Convenzioni. La Fimmg alle Regioni: “Dov’è finito il rinnovo previsto dalla legge Balduzzi?”

Le Regioni senza motivazioni comprensibili prendono tempo”.

mercoledì 18 settembre 2013

QuotidianoSanità

È quanto chiedono in una lettera indirizzata ai presidenti e agli assessori, il segretario nazionale Giacomo Milillo e i segretari regionali del principale sindacato dei medici di famiglia. “La Fimmg si è dichiarata pronta ad impegnarsi nel rinnovo convenzionale previsto dalla stessa legge senza rivendicare investimenti. Ma le Regioni senza motivazioni comprensibili prendono tempo”.

18 SET - I medici di famiglia prendono carta e penna e scrivono alle Regioni. La ragione? Capire per quale motivo non si procede con il rinnovo delle convenzioni come previsto dalla Legge Balduzzi (Il termine per l'accordo Sindacati-Regioni era fissato per l’11 maggio. Scaduto il quale il potere di emanare un decreto attuativo spetta al Ministro della Salute. Ma Lorenzin ha più volte ribadito di non voler intervenire con un atto d’imperio e tutto è stato derubricato alla discussione intorno al Patto per la Salute).
 
 “La Fimmg – si legge nella missiva - da anni sostiene la necessità, ormai improrogabile, di affrontare in modo partecipato un simile percorso di evoluzione nel nostro Servizio Sanitario, per salvaguardarne efficacia e sostenibilità. Da tempo questa Federazione ha formulato proposte di riforma della medicina generale orientate proprio a questi obiettivi, proposte che hanno trovato nelle diverse Regioni valutazioni articolate, ma, nella maggioranza, di sostanziale condivisione. Si veda al proposito l’ipotesi di modifica dell’art. 8 del D.Lgs. 502/92 formulata da un tavolo tecnico Ministero/Regioni nel 2011 con l’allora Ministro Fazio, poi ripresa dal Ministro Balduzzi, che da quel documento ha estratto alcuni principi fondamentali corrispondenti alle nostre proposte, poi introdotti nell’art. 1 della Legge 189 del 2012”.
 
In questo scenario i medici di famiglia ribadiscono come la Federazione “con senso di responsabilità, si è dichiarata pronta ad impegnarsi nel rinnovo convenzionale previsto dalla stessa legge senza rivendicare investimenti, anche se indubbiamente necessari, ma di fatto non disponibili nella situazione contingente, ottemperando, così, anticipatamente, alle disposizioni regolamentari del CdM 08/08/13, che facendo riferimento a quanto espressamente richiesto dalle Commissioni Parlamentari, indicano la necessità di aprire le trattative sulla parte normativa dei contratti, nelle more della scadenza al 31/12/14 del confermato blocco economico”.
 
Ma nonostante ciò per i medici “la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, in più occasioni negli ultimi mesi, ha assunto posizioni riferite come unanimi, che, al di là di qualsiasi valutazione sul piano della legittimità giuridica, assumono comunque agli occhi della Categoria il significato politico di un blocco di qualsiasi prospettiva di innovazione della medicina generale, nonostante sia dichiarata da tutti necessaria ed urgente”.
 
“Non sappiamo  - si chiedono i camici bianchi - quanto una simile posizione sia frutto di una valutazione politica o, piuttosto, nell’affanno derivante dalla costante emergenza, se si consideri la riorganizzazione della medicina generale un aspetto marginale da delegare ad un livello tecnico-funzionariale che in troppe occasioni ha dimostrato di essere disorientato e disorientante”.
 
Per i camici bianchi “senza motivazioni comprensibili o di un qualche interesse per i cittadini, si sta prendendo tempo anziché procedere alla definizione dell’atto di indirizzo e all’apertura delle trattative per un rinnovo convenzionale che avrebbe dovuto essere concluso entro l’11 maggio scorso. Tutto questo senza che si sia sentita la necessità di corrispondere alla nostra legittima richiesta di essere coinvolti, come rappresentanti di professionisti determinanti il buon fine dei processi assistenziali, per essere parte dei tavoli di studio e di confronto sui temi del Patto per la salute. Quanto sopra osservato, confermerebbe un disinteresse per la medicina generale, e smentirebbe una vera e sincera ricerca di sostenibilità del SSN da parte della Conferenza, sostenibilità che non può essere ricercata solo attraverso un maggiore finanziamento, per quanto importante. Peraltro, la riferita unanimità, non risulta coerente alle dichiarazioni e qualche volta alle azioni di governo che alcune Regioni stanno, invece, introducendo nelle relazioni e nei progetti di sviluppo della medicina generale”.
 
 
In conclusione la Fimmg chiede che venga presa una posizione ufficiale “circa la volontà di procedere, in maniera condivisa, al rinnovo rifondante dell’ACN della Medicina generale, in costanza di finanziamento della massa salariale, senza ulteriori ritardi”. 

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