Emergenza primari, dal 23 le prime nomine

L’assessore Gentile: “Siamo al lavoro, le Asl ci hanno già fornito le piante organiche”

domenica 14 luglio 2013

ANTONELLO CASSANO (repubblica Bari)

GORGONI ha chiesto deroghe urgenti all'assessorato per coprire le falle ai vertici dei reparti. In realtà l'assessore Gentile ha segnalato il problema tempo fa, definendo la carenza di direttori di strutture complesse come uno dei più grandi problemi della sanità pugliese. «Ma stiamo lavorando per risolverlo al più presto». Una soluzione temporanea potrebbe arrivare già a partire dal 23 luglio quando in occasione della chiusura definitiva del piano di rientro della sanità pugliese verranno sbloccate altre 800 deroghe al blocco del turnover. «Tra le priorità che ci siamo assegnati ci sono l'emergenza- urgenza, l'abbattimento delle liste d'attesa e la mobilità passiva. La carenza di primari rientra in ognuna di queste priorità ».

Il primo passo da compiere in assessorato sarà quello di individuare i territori più scoperti. «Sono già arrivate le bozze delle piante organiche delle varie Asl – annuncia l'assessore – dalla prossima settimana cominceremo a studiarle. In seguito i vari direttori generali delle Asl indicheranno quali sono le carenze più gravi sui loro territori. Questo lavoro preparatorio è importante. Vogliamo farci trovare pronti quando usciremo definitivamente dal piano di rientro». Intanto intutta la Puglia aumentano i reparti che fanno a meno dei primari e vanno avanti con gli interim. Solo nei tre ospedali della Asl Bat ci sono 25 strutture complesse prive di direttore. Ma ci sono anche primari senza reparto, come avviene nella nuova struttura di nefrologia del San Paolo di Bari: «Non conosco questo caso – commenta la Gentile – Sono pronta a fare delle verifiche anche grazie all'analisi delle piante organiche».

UN PRIMARIO senza reparto. Lo hanno nominato alla guida di una struttura inesistente. Un paio di mesi fa Michele Giannattasio è diventato direttore dell'istituenda struttura complessa di Nefrologia all'ospedale San Paolo di Bari. Ma lo hanno lasciato solo. Senza medici né infermieri. Senza reparto. Però nel frattempo la Asl di Bari gli ha assegnato la carica. Giannattasio ha lasciato il suo posto da direttore nel reparto di nefrologia di Putignano per trasferirsi a Bari. Una vicenda che il segretario regionale della Cgil Medici, Antonio Mazzarella, definisce «tragicomica, visto che è l'unico dirigente medico in servizio in una struttura che non ha neanche posti letto».
Dottore Giannattasio, lei era primario a Putignano. Qualche mese fa però ha ottenuto la stessa carica nel nuovo reparto di nefrologia del San Paolo di Bari.
perché sono in vacanza, rientro solo lunedì. Perché non mi viene a trovare nel mio reparto?».
Mi scusi dottore ma lei non ha un reparto. Le hanno dato il primariato al San Paolo senza creare la struttura complessa di nefrologia.
«È vero, non c'è ancora la struttura, ma sarà realizzata».
«Questo non lo so, dovrebbe chiederlo al direttore generale dell'Asl di Bari. Effettivamente prima bisognava realizzare la struttura. Devo interrompere la chiamata perché sono all'estero ».
Un'ultima domanda. Per creare il suo reparto al San Paolo hanno smantellato la struttura gemella presente a Molfetta visto che fa parte dello stesso distretto sanitario. Ma a differenza dell'ospedale barese, nel reparto di Molfetta c'erano 10 posti letto, oltre a medici e infermieri. Al San Paolo invece c'è solo lei.
«Non sono tenuto a rispondere a queste domande. Siccome non si tratta di un problema urgente, ne riparliamo quando torno dalla Grecia».
È vero che non c’è la struttura, ma sarà realizzata. Lunedì al ritorno dalle ferie porrò la questione

FRANCESCO Loconte, primario di ortopedia negli ospedali di Ostuni e di Francavilla Fontana nell'Asl di Brindisi. Non è già abbastanza difficile gestire un solo reparto?
«È molto difficile. Da 17 anni gestisco il reparto di Ostuni, le mie problematiche ce le ho. Sono aumentate da novembre scorso, quando mi hanno affidato il reparto di Francavilla Fontana, perché non hanno attuato il concorso da direttore di unità operativa».
Meno male che Francavilla non dista tanto da Ostuni.
È fortunato. Altri suoi colleghi primari gestiscono più reparti distanti tra loro anche 50 chilometri.
«Non so come facciano. Per me sarebbe impossibile».
Poi ci sono i casi estremi, come il primario di Taranto che fino
a qualche mese fa gestiva tre reparti di rianimazione e uno di neurochirurgia. Tutti in ospedali di paesi distanti fra loro.
«Stento a crederci, ma posso capire. C'è una grossa carenza di primari in Puglia».
«Io le mie idee ce le ho. Sono anni ormai che non si avviano concorsi. Nell'Asl di Brindisi, l'ultimo risale a due anni fa. Il motivo per cui non ne facciano altri mi è oscuro. Bisogna chiederlo ai direttori generali, ma soprattutto ai politici. Sono loro che determinano queste situazioni ».
Secondo calcoli della Cgil in tutta la Puglia mancano almeno 80 primari.
«Forse anche di più, è un dato che non mi sorprende. Se pensano di ridurre gli sprechi facendo a meno dei primari si sbagliano
L’eccesso di interim non è un meccanismo pericoloso se portato per le lunghe?
«Penso proprio di sì. I reparti, specie quelli chirurgici, sono strutture complesse. C'è assoluto bisogno di una guida stabile ».
Ormai i concorsi non ne fanno più, bisognerebbe chiedere ai direttori generali e ai politici il perché

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