici di famiglia: "Questa è una lamentela che mi è stata anche riferita dalla centrale del 118. È in atto una sorta di "rivolta" contro i medici di base, ma non me la sento di sottoscriverla. È l'intera organizzazione che deve essere rivista e integrata".

La conferma dell'esistenza di problemi organizzativi arriva anche dal 118: "L'80 per cento delle chiamate che riceviamo  -  dice il direttore della centrale operativa del 118 di Bari, Gaetano Dipietro  -  non hanno nulla a che vedere con l'emergenza. Per fare un esempio, ci ha chiamato un signore di Bari che per un dolore al braccio voleva essere trasferito con l'ambulanza in un ospedale di Bologna. Ma possiamo dire che sette richieste su dieci non riguardano l'emergenza. E intanto i pronto soccorso ci segnalano un over booking generalizzato".

Ma i medici del territorio rimandano le accuse ai mittenti: "Scaricare le responsabilità sui medici è sbagliato  -  dice Nicola Calabrese, segretario regionale della Fimmg  -  abbiamo 250 sedi in tutta la Puglia, una cinquantina solo nella Asl Bari. Il servizio di guardia medica sostituisce il lavoro dei medici di famiglia nelle ore serali. Noi lavoriamo in situazioni a rischio". È quanto conferma anche Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari: "Abbiamo registrato una serie di violenze, culminate nell'omicidio di una collega a Gagliano del Capo. Le ultime aggressioni risalgono a qualche mese fa. Le critiche degli ospedalieri mi sembrano ingenerose nei confronti di quei medici che svolgono ogni giorno il loro dovere".

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