Sanità, rivoluzione senza medici
Dai radiologi ai rianimatori l'allarme: non ce la facciamo - Troppo pochi per coprire i nuovi turni notturni e festivi
sabato 04 gennaio 2014

Vincenzo Damiani (Corriere del Mezzogiorno)
BARI - La rivoluzione nella sanità è a rischio per mancanza di medici. Quindicimila pugliesi sono in lista per una visita o un esame diagnostico, ma mancano i medici e imitare il Veneto, istituendo turni serali lavorativi extra, sarà impresa complicata. A lanciare l'allarme sono i sindacati che attendono di ricevere e discutere con le Asl i cronoprogrammi per avviare la "rivoluzione" annunciata dalla Regione per l'abbattimento delle liste di attesa. Ma, al momento, l'impressione è che la coperta sia troppo corta, sia come risorse umane che finanziarie. All'appello mancano in Puglia tra i soo e i 600 camici bianchi, solo a Bari le caselle vuote sono 120.I radiologi ospedalieri in Puglia sono meno di 200, l'organico è sottodimensionato di circa il 30 per cento.
BARI - La rivoluzione nella sanità è a rischio per mancanza di medici. Quindicimila pugliesi sono in lista per una visita o un esame diagnostico, ma mancano i medici e imitare il Veneto, istituendo turni serali lavorativi extra, sarà impresa complicata. A lanciare l'allarme sono i sindacati che attendono di ricevere e discutere con le Asl i cronoprogrammi per avviare la "rivoluzione" annunciata dalla Regione per l'abbattimento delle liste di attesa. Ma, al momento, l'impressione è che la coperta sia troppo corta, sia come risorse umane che finanziarie. All'appello mancano in Puglia tra i soo e i 600 camici bianchi, solo a Bari le caselle vuote sono 120.I radiologi ospedalieri in Puglia sono meno di 200, l'organico è sottodimensionato di circa il 30 per cento.
BARI Quindicimila pugliesi sono in lista per una visita o un esame diagnostico, ma mancano i medici e imitare il Veneto, istituendo turni serali lavorativi extra, sarà impresa complicata. A lanciare l'allarme sono i sindacati che attendono di ricevere e discutere con le Asl i cronoprogrammi per avviare la "rivoluzione" annunciata dalla Regione per l'abbattimento delle liste di attesa. Ma, al momento, l'impressione è che la coperta sía troppo corta, sia come risorse umane che finanziarie. Al - l'appello mancano in Puglia tra i 500 e i 600 camici bianchi, solo a Bari le caselle vuote sono 120. «Con un organico così mal ridotto come si può pensare di riuscire a coprire turni extra?», si chiede Nicola Brescia del sindacato Usppi. Lo stesso punto interrogativo lo pongono i radiologi, chiamati in prima linea dalla giunta Vendola: «11 maggior ostacolo all'espletamento dei turni 20-24 e di quelli festivi - sostiene Stefano Andresciani, segretario provinciale e vice segretario regionale del sindacato Fassid (l'associazione deí medici radiologi) resta e resterà la grave carenza di organico delle strutture ospedaliere pugliesi che non accenna a migliorare». I radiologi ospedalieri in Puglia sono meno di Zoo, l'organico è sottodimensionato di circa il 3o per cento. Il sindacato degli anestesisti ha persino deciso di non firmare l'accordo con la Regione. A questi numeri impietosi se ne aggiunge un altro, strettamente collegato: 5.341 pugliesi dovranno attendere oltre tre mesi prima di potersi presentare in ospedale per sottoporsi ad un esame. La giunta Vendola ha deciso di intervenire siglando l'intesa con i sindacati per abbattere le liste di attesa: le grandi macchine rimarranno accese tutti i giorni dalle 20 e sino a mezzanotte per effettuare risonanze magnetiche, ecografie, ecodoppler, colonscopie ed elettrocardiogramma. Medici, infermieri e tecnici saranno a disposizione anche domenica dalle 8 alle 20. Ma quanti e, soprattutto, basteranno?
I punti critici
Sono 26 le prestazioni che saranno potenziate con i turni aggiuntivi (vedi tabella in pagina), il piano - secondo quanto dichiarato dall'assessore Elena Gentile - dovrebbe partire entro il 31 gennaio in tutte le Asl ma, a parte Foggia, le altre aziende sanitarie non sono ancora pronte e non hanno presentato il trono programma. Quindi, fatta eccezione per l'Asl foggiana, non si conosce il numero dei medici, infermieri e tecnici che, volontariamente, sarà impiegato nei turni extra lavorativi. Non lo conosce nemmeno la Regione che attende di ricevere entro lunedì prossimo questa la scadenza fissata dalla Gentile - i piani delle Asl. In assessorato si augurano che l'adesione volontaria sia massiccia, per ora l'unico dato a disposizione è quello della Capitanata dove 30 medici (circa il 70 per cento) hanno dato la propria disponibilità. Con cifre più basse sarà complicato organizzare i turni e, anche ipotizzando un'alta partecipazione, c'è chi già pone i primi dubbi sulla riuscita dell'operazione. «Ad oggi - dichiara Andresciani, - nessuna Asl ha sottoposto alle organizzazioni sindacali i piani di abbattimento delle liste d'attesa». Fassid è tra i sindacati che ha firmato l'intesa con la Regione, però lancia l'allarme e mette in evidenza alcuni «punti critici che rischiano di vanificare l'efficacia dell'accordo». «Il maggior ostacolo all'espletamento dei turni 20-24 e di quelli festivi - spiega Andresciani - resta e resterà la grave carenza di organico delle strutture ospedaliere pugliesi che non accenna a migliorare. Infatti, per svolgere i turni 20-24 e festivi bisogna prioritariamente garantire la copertura dei turni di servizio 8-14 e 14-20 dal lunedì al sabato anche con turni aggiuntivi; devono essere garantiti ed effettuati ì riposi ed i recupe - ri, non sono possibili turni di 24-36 ore; infine esiste personale con limitazioni al servizio che non potrà svolgere attività di abbattimento». Negli uffici delle Asl c'è chi scuote la testa pensando ai quasi 12 milioni messi sul piatto dalla Regione per i primi sei mesi di
sperimentazione e profetizza: «Non basteranno». Proviamo a calcolare quanto potrebbe costare un turno serale in settimana: ogni medico sarà retribuito con io° euro lordi ad ora, quindi serviranno 400 euro per coprire dalle 20 alle 24; l'infermiere e il tecnico, invece, guadagneranno 4o euro lordi ad ora a testa, complessivamente 320 euro. Sei giorni lavorativi (da lunedì a sabato) costeranno 4.320 euro, che vanno moltiplicati per ogni specialità e per le diverse strutture che aderiscono. Poi va aggiunta la domenica, il turno da coprire va dalle 8 alle 20.
Le attese da abbattere
In Regione restano fiduciosi e i tecnici hanno individuato le 26 prestazioni su cui intervenire, si tratta di visite ed esami che hanno tempi di attesa che vanno oltre i 6o giorni, limite fissato dal ministero della Salute. Ad esempio, in media, per sottoporsi ad un elettrocardiogramma da sforzo un pugliese deve attendere 102 giorni; per un'ecografia alla mammella 355 giorni; per una risonanza magnetica al cervello 131 giorni, per una colonscopia ioo giorni, 103 per una risonanza magnetica alla colonna vertebrale. Sommando i tempi di attesa delle 26 prestazioni, ogni pugliese prima di poter effettuare la visita o l'esame deve aspettare 93 giorni. Secondo l'ultimo dato disponibile e fornito sempre dalla Regione Puglia, sono 14.943 i cittadini che hanno una prenotazione in sospeso: in 888 sono in fila per una visita cardiologica, sono invece 855 le donne che aspettano di poter effettuare una mammografia, 1035 addirittura le persone che devono sottoporsi ad un elettrocardiogramma. Poi c'è il record negativo dell'ecografia alla mammella: 745 donne hanno una prenotazione, di queste 457 (il 61,34 per cento) dovranno attendere minimo altri 12 mesi prima di essere chiamate.
Altri articoli sull'argomento
- Radiologia con 20 medici in meno Esami di notte, il Policlinico in tilt
domenica 05 gennaio 2014
Per smaltire le liste d'attesa occorrono 100 dottori e 250 infermieri in più