Tagli a esami diagnostici, Stato-Regioni slitta al 29 aprile

Le regioni chiedono la responsabilità patrimoniale del medico, ma il ministro della Salute ha detto no su questo specifico punto.

venerdì 24 aprile 2015


Doctor33

Impegni parlamentari dell'ultima ora fanno saltare la trattativa stato-regioni prevista per individuare i tagli alla spesa sanitaria pubblica da 2,35 miliardi richiesti dalla Finanziaria 2015. La conferenza stato-regioni tornerà a riunirsi mercoledì 29, per un'intesa che dopo gli emendamenti regionali si preannuncia difficile: se il governo dirà no non ci sarà accordo e dovrà procedere ai tagli e giustificarli. 

L'intesa originale, bocciata dal Veneto e ormai appoggiata solo dal Governo, prevede la rinegoziazione dei contratti vigenti tra regioni-Asl e fornitori per l'approvvigionamento dei beni e servizi in modo da ridurre le spese del 4% e il ripiano degli sforamenti della spesa per i dispositivi medici (oggi pari al 4,4% della spesa sanitaria totale) posto a carico dei produttori per un 30% nel 2016, un 40% nel 2017 e un 50% nel 2018. Nei loro emendamenti invece le Regioni chiedono che si parta con il ripiano degli sforamenti già da quest'anno. Inoltre, rispetto all'intesa che prevede tagli all'indennità di risultato del medico ospedaliero o ai fondi governo clinico del medico di famiglia che prescrivano esami in modo inappropriato (sulla base di protocolli tutti da scrivere entro 30 giorni dall'entrata in vigore dell'accordo), le regioni chiedono la responsabilità patrimoniale del medico. I camici dovrebbero pagare di tasca loro ogni esame prescritto fuori protocolli analogamente a quanto avviene per i farmaci con le note Aifa, senza avvalersi del tetto-limite costituito dall'importo della sua indennità. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha detto no su questo specifico punto.

Le regioni chiedono infine che al paziente - anziché concedergli il principio dal prezzo più basso all'interno di una supercategoria di principi attivi e fargli pagare la differenza se prende farmaci affini ma più costosi- sia dispensato il prodotto che fa la quota del 60% di mercato in termini di Defined Daily Dose giornaliera con la "retrocessione" d'imperio degli altri farmaci affini in fascia C, a carico dei cittadini.

Alla Conferenza Stato Regioni di oggi erano in gioco anche l'approvazione di un documento per omogeneizzare i comportamenti delle strutture pubbliche Ssn nell'uso del Repertorio dei dispositivi medici (articolo 24, comma 3 Patto Salute 2014) e i nuovi criteri per ripartire tra le Regioni dei fondi per il coordinamento delle attività trasfusionali e dei contributi per indennizzare i soggetti danneggiati da trasfusioni in modo irreversibile (legge 210/92). Le regioni vorrebbero parlare poi degli effetti della legge di stabilità 2015 sul trattamento economico dei dipendenti Ssn; se ne riparla prossima settimana.

Mauro Miserendino