Milleproroghe, il punto sugli emendamenti.

Novità sulle detrazioni delle spese in contanti

giovedì 23 gennaio 2020

Doctor 33

Spese sanitarie in contanti non più indetraibili dall'Irpef? Due emendamenti del centrodestra se accolti nel decreto Milleproroghe in fase di conversione in legge alla Camera potrebbero scombinare il dispositivo originato dalla Finanziaria 2020. A firma il primo della deputata leghista Rossana Boldi e il secondo di Raffaele Nevi e Andrea Mandelli (quest'ultimo presidente degli ordini dei farmacisti Fofi, entrambi di Forza Italia) abrogano le spese sanitarie sostenute presso i privati dal novero di quelle per cui è richiesto il pagamento tracciabile per fruire l'anno dopo della detrazione del 19% dell'importo sulla dichiarazione dei redditi. In particolare, l'emendamento Boldi copre il mancato introito che deriverebbe al Fisco (circa 500 milioni di euro) con risorse tratte dallo stanziamento per il reddito di cittadinanza, il secondo emendamento non parla di coperture. La norma penalizza i professionisti privati puri, mentre nel privato convenzionato e in intramoenia si può continuare a pagare cash e a detrarre dalla dichiarazione dei redditi la spesa l'anno dopo. Sulle due proposte, entrambe riferite all'articolo 4 del dispositivo ("adempimenti in materia economica e finanziaria") sono tornati a farsi sentire i sindacati dei dentisti; il presidente Aio Fausto Fiorile è favorevole agli emendamenti: «Soprattutto dal dentista, dove oltre il 95% delle spese per le cure è sostenuto direttamente dai cittadini, la percentuale di detraibilità andrebbe aumentata ma paradossalmente gli ultimi provvedimenti di legge vanno in direzione opposta».

Altre novità sanitarie sul testo del Milleproroghe, ora rinominato "atto 2325", sono all'articolo 25 riguardante i temi di competenza del Ministero della Salute. Il governo ha recepito la richiesta delle Regioni di assumere gli specializzandi non solo dal 4° ma addirittura dal 3° anno di scuola di specialità: un'assunzione che libererebbe la borsa di studio e porterebbe lo specializzando a lavorare nelle corsie abbandonate per il pensionamento di tanti medici. Altra richiesta delle giunte appoggiata dal premier: far rimanere il medico dipendente in servizio, se lo vuole, fino a 70 anni. Alle proposte regionali il governo ha aggiunto:la possibilità per i vertici degli ordini professionali di far partire solo da dopo le prossime elezioni la norma della legge Lorenzin che li vincola a massimo due mandati consecutivi;la rimodulazione dei tetti per la spesa farmaceutica che farebbe crescere dal 6,89 al 7,13% sul Fondo sanitario nazionale il tetto per gli acquisti diretti di Asl e ospedali dalle industrie, facendo diminuire al 7,52% il tetto per la spesa territoriale; la richiesta di risorse, fino a 4,5 milioni dal 2021, per 13 assunzioni di dirigenti e 50 di non dirigenti al Ministero della Salute.

Le novità si aggiungerebbero alle importanti disposizioni già presenti nel testo decreto, che riepiloghiamo. Intanto, il comma 1 alimenta il fondo per la retribuzione individuale di anzianità dei sanitari ospedalieri. Il contratto (appena firmato) prevede che la Ria - alimentata da un fondo dove confluiscono gli scatti per la progressione di carriera, ora aboliti, del personale andato in pensione - vada a retribuire il merito dei medici e degli altri sanitari e non più a coprire eventuali buchi di bilancio di Asl ed ospedale. Il decreto Milleproroghe prevede per il fondo suddetto un incremento di 14 milioni di euro annui fino al 2025 e di 18 milioni annui dal 2026 così da retribuire straordinari, servizi di guardia medica, reperibilità notturne e festive e da valorizzare le carriere professionali. I commi 2 e 3 stanziano per 3 anni fino al 2022 ottocentomila euro per gli istituti zooprofilattici sperimentali e duecentomila da ripartire tra le regioni in modo che organizzino corsi per promuovere metodi alternativi alla sperimentazione animale sotto la guida del Ministero della Salute. Il comma 4 prolunga la stabilizzazione del personale di Irccs e istituti zooprofilattici. La finanziaria 2018 apriva i concorsi per stabilizzare i camici che al 31 dicembre 2017 avessero accumulato contratti a termine o borse nel servizio sanitario per 3 anni complessivi minimi di lavoro svolto negli ultimi 5. Si prevedeva che l'assunzione avvenisse entro 6 mesi dalla firma del contratto del comparto sanità, che però è stato firmato solo nel 2019, a luglio. Dunque, i termini per far valere i requisiti sono prolungati a tutto il 2019 e i 3 anni di lavoro da far valere sono computati non nell'arco di 5 ma degli ultimi 7 anni.