Anelli (FNOMCeO): “‘Cura Italia’, chiediamo maggior sostegno per i medici”

Chiediamo al Governo un ulteriore impegno, per sostenere ancor di più di più la Professione medica e le altre professioni sanitarie”.

sabato 21 marzo 2020

Questo è il commento del Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, sul Decreto ‘Cura Italia’, a una manciata di giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

“Apprezziamo in modo particolare le misure volte a dotare finalmente i medici degli opportuni Dispositivi individuali di protezione, e ancor più apprezziamo l’instancabile impegno in tal senso del Ministro della Salute Roberto Speranza – spiega Anelli -. Così come siamo soddisfatti per il sacrosanto riconoscimento degli straordinari ai colleghi ospedalieri, che lavorano instancabilmente, dimenticando turni, orari, famiglie, vita privata, per gestire l’emergenza Covid-19. Bene anche l’introduzione di un sistema di ‘laurea abilitante’ per i neolaureati, in modo da poterli subito iscrivere agli Ordini”.

“Ora chiediamo che nell’iter di conversione del Decreto in Legge venga riconosciuto un giusto supporto anche per altre componenti della Professione – aggiunge -. Penso ai liberi professionisti, Medici e Odontoiatri.  Costretti a chiudere da un giorno all’altro gli studi, per limitare le occasioni di uscita e incontro delle persone, si ritrovano privi della loro fonte di reddito, mentre rimangono invariate le spese fisse, quali gli affitti, l’ammortamento della strumentazione acquistata e, soprattutto, gli stipendi dei dipendenti, ai quali non sono applicabili tutti gli ammortizzatori sociali previsti per le imprese private. Per i liberi professionisti, in quanto iscritti agli Ordini e quindi alle Casse previdenziali, non è infatti contemplato il bonus introdotto invece per i lavoratori autonomi; né le Casse possono intervenire per supportarli, in quanto sarebbe necessaria una modifica a livello governativo dei loro regolamenti.”.

“Penso altresì ai medici convenzionati: i colleghi della Continuità assistenziale, del 118, i medici INPS, e anche i medici di medicina generale – prosegue Anelli -. Per loro, in caso di contagio da Covid-19, andrebbe previsto un riconoscimento della causa di servizio della malattia, come giustamente avviene per i medici dipendenti. Allo stato attuale, invece, i medici convenzionati perdono ogni retribuzione durante la quarantena, mentre i medici di medicina generale devono pagare di tasca propria i sostituti”.

“Sempre per quanto riguarda il territorio, sarebbe questo il momento più opportuno per creare le mini-equipe, affiancando ai medici gli infermieri di famiglia – continua-. Mentre per gli Ospedali, auspicheremmo  diverse  modalità di assunzione per gli specializzandi, almeno a tempo determinato, e non, come previsto dal provvedimento, con forme di lavoro precario. Occorrerebbe infine limitare la responsabilità professionale, sia civile che penale, dei medici coinvolti nell’emergenza”.

“Siamo certi che il Governo ascolterà le nostre istanze, come segno tangibile di quell’apprezzamento per il lavoro degli operatori sanitari che ci è stato espresso ancora ieri del Ministro Speranza, e che quotidianamente ci viene testimoniato dalle sue parole, da quelle del Presidente del Consiglio, del Presidente della Repubblica, e dal ringraziamento corale dei cittadini – conclude -. Gli Ordini sono i garanti dei diritti costituzionalmente protetti, gli Ordini delle professioni sanitarie di quello fondamentale alla Salute. È giusto sostenere i professionisti, perché continuino a curare l’Italia nella maniera migliore”.