Sempre più vecchi, sedentari e obesi la foto dei pugliesi nel rapporto salute
A Brindisi e Lecce le morti superano le nascite, a Taranto e in Salento più decessi per tumori ai polmoni (Repubblica BA)
giovedì 11 luglio 2013

ANTONELLO CASSANO
IN PUGLIA ci sono 4 milioni di abitanti, ma non per molto. Siamo sempre più vecchi e facciamo sempre meno figli. Nelle province di Brindisi e Lecce dal 2007 le morti hanno superato le nascite. In compenso però siamo anche più vaccinati e facciamo meno viaggi della speranza fuori regione per curarci. Sono solo alcuni dei dati presenti nella “Relazione sullo stato di salute dei cittadini pugliesi”, il dossier a cura dell'Osservatorio epidemiologico regionale. Dal dossier emerge un quadro fatto di luci e ombre. Tra il 2006 e il 2011 la Puglia invecchia tre volte più velocemente del resto d'Italia (+15 per cento). I nuovi nati sono 33mila, cinque anni fa erano 42mila. Nelle province di Brindisi e Lecce a partire dal 2006 le morti superano le nascite.
Fra le note positive c'è la riduzione dei ricoveri, circa 70mila in meno all'anno. I ricoveri ordinari più frequenti nel 2011 sono per nascite (24mila), parti naturali (18mila) e cesarei(15mila). Gli aborti invece sono 7400 che sommati agli aborti effettuati in day hospital raggiungono la somma di 14mila interruzioni di gravidanza, causato da errori dei medici nella compilazione delle schede di dimissione.
In diminuzione la mobilità passiva, cioè i pugliesi che vanno fuori regione per curarsi (54mila nel 2006, 44mila circa nel 2011). Più di 4mila i pugliesi vanno fuori dalla Puglia per usufruire di cure ortopediche. Tra le patologie per le quali si muore di più spicca l'infarto del miocardio, causato anche da scorretti stili di vita: la Puglia infatti si conferma prima regione in Italia per indice di obesità e obesità patologica e ultima regione per attività fisica (il 38 per cento di pugliesi non fa alcuna attività fisica). Di contro è fra le regioni con percentualepiù bassa di bevitori classificati a rischio.
Un capitolo a parte è dedicato alla salute materno infantile. La Puglia si caratterizza per un ricorso eccessivo al parto cesareo (45 per cento nel 2011 contro la media nazionale del 38 per cento). A peggiorare le cose c'è l'aumento esponenziale dei ginecologi obiettori di coscienza, passati dal 79,9% nel 2007 all’83,6% nel 2011.
Un tema quello della salute materno infantile su cui ha puntato anche il presidente Vendola, a cominciare dal basso tasso di natalità «che riflette la paura e l'inquietudine che in questo momento attraversano la vita delle persone». Un accenno anche al dato negativo legato alla percentuale elevatissima di parti cesarei: «Occorre fare una battaglia per tornare all'idea che il parto cesareo non è l'ordinarietà, ma l'eccezionalità ». Ultima nota dolente del dossier riguarda il tema dei tumori alle vie respiratorie: nel Salento e a Taranto il maggior numero di decessi.