Artrite reumatoide, documentati benefici legati all'impiego della pillola contraccettiva

Gli effetti legati a pathway del sistema nervoso centrale (SNC) piuttosto che dalla soppressione dello stato infiammatorio.

venerdì 28 agosto 2015

Pharmastar

Stando ai risultati di uno studio osservazionale tedesco, pubblicato online ahead-of-print sulla rivista Arthritis Care & Research (1), le donne affette da AR che assumono contraccettivi orali presenterebbero miglioramenti legati ad alcuni outcomes durante i primi 2 anni di malattia. Tali effetti protettivi, secondo gli autori dello studio, sarebbero indotti da pathway del sistema nervoso centrale (SNC) piuttosto che dalla soppressione dello stato infiammatorio.

Da tempo sono disponibili in letteratura dati che suggeriscono un ruolo dei fattori ormonali nello sviluppo dell'AR nel sesso femminile, con studi che hanno documentato un'incidenza più bassa di AR nel corso della gravidanza e, al contrario, un'incidenza più elevata nel corso della peri- e della post-menopausa (2).

Più controverse, invece, sono le osservazioni relative all'impatto dell'impiego di contraccettivi orali (OC) sul decorso della malattia, per la presenza di studi con risultati che depongono a favore o contro l'associazione sopra postulata (3-4).

Per dirimere la questione, gli autori dello studio hanno analizzato gli outcomes relativi allo studio osservazionale multicentrico CAPEA (Course and Prognosis of Early Arthritis), che aveva reclutato 1.301 pazienti tedesche di sesso femminile affette da AR all'esordio (durata inferiore ai 6 mesi) nel quadriennio 2010-2013.
L'attenzione dei ricercatori si è focalizzata su 273 donne della coorte di pazienti sopra menzionata, aventi un'età media di 46 anni, una durata media di malattia pari a 13 settimane all'inizio del periodo di osservazione, mai esposte prima di allora a terapia di sostituzione ormonale, allo scopo di verificare l'esistenza di un'associazione tra l'esposizione ad OC e l'impatto su alcuni outcomes clinici legati all'AR.
Lo studio prevedeva sia la valutazione di alcuni outcomes riferiti dai pazienti - quali il punteggio RAID (Rheumatoid Arthritis Impact of Disease score), l'indice PROFAD (the Profile of Mood and Discomfort) e l'indice RADAI (the Rheumatoid Arthritis Disease Activity Index) – che di alcuni outcomes clinici – conta della articolazioni dolenti e tumefatte, punteggio DAS28 e impiego concomitante di altri farmaci, quali i glucocorticoidi (GC).

Sul totale delle donne considerate per lo studio, il 19% assumeva OC nel corso dello studio, il 63% aveva fatto ricorso in passato ad OC mentre il 18% delle pazienti non aveva mai assunto OC.
Analizzando alcuni dati socio-demografici, è stato osservato che le pazienti con AR che assumevano OC erano più giovani e non-fumatrici, mentre le pazienti che non avevano mai assunto OC mostravano un livello di istruzione più basso.
Analizzando, invece, i dati relativi alla durata di impiego di OC, disponibili per 176 pazienti su 273, 59 donne ricorrevano alla pillola contraccettiva da meno di 10 anni, 69 da 10 a 20 anni e 48 da più di 20 anni.

Dopo aggiustamento dei dati in base all'età, all'indice di massa corporea (BMI), allo status di fumatore e al livello di istruzione, è stato osservato che l'impiego di OC (corrente o passato) si associava, dopo 12 mesi di osservazione, a migliori punteggi RAID, PROFAD, RADAI e FFbH (indice utilizzato nei paesi germanofoni, equivalente, per significato, ai punteggi HAQ che misurano il grado di disabilità) rispetto a quelli riportati dalle pazienti che non avevano mai assunto OC (p<0,05 per tutti gli indici riportati). Inoltre, dopo 24 mesi, i punteggi medi RAID sono migliorati in modo statisticamente significativo nelle donne che ricorrevano o che avevano fatto ricorso alla pillola contraccettiva rispetto a quelle che non avevano mai assunto OC (p<0,001).
Lo studio ha anche documentato che i marker infiammatori obiettivi (VES, CRP o conta della articolazioni tumefatte) non erano associati con l'impiego di OC.
Inoltre, non è stata dimostrata l'esistenza di una possibile associazione tra l'impiego di OC e quello di farmaci concomitanti (DMARD, farmaci biologici, FANS) a 12 mesi, anche se è stato osservato che le donne che non avevano mai assunto OC avevano una probabilità maggiore di essere trattate con GC (OR=1,6; IC95%= 0,94-2,9, P=0,08) e che tale probabilità tendeva a quadruplicare in quelle più compromesse a livello funzionale  (OR=4,2; IC95%=1,6-11).
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio ritengono che le loro osservazioni possano essere giustificate dall'esistenza di dati in letteratura che supportano l'esistenza di una relazione tra l'impiego di estrogeni e il benessere psicologico (5-6). Inoltre ricordano che studi sperimentali (7) hanno documentato come l'impiego pregresso di OC possa determinare l'insorgenza di effetti duraturi sul SNC a livello di alcune citochine, con lievi incrementi delle modifiche indotte dagli estrogeni sull'asse ipotalamico-ipofisario-surrenalico (HPA).
Sono ora necessari nuovi studi in grado di confermare la bontà di questi ipotesi.