Centro Studi Fimmg: per un mmg su 2 la salute dei pazienti è peggiorata a causa della crisi.
Oggi a Roma la presentazione della ricerca nella Sala Conferenze a Monte Citorio
mercoledì 12 dicembre 2012
Quasi la metà dei medici di medicina generale (il 48,6%) ritiene
che lo stato di salute dei propri assistiti sia peggiorato in seguito
alla crisi e il 64,6% che i pazienti, a causa delle difficoltà
economiche, trascurano la propria salute. Una percentuale che sale al
71,6% al Sud e nelle Isole. E’ quanto emerge dall’indagine condotta dal
Centro Studi Fimmg “Fare i conti con la salute. Le conseguenze della
crisi sul benessere psicofisico della popolazione” e che sarà presentata
nel pomeriggio a Roma presso la Sala Conferenze di Piazza di Monte
Citorio.
Lo studio è stato condotto nei primi mesi del 2012, attraverso un
questionario su un campione rappresentativo di 1050 medici di medicina
generale, ed è contenuto in un volume a cura del Centro Studi Fimmg,
pubblicato da Pensiero Scientifico Editore.
“Il questionario proposto al medico è stato articolato su più
aspetti: sul suo profilo personale e professionale, sulla
caratterizzazione sociale ed economica del territorio, sulla
valutazione dello stato di salute e di benessere psicofisico generale
dei pazienti e della domanda di servizi sanitari, sugli effetti della
crisi sul lavoro del medico e sulle sue prospettive professionali”
spiega il responsabile del Centro Studi Fimmg, Paolo Misericordia.
E’ del 43,4% la percentuale dei medici che riferisce che sia
capitato spesso nell’ultimo periodo che i propri pazienti abbiano
richiesto aiuto o indicazioni per la ricerca di un lavoro, mentre 9 mmg
su 10 hanno affermato che “spesso” o “qualche volta” hanno ricevuto la
richiesta di un aiuto per risolvere problemi familiari. La metà dei mmg
ha l’impressione che siano molti i propri assistiti che hanno perso il
posto di lavoro a causa della crisi economica (la percentuale sale al
63,5% al Sud e nelle Isole) e il 43% evidenzia che molti pazienti non
riescono ad arrivare con i soldi a fine mese (il 60,3% al Sud).
L’89% dei medici nota, inoltre, che i pazienti in questo periodo
sono più stressati e, 9 mmg su 10, che esprimono “disappunto” per la
spesa dei vari ticket sanitari. Il 67,6% che i cittadini, a causa delle
ristrettezze economiche, non vanno dal dentista per non pagare le
prestazioni mentre il 64,7% ha l’impressione che, per timore di mettersi
in cattiva luce con il datore di lavoro, rinunciano ad assentarsi
qualche ora per effettuare accertamenti medici, anche se necessari.
L’effetto della crisi è serio, pesante e coinvolge tutte le sfere
della vita anche per quanto riguarda i medici. Il 70,6% del campione è
sfiduciato sul futuro, sulla propensione a investire (71,2%) e,
soprattutto, sulle aspettative nei confronti della pensione (per l’88,7%
è destinata a ridursi nel suo ammontare, e per l’84,5% è addirittura a
rischio di poter essere percepita). I medici hanno timore che la
penalizzazione economica della categoria e della sua potenzialità
organizzativa, in relazione al prolungato blocco dei contratti, possa
comportare un rallentamento dei processi di innovazione tecnologica
(93,4%), un aumento degli accessi al pronto soccorso (72,3%), un aumento
dei ricoveri ospedalieri (61,6%).
“L’indagine del Centro Studi conferma ancora una volta che il
medico di medicina generale è un’efficace sentinella di quanto accade
sul territorio del nostro Paese – commenta il segretario nazionale della
FIMMG, Giacomo Milillo - I risultati della ricerca dimostrano che la
crisi incide sul destino della salute della popolazione. In molti sono
costretti a rinunciare a prestazioni sanitarie anche quando prescritte o
comunque necessarie. Emerge con chiarezza che gli effetti della crisi
sono pervasivi e causano uno stato di stress, di insicurezza e di grande
apprensione negli individui, provocando anche una serie di
condizionamenti negativi per la gestione del proprio bene salute. Lo
stesso medico di medicina generale non nasconde la propria
preoccupazione per il futuro”.
“Il medico di medicina generale, in quanto porta di primo accesso
al sistema delle cure, è chiamato a rispondere prima di altri rispetto
ai disagi subiti dall’utenza per la maggior richiesta di partecipazione
alla spesa e per la costante riduzione del finanziamento del Sistema
sanitario – sottolinea Paolo Misericordia - In questo contesto aumenta
il disagio e l’insoddisfazione nei confronti del proprio ruolo
professionale, esposto a continue difficoltà e intimamente minacciato
nel rapporto fiduciario verso i propri assistiti. Un altro aspetto molto
evidente riguarda il maggiore impatto che le conseguenze della crisi
hanno su specifiche aree del Paese. I dati raccolti convergono
nell’affermare che il Sud e le Isole sono le aree maggiormente
penalizzate, a conferma di consapevolezze già diffuse, ma anche a
ulteriore dimostrazione che le differenze note su indicatori di
benessere e di salute, sulla possibilità di accesso a prestazioni
sanitarie di qualità, sono esasperate dalla crisi economica”.
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