Asl Bari e Policlinico chi diserta la visita non è mai multato
Ogni giorno 40 prestazioni non eseguite tra analisi e Tac - Solo il 10 per cento di chi non avvisa riceve la sanzione
giovedì 17 novembre 2016

A NTONELLO CASSANO
Quaranta prenotazioni al giorno. Quaranta prestazioni, dalle visite ambulatoriali agli esami più complessi come tac e risonanze, che ogni giorno in tutta Bari vengono prenotate ma mai eseguite perché le persone che hanno prenotato hanno dimenticato o non hanno avuto cura di disdire le loro prenotazioni. E pensare che ogni giorno almeno quaranta persone a Bari e provincia vorrebbero tanto prenotare una visita ambulatoriale o un esame diagnostico, ma rinunciano a causa dei tempi lunghi di attesa per ottenere queste prestazioni negli ospedali. Se le liste d'attesa in Puglia, e nello specifico nel capoluogo, sono così lunghe un po' è colpa anche dei cittadini che non svolgono fino in fondo il loro dovere. Il dato delle quaranta prestazioni è una media calcolata sul numero di avvisi che ogni anno Asi Bari e Policlinico inviano a chi non ha disdetto la sua prenotazione entro il limite di tempo consentito per evitare la penale (48 ore) che non supera la cifra di 50 euro. L'azienda sanitaria locale barese, una delle più grandi d'Italia con un bacino d'utenza di oltre un milione di abitanti, ogni anno invia circa 10mila lettere per chiedere ai propri assistiti smemorati di pagare la prestazione che non hanno disdetto in tempo utile. Gli ultimi dati disponibili al riguardo risalgono al secondo quadrimestre 2015. Dei circa 10mila utenti baresi che non hanno fatto il loro dovere, circa il 20 per cento paga la sanzione che viene comminata per la mancata disdetta.
Gli altri 8mila invece non pagano. E gli incassi ne risentono: secondo gli ultimi dati disponibili relativi al 2014, su circa 600mila euro di sanzioni da incassare in un anno, l'azienda è riuscita a ottenere circa 180mila euro attraverso l'invio dei 10mila avvisi. ~Asi Bari guidata dal direttore generale, Vito Montanaro, sta lavorando per cominciare a inviare una seconda lettera a chi non risponde al primo avviso bonario. Anche il Policlinico di Bari è alle prese con la stessa criticità. La struttura è dotata di cup recali, un mezzo acquistato dall'azienda nel corso del 2013, consentendo di ridurre di parecchio gli avvisi bonari. Ma anche l'azienda ospedaliero universitaria (così come tutte le altre aziende sanitarie pugliesi) deve far fronte a un alto numero di prestazioni non disdette. Solo nel 2015 l'azienda ha inviato 6mila avvisi bonari di pagamento ad altrettanti utenti. Dei destinatari, circa il 45 per cento ha pagato la sanzione dopo il primo invio con i mezzi messi a disposizione dall'azienda (conto corrente postale, sportelli Cup-Cassa, bonifici bancari, ecc.), circa il 30 per cento risulta esente dal ticket, mentre lo 0,3 per cento dimostra, a seguito di contestazione, che non era tenuto a pagarlo. Da questa azione di rivalsa l'azienda ha incassato circa 400mila euro.
«Ai non responders - comunicano gli uffici del Policlinico - viene inviata un primo sollecito per via raccomandata, a cui il 22 per cento risponde con il pagamento, il 10 per cento risulta non raggiungibile, il 20 per cento dimostra di essere in possesso di esenzione, il 3 per cento contesta la sanzione». E pensare che il numero di lettere inviate è diminuito nel corso degli anni. Nel 2011 si toccò il record con oltre 60mila lettere recapitate agli utenti. Sul tema nei giorni scorsi si è tenuta anche una riunione in Regione a cui hanno partecipato i responsabili delle Asi e della guardia di finanza, per cercare di rendere omogenei i processi di recupero dei crediti tra le varie aziende e capire come muoversi in caso di mancato pagamento. Il problema però non è soltanto economico, ma anche sanitario. Perché unendo gli avvisi inviati ogni anno da Asi Bari con i 6mila inviati nel 2015 solo dal Policlinico, si raggiunge la cifra delle 44 prestazioni prenotate ogni giorno e non disdette dagli utenti. La vicenda ha pure risvolti giudiziari, come è successo a Brindisi. Dal 2011 al 2015 le cattive abitudini dei pazienti dell'Asl brindisina (visite prenotate e disertate o visite effettuate senza pagare il ticket) hanno provocato un danno erariale di circa 1,4 milioni di euro oltre a un allungamento vertiginoso delle liste d'attesa. Il caso è scoppiato al termine di un'inchiesta del nucleo di polizia tributaria che ha segnalato alla Corte dei Conti i nomi dei nove funzionari dell' Asi che si sono succeduti ai vertici dei distretti sanitari brindisini. Loro avrebbero dovuto segnalare le mancate disdette o i mancati pagamenti. Ma gli oltre 50mila utenti indisciplinati che non hanno compiuto il loro dovere non avranno nulla da temere