FnomCeO: «La sostenibilità del Ssn passa anche attraverso l'abbattimento di contenziosi e medicina difensiva»
Il documento approvato sull'onda della protesta dei ginecologi
venerdì 18 gennaio 2013
Il Comitato centrale della Fnomceo prende posizione in merito alle
denunce dei ginecologi che hanno proclamato lo sciopero del 12 febbario
contro tagli e contenzioso. «La sostenibilità del nostro Servizio
sanitario nazionale, universalistico, equo e solidale passa anche
attraverso il contenimento dei costi dovuti al contenzioso e alla
cosiddetta "medicina difensiva"» sottolinea la FnomCeo, che ha approvato
un documento nel merito. Eccolo.
«L'annuncio di uno
sciopero indetto da associazioni professionali mediche di area
ostetrico-ginecologica e chirurgica è un'ulteriore preoccupante
testimonianza di quel profondo disagio professionale e civile, non più
sopportabile, a cui vanno date risposte chiare e risolutive. La
sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale. universalistico,
equo e solidale, fortemente minacciato da un de finanziamento pubblico
pari a circa trenta miliardi di euro nel quadriennio 2011-2014, deve
altresì provvedere, al pari di altri determinanti, al contenimento dei
costi del contenzioso per eventi avversi, a cui si sommano quelli legati
alla inappropriatezza e inefficacia di comportamenti difensivi dei
professionisti e delle strutture.
Proteggere la
sostenibilità della nostra sanità pubblica vuol dire, dunque, affrontare
anche questa questione invertendo quella perversa spirale culturale,
giurisprudenziale, organizzativa e gestionale che la alimenta,
producendo costi inappropriati e devastanti ferite nel rapporto
fiduciario tra cittadini, professionisti e istituzioni sanitarie.
Occorre dunque avviare un processo legislativo che:
1.Consenta
politiche proattive di organizzazione e gestione delle attività mediche
e sanitarie in ragione della sicurezza dei pazienti e degli operatori,
sviluppando ambienti e condizioni di lavoro idonei alla prevenzione e
alla gestione del rischio clinico;
2.riconosca
alle attività mediche e sanitarie, al pari della loro funzione sociale
di perseguire il bene dell'individuo e della collettività, anche il
rischio a questo connesso, come peraltro già riconosciuto alla
Magistratura. Tale rischio sociale va assunto dalla collettività in modo
equo e giusto, fermi restando due capisaldi della nostra civiltà
giuridica, ovvero il diritto in capo al cittadino al risarcimento di un
danno subìto e la valutazione ed eventuale sanzione di profili di
responsabilità che però, in ambito penale, riteniamo vadano
coerentemente rivisti;
3.definisca
limiti all'entità dei risarcimenti attraverso parametri di valutazione
economica del danno oggettivi, uniformi ed equi, come già avviene in
altri Paesi di pari sviluppo sociale e sanitario. Esperienze di questi
ed altri Paesi a noi vicini si sono orientate verso modelli misti di
risarcimenti/indennizzi, prescindendo questi ultimi dalla sussistenza o
meno di una colpa;
4.rassereni
l'attività dei medici e di tutti professionisti sanitari, soprattutto
quelli più esposti al contenzioso, attraverso tutele verso possibili
azioni risarcitorie postume senza, come oggi purtroppo avviene, limiti
di tempo e continuità di luoghi di esercizio professionale.
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