Turni extra negli ospedali, ora si fanno avanti i privati

Tagli alle liste di attesa, servono 600 medici e mille infermieri La Cbh di Bari: «Siamo pronti, noi abbiamo uomini e mezzi»

giovedì 09 gennaio 2014

Corriere del Mezzogiorno (V.Damiani)

BARI — Trecento medici e 600 infermieri in più, oltre alle grandi macchine, potrebbero dare una mano alla Regione Puglia a realizzare il progetto di abbattimento delle liste di attesa. Sono le forze umane che, nella sola provincia di Bari, le cliniche e gli ambulatori privati mettono a disposizione per attuare la «rivoluzione» annunciata dalla giunta Vendola. Il piano regionale - tenere aperti i reparti di sera dalle 20 alle 24 e la domenica dalle 8 alle 20 per effettuare esami e visite extra - sta incontrando enormi difficoltà: ad oggi, solamente due Asl sono pronte a partire con i turni aggiuntivi, quelle di Foggia e Brindisi, le altre non hanno nemmeno presentato all'assessora Elena Gentile il crono programma. La Regione sta investendo quasi 12 milioni di euro per sei mesi di sperimentazione, ma i sindacati - pur avendo firmato l'accordo - hanno sollevato forti perplessità sulla possibilità di attuare il programma. A loro dire mancano medici, infermieri e tecnici per coprire, senza ripercussioni, i turni ordinari e quelli aggiuntivi. Oggi, nella sede della Cgil, a Bari, ci sarà una riunione tra le associazioni dei lavoratori per fare il punto della situazione e decidere cosa fare. Ma non ci sono solo le perplessità ad ostacolare l'avvio del progetto, le problematiche sono tangibili: l'Asl di Bari, ad esempio, ha ammesso che con le risorse umane e finanziarie a disposizione potrebbe garantire l'apertura serale durante la settimana, ma sabato e domenica non è in grado di effettuare visite ed esami. Una mano potrebbe arrivare, però, dalle cliniche private. «L'iniziativa è meritevole - commenta Max Paganini, presidente regionale dell'Aiop, l'associazione che riunisce gli imprenditori della sanità privata - e noi siamo a disposizione della Regione Puglia nelle forme e nelle modalità che riterrà più opportune». Nel progetto, i privati convenzionati con il sistema pubblico non sono stati coinvolti direttamente; l'assessora Gentile si è limitata a concedere ai direttori generali delle Asl la possibilità, qualora ce ne fosse bisogno, di acquistare dai laboratori e ospedali privati i pacchetti di servizi necessari. In sostanza, i manager delle aziende sanitarie potrebbero, ad esempio, comprare 100 tac oppure 200 risonanze magnetiche se gli ospedali pubblici non dovessero farcela. Il presidente dell'Aiop, però, dà «massima disponibilità» a partecipare anche più attivamente nel piano di abbattimento delle liste di attesa. Tradotto, significa 600 medici e oltre mille infermieri in più a disposizione in tutta la Puglia, oltre all'opportunità di utilizzare le grandi macchine private. «Come Cbh, l'azienda di cui sono il proprietario, su Bari siamo pronti ad aprire le nostre diagnostiche ambulatoriali a qualsiasi ora e tutti i giorni», garantisce Paganini. «Abbiamo uomini e mezzi sufficienti - prosegue - la Regione, se lo vorrà, potrà utilizzarli come meglio crede. La Cbh, d'altronde, è già inserita nel sistema di prenotazione regionale degli esami, il Cup. Nel 2011 - ricorda - a settembre esaurimmo il budget messo a disposizione dalla Regione, nonostante ciò sino a dicembre, volontariamente e gratuitamente, proseguimmo ad effettuare analisi e visite». Vincenzo Damiani