Presentati i risultati della commissione errori e disavanzi sanitari

Nella maggior parte i casi finiscono con l'assoluzione degli accusati

giovedì 24 gennaio 2013



fonte : Sanita' News

E’ stata presentata nei giorni scorsi la relazione conclusiva della Commissione errori e disavanzi sanitari. Secondo la relazione sono 570 i casi di presunta malasanità e 400 i casi in cui si è registrata la morte del paziente. 

Si registra anche che le denunce per malasanità nella maggior parte dei casi finiscono con l’assoluzione dell’accusato. Inoltre, secondo gli esperti, è necessario sottolineare che si accusano gli esecutori finali di un sistema, che si ritrovano spesso ad operare in carenze sistemiche e non riferibili alla singola persona. I dati giunti alla Commissione per essere esaminati si riferiscono al periodo che va da aprile 2009 a dicembre 2012. 

Secondo gli esperti della Commissione le responsabilità dei casi di malasanità non possono attribuirsi solamente agli operatori, perchè sono spesso causati da disservizi, carenze e strutture inadeguate. Un altro dato da mettere in evidenza è il fatto che le regioni che spendono di più sono quelle che hanno il numero maggiore di denunce di casi di malasanità dimostrando che spesso le carenze non dipendono da una spesa inadeguata, ma da inefficenze interne al sistema. 

Infatti  su 570 casi monitorati, 117 si sono verificati in Sicilia, 107 in Calabria, 63 nel Lazio, 37 in Campania, 36 in Emilia Romagna e Puglia, 34 in Toscana e Lombardia, 29 in Veneto, 24 in Piemonte, 22 in Liguria, 8 in Abruzzo, 7 in Umbria, 4 nelle Marche e Basilicata, 3 in Friuli, 2 in Molise e Sardegna, 1 in Trentino. 

Secondo la Commissione, ”Ciò evidenzia come le Regioni che spendono di più non necessariamente abbiano un’assistenza migliore, mentre la minore qualità dell’assistenza costa in termini di risarcimenti e assicurazioni” ed evidenzia il timore ”che le riduzioni di bilancio e la riorganizzazione dei servizi provochino in queste Regioni una diminuzione dell’offerta di cure, e un possibile ulteriore scadimento della qualità delle medesime, fenomeno che rischia di creare un circolo vizioso, e che deve essere assolutamente evitato, attraverso politiche di riduzione degli sprechi e di aumento dell’efficienza ancora piu’ incisive nelle regioni a rischio”. 

”E’ opportuno sottolineare – commenta il Presidente della Commissione Antonio Palagiano – che, il numero di eventi avversi registrati, pari a 570, seppure significativo, è rapportato a milioni di trattamenti terapeutici e di interventi chirurgici intervenuti in questi anni, e testimonia un sistema che, nel complesso, riesce comunque a prendersi cura della salute delle persone, nonostante i rilevanti problemi che abbiamo messo in luce nella relazione finale”. Inoltre, aggiunge, ”accade sempre che sotto processo finiscano solo medici o infermieri. 

Perche’ spesso si guarda solo a chi ha commesso l’errore, senza andare a verificare le condizioni in cui i professionisti si trovano costretti a lavorare. Proprio lì, spesso, risiede la causa dell’errore commesso. Ma, in questi casi, la colpa, a volte, è anche del personale sanitario che non denuncia situazioni a rischio in cui si trova a lavorare”.

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