Compravendita pazienti, inchiesta denuncia il fenomeno. Rischio illecito amministrativo
Oggi l'importo si sarebbe consolidato sui 60-70 mila euro. La cifra rimbalza da un servizio annunciato dalle Iene (Doctornews)
mercoledì 26 settembre 2018

Tangenti per ereditare gli assistiti dai medici di famiglia? Ventisei anni fa l'Ordine dei Medici di Padova denunciava le compravendite di pazienti, piaga che rischiava di espellere dal mercato chi, pur avendo i presupposti per essere un buon medico di famiglia, avesse pochi soldi. Subentrare costava da 70 a 200 milioni a seconda del numero di scelte, cioè fra 35 e 100 mila euro attuali. Oggi l'importo si sarebbe consolidato sui 60-70 mila euro. La cifra rimbalza da un servizio annunciato dalle Iene. Qui un informatore racconta: al momento di comunicare all'assistito che va in pensione, il medico ha già scelto il sostituto e glielo presenta. I medici pensionandi già vari mesi prima andrebbero alla ricerca di giovani dottori da "suggerire". «In genere, l'annuncio in una rivista per un subentro sottende una situazione in cui il pensionamento non è imminente, arriva tra 1-2 anni, ed è rivolto a giovani colleghi con tutti i numeri per occupare una zona carente, e che a volte hanno già aperto uno studio ma hanno pochi pazienti», dice Salvatore Caiazza, già segretario Fimmg Giovani Campania e osservatore del fenomeno. «Il medico pensionando chiede al collega di spostarsi nel suo studio, magari mezza giornata, e nei mesi i pazienti si abituano. È più facile che lo spostamento avvenga nello stesso distretto. Non subito, ma al subentro il giovane paga l'affitto, a prezzi di mercato o superiori così che la maggiorazione copra la richiesta del "senior". Altre volte ci può essere del "nero". Ci possono essere altre sfaccettature, ad esempio il medico anziano che chieda già subito al giovane di rifondergli le spese d'affitto da lui versate».
C'è poi un secondo sistema, come ci spiega Maurizio Benato, presidente Omceo Padova ai tempi delle prime denunce. «Accade che il medico una volta andato in pensione continui ad assistere i propri pazienti, o una parte, usando il ricettario "rosso" del Servizio sanitario nazionale. Con la ricetta elettronica, il codice personale del medico e l'invio online il fenomeno dovrebbe essersi azzerato, a meno che il giovane non conceda all'anziano l'uso delle credenziali». Un reato, quello di sostituzione di persona, ipotizzato nel Teatino dopo che in una perquisizione i Nas hanno sequestrato 142 ricette da cui emergerebbe che il medico pensionato firmava al posto del subentrato. Non è detto che i giudici condannino: la Cassazione ha assolto con Sentenza 44667 2015 un medico ligure che per aiutare il "passaggio in cura" di 500 suoi pazienti li visitava lui al posto del subentrato. Denunciati dall'Asl, in appello i due medici hanno subito un sequestro preventivo di 85 mila euro pari a quanto pagato dall'Asl per i 500 pazienti "ereditati" dal medico "giovane". L'Asl ritiene il subentro nullo ma la Cassazione non ha ravvisato la truffa e ha disposto il dissequestro. "Il danno patrimoniale si sarebbe verificato solo se l'Asl avesse pagato la quota paziente a fronte di un'assistenza non prestata, o prestata da soggetto non qualificato, o se avesse dovuto pagare un extra al sostituto". La sostituzione "indebita" può configurare semmai "illecito amministrativo". «Il reato di compravendita di pazienti non c'è, sussiste invece l'evasione - dice Benato - o la truffa ove evidenziata in esposti o denunce».
E deontologicamente? «Imbrigliare un giovane collega con un contratto capestro è contrario al decoro e alla dignità professionale; e, anche se la salute non è un mercato come gli altri, un professionista che condizioni l'ingresso in convenzione di un collega limita l'offerta di salute in un territorio. Devo però dire che negli anni Novanta molti giovani si contendevano poche carenze, oggi l'esodo dei medici di famiglia per ragioni d'età e lo scarso turnover fanno sì che, specie al Nord, ci siano migliaia di pazienti senza medico e la carenza si riempia in tempi record. C'è invece un nuovo fenomeno, la farmacia che affitta ai medici suoi locali adiacenti a prezzi agevolati e così si assicura gli ingressi dei pazienti, eventualità che profila rischi di un altro illecito, il comparaggio». Anni fa, pur contrari alla compravendita, i vertici Fimmg affermarono che al medico in uscita qualcosa va riconosciuto. La Fondazione Enpam identifica questo "quibus" nel lavoro part-time pagato a stipendio pieno, si chiama anticipo della prestazione pensionistica o App ed è una proposta al vaglio dei ministeri: il mmg o pediatra che si pensiona inizia a lavorare a part-time, l'altra mezza giornata c'è il giovane subentrante che prende un compenso massimo per 750 scelte; il medico senior resta formalmente titolare. L'Asl versa al pensionando metà stipendio, l'Enpam versa metà pensione. Una formula a impatto zero sui conti della Fondazione, che però per Caiazza «rischia di introdurre una compravendita legalizzata dalla convenzione, in cui ancora una volta il medico "anziano" sceglie l'erede da solo, a meno di prevedere meccanismi di trasparenza ancora tutti da individuare».
Mauro Miserendino