Certificati sportivi, ecco le linee guida: Ecg annuale a over 60 e categorie a rischio
il medico deve conservare i referti del suo paziente ovvero registrarne i dati nella scheda assistito informatizzata
sabato 06 settembre 2014
Fonte:Doctor 33
Per praticare sport amatoriale ci vuole il certificato rilasciato dal medico di famiglia per l’adulto e dal pediatra per il bambino, o dai medici delle società tesserate Coni o della Federazione medici sportivi. E soprattutto ci vuole l’elettrocardiogramma: pregresso (anche di anni) per gli “amatori” senza fattori di rischio; annuale dopo i 60 anni se lo sportivo presenta anche un solo fattore di rischio; e annuale per gli under 60 in caso di patologie croniche.
Lo affermano le linee guida del Ministero della Salute sui certificati sportivi appena uscite e introdotte da una circolare del ministro Beatrice Lorenzin, che ora aspettano l’ok della Corte dei conti. Le linee guida interessano gli studenti che praticano sport in ambito scolastico ma fuori orario (corse campestri etc), i partecipanti ai giochi della gioventù fino alle selezioni regionali e i tesserati Coni sotto i 12 anni e sopra i 45 (tra i 12 e i 45 queste società tesserano “agonisti” per i quali valgono regole certificatorie più complesse).
L’attesa è durata un anno circa: ad agosto 2013 a sorpresa il decreto legge sulle semplificazioni aveva provato ad abrogare il certificato per queste attività sportive, colpendo nel vivo la legge Balduzzi e un regolamento di due mesi prima che imponevano l’Ecg “a tappeto”. In fase di conversione però all’articolo 42 bis il legislatore aveva rimesso l’obbligatorietà dei certificati lasciando però ai medici la scelta se eseguire o no l’Ecg: un indirizzo ribadito da una recente nota ministeriale a Fimmg e Fimp. In realtà, mentre i medici sportivi della Fmsi sostengono l’Ecg perché legge aritmie che la visita semplice non vede, altri – soprattutto i pediatri – affermano che non va fatto a tappeto su tutti.
La Fnomceo aveva “mediato” rilasciando una linea guida dove si chiede ai cittadini di tenere tra i documenti per il certificato almeno un Ecg datato. Due mesi fa il consiglio superiore di sanità ha dato l’ok alla linea guida e ora la bozza del Ministero aggiunge che il medico, oltre a poter prescrivere altri esami se crede, deve conservare i referti del suo paziente ovvero registrarne i dati nella scheda assistito informatizzata. Maria Grazia Catellani, presidente dei probiviri Fimp, sottolinea intanto come non sia necessario l’ecg annuale per i giovani sportivi.
«Se per gli adulti, ovvero in presenza di fattori di rischio o di pratiche sportive impegnative/borderline, l’Ecg annuale appare indispensabile, come lo è per lo sport agonistico dei tesserati Coni tra 12 e 45 anni e le gran fondo e le maratone, per un bambino fino a 12 anni esso non dà garanzie perché non vede tutte le patologie e tutte le aritmie.
Inoltre, un Ecg in un bambino va letto da figure specializzate, data la variabilità di parametri come il qt. Bene farebbe il Ministero – affermava Catellani, ancora in attesa della circolare ministeriale – a dirottare le risorse per Ecg periodici sulla popolazione adulta e a rischio e ad emanare, specie per noi pediatri, più utili linee guida anamnestiche come quelle applicate sui giovani sportivi Usa e israeliani e di alcuni paesi Ue».
Per praticare sport amatoriale ci vuole il certificato rilasciato dal medico di famiglia per l’adulto e dal pediatra per il bambino, o dai medici delle società tesserate Coni o della Federazione medici sportivi. E soprattutto ci vuole l’elettrocardiogramma: pregresso (anche di anni) per gli “amatori” senza fattori di rischio; annuale dopo i 60 anni se lo sportivo presenta anche un solo fattore di rischio; e annuale per gli under 60 in caso di patologie croniche.
Lo affermano le linee guida del Ministero della Salute sui certificati sportivi appena uscite e introdotte da una circolare del ministro Beatrice Lorenzin, che ora aspettano l’ok della Corte dei conti. Le linee guida interessano gli studenti che praticano sport in ambito scolastico ma fuori orario (corse campestri etc), i partecipanti ai giochi della gioventù fino alle selezioni regionali e i tesserati Coni sotto i 12 anni e sopra i 45 (tra i 12 e i 45 queste società tesserano “agonisti” per i quali valgono regole certificatorie più complesse).
L’attesa è durata un anno circa: ad agosto 2013 a sorpresa il decreto legge sulle semplificazioni aveva provato ad abrogare il certificato per queste attività sportive, colpendo nel vivo la legge Balduzzi e un regolamento di due mesi prima che imponevano l’Ecg “a tappeto”. In fase di conversione però all’articolo 42 bis il legislatore aveva rimesso l’obbligatorietà dei certificati lasciando però ai medici la scelta se eseguire o no l’Ecg: un indirizzo ribadito da una recente nota ministeriale a Fimmg e Fimp. In realtà, mentre i medici sportivi della Fmsi sostengono l’Ecg perché legge aritmie che la visita semplice non vede, altri – soprattutto i pediatri – affermano che non va fatto a tappeto su tutti.
La Fnomceo aveva “mediato” rilasciando una linea guida dove si chiede ai cittadini di tenere tra i documenti per il certificato almeno un Ecg datato. Due mesi fa il consiglio superiore di sanità ha dato l’ok alla linea guida e ora la bozza del Ministero aggiunge che il medico, oltre a poter prescrivere altri esami se crede, deve conservare i referti del suo paziente ovvero registrarne i dati nella scheda assistito informatizzata. Maria Grazia Catellani, presidente dei probiviri Fimp, sottolinea intanto come non sia necessario l’ecg annuale per i giovani sportivi.
«Se per gli adulti, ovvero in presenza di fattori di rischio o di pratiche sportive impegnative/borderline, l’Ecg annuale appare indispensabile, come lo è per lo sport agonistico dei tesserati Coni tra 12 e 45 anni e le gran fondo e le maratone, per un bambino fino a 12 anni esso non dà garanzie perché non vede tutte le patologie e tutte le aritmie.
Inoltre, un Ecg in un bambino va letto da figure specializzate, data la variabilità di parametri come il qt. Bene farebbe il Ministero – affermava Catellani, ancora in attesa della circolare ministeriale – a dirottare le risorse per Ecg periodici sulla popolazione adulta e a rischio e ad emanare, specie per noi pediatri, più utili linee guida anamnestiche come quelle applicate sui giovani sportivi Usa e israeliani e di alcuni paesi Ue».
Mauro Miserendino
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