“Pochi medici, prendiamoli all’estero”

Mancano anestesisti, cardiologi e anche pediatri: interviene la Regione

giovedì 23 gennaio 2014

Repubblica (edizione Bari)

Lotta serrata alla carenza di medici anche attraverso il richiamo di professionisti pugliesi da altre regioni e una ricerca di camici bianchi dall’estero. L’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, è pronta a combattere le difficoltà del settore di emergenzaurgenza, già segnalate nei giorni scorsi dai sindacati. Compatibilmente con lo sblocco delle deroghe — nei primi giorni di febbraio la Regione sarà convocata a Roma per chiudere definitivamente la partita del piano operativo — si punta a coprire le falle del sistema sanitario. C’è però un rischio che la Regione vuole assolutamente evitare: nel momento in cui si scriverà la parola “fine” sul blocco del turn-over e si potrà dar seguito alle assunzioni in sanità, non è escluso che ci si possa trovare nella paradossale situazione in cui i concorsi saranno sbloccati, ma non si riescano a trovare i medici. «In questo periodo — afferma l’assessore Gentile — persino i pediatri sono diventati merce rara. Ma le maggiori sofferenze a livello regionale si riscontrano nella ricerca di specialisti in anestesia, rianimazione e cardiologia».
L’assessore precisa che si tratta di un tema politico «sollecitato da anni ai ministeri competenti. Il sistema universitario
non è nelle condizioni di garantire i ricambi necessari». Un tema, questo, su cui nei mesi scorsi anche il preside della facoltà di medicina di Bari, Paolo Livrea, aveva lanciato l’allarme. A partire dal 2015 e fino al 2021 la città di Bari potrebbe dover rinunciare a tremila medici. In tutta la Puglia andranno in pensione 10mila camici bianchi. La causa è da individuare nella cosiddetta gobba pensionistica: i medici che andranno a casa saranno molti di più rispetto ai nuovi professionisti che entreranno nel mondo del lavoro. Solo a Bari l’ordine dei medici potrebbe passare dagli attuali 9mila iscritti a poco meno di 5mila.
Per questo motivo l’assessorato regionale potrebbe dar vita a una sorta di “campagna acquisti” dei medici in modo tale da attrarre professionisti anche dall’estero: «Stiamo pensando di muoverci in questa direzione — conferma l’assessore Gentile — del resto alcuni direttori generali delle Asl hanno già fatto i primi avvisi sulla stampa per avviare dei contratti triennali.
Nell’Asl di Foggia sono arrivati due medici stranieri, uno spagnolo e una brasiliana». Circostanza, quest’ultima, confermata dal direttore sanitario dell’Asl foggiana, Luigi Pacilli. Ma anche quello dei professionisti pugliesi fuori regione o in paesi stranieri è un giacimento disperso di competenze che potrebbe tornare molto utile in Puglia. Lo sa bene il direttore generale dell’Asl di Bari, Domenico Colasanto: «Qualche mese fa abbiamo bandito un concorso in mobilità per 4 anestesisti. Tutti i posti sono stati assegnati a medici provenienti da altre regioni ». Dei quattro medici assunti, due provenivano da ospedali piemontesi e un altro dal Veneto. Per l’Asl di Lecce gli “stranieri” da attrarre sono invece soprattutto medici leccesi da riportare a casa: «Fino ad ora abbiamo dato vita a 8 procedure di mobilità per anestesisti — dice il direttore sanitario Ottavio Narracci — per il momento si tratta di mobilità regionale e mi rendo conto che con questo procedimento creiamo comunque problemi in Puglia. Ma sono molti i medici leccesi che lavorano in ospedali dell’Emilia Romagna, della Lombardia o della Sicilia. Per noi riuscire a recuperare queste professionalità sarebbe molto importante».

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