Ospedali e salute, Rapporto Aiop: un italiano su tre insoddisfatto del Ssn
Cresce nella popolazione la sfiducia soprattutto nei confronti degli ospedali pubblici
giovedì 18 gennaio 2018

Un italiano su tre si dichiara insoddisfatto del Sistema sanitario nazionale a partire da quello della propria regione. Cresce nella popolazione la sfiducia crescente soprattutto nei confronti degli ospedali pubblici, con la conseguenza di rinunciare alle prestazioni sanitarie o di ricorrere alle strutture private. Negli ultimi 10 anni la voce per le spese sanitarie out-of-pocket è cresciuta del 22,4%, a fronte di un aumento della spesa sanitaria pubblica del 14,2%. Lo rileva il 15° Rapporto annuale "Ospedali & Salute/2017", promosso da Aiop, Associazione italiana ospedalità privata, e realizzato dalla società Ermeneia - Studi & Strategie di Sistema, presentato a Roma. Secondo il rapporto il livello di insoddisfazione nei confronti del sistema sanitario della propria regione è cresciuto negli ultimi due anni passando dal 21,3% rilevato nel 2015 al 32,2% nel 2017. Una percentuale che al sud tocca punte del 51,3%.
In aumento è soprattutto il malcontento nei confronti degli ospedali pubblici, che è passato dal 22,7% del 2016 al 30,2% del 2017. Il 18% del campione degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito maltrattato soprattutto in queste strutture pubbliche, al punto che, sempre nel 2017, il 26,8% dei caregiver o di altri membri della famiglia interessata ha rimandato o rinunciato ad una o più prestazioni sanitarie (nel 2016 aveva rinunciato il 20% degli intervistati). In questo quadro il ricorso a ospedali privati accreditati (il 41% dei caregiver) o a cliniche private a pagamento (il 20%), come alternativa alle strutture pubbliche, risulta in linea con i dati raccolti dall'Aiop negli ultimi tre anni. Cresce anche il numero di chi sceglie di rivolgersi ad ospedali fuori dalla propria regione (30%), o di chi va a farsi curare in altri paesi dell'Unione europea, il 18,5% nel 2017 rispetto al 14% del 2013. A conferma di questo trend in crescita anche i dati oggettivi della mobilità sanitaria, espressa attraverso il numero di ricoveri extra-regione sul totale dei ricoveri nazionali, che passa dal 8,2% del 2010 al 9,2% del 2015. Altri punti critici nella relazione tra sistema sanitario nazionale e cittadini che emergono dal rapporto sono: la scarsa sensazione di essere messi al centro come pazienti, il 32,4% nel 2017 a fronte del 19,3% nel 2014, e il generale disorientamento percepito nella scelta dell'ospedale, momento in cui per il cittadino risulta difficile trovare informazioni affidabili. In quest'ultimo caso il 32,9% degli intervistati ha attribuito la responsabilità al medico di medicina generale che non sarebbe in grado di indirizzare adeguatamente il paziente, mentre il 54,1% si è lamentato dei lunghi tempi di attesa per accedere alle strutture pubbliche.
Tra le risposte a questo disagio anche l'uso improprio dei servizi di pronto soccorso che è diventata una scorciatoia per accedere alle prestazioni sanitarie. Il 43,9% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di ricorrere ai dipartimenti di emergenza nel caso in cui non hanno trovato una risposta rapida nell'ambito della medicina territoriale, mentre il 26,8% come soluzione alle lunghe liste di attesa per le visite specialistiche, gli accertamenti diagnostici e i ricoveri. Infine negli ultimi tre anni si è registrata un'accelerazione della spesa sanitaria out of pocket, che ha coinciso con i fenomeni di razionamento e peggioramento dei servizi sanitari pubblici. In particolare nell'ultimo anno il 77,4% dei caregiver ha dichiarato di aver sostenuto una o più spese sanitarie o assistenziali pur avendo avuto accesso ai servizi delle strutture pubbliche o private accreditate. Si tratta nel complesso di circa 20 milioni di famiglie, con una spesa totale dichiarata di 13 milioni di euro.
Francesca Malandrucco