FNOMCEO: Aggressioni ai medici, 1 su 2 è stato attaccato nell'ultimo anno

I dati sono stati presentati a Roma alla presenza del ministro Giulia Grillo al Comitato Centrale Fnomceo

giovedì 13 giugno 2019


Doctor 33

Il 50% dei circa 5000 professionisti sanitari intervistati afferma di aver subito aggressioni verbali nel corso dell'ultimo anno, mentre il 4% denuncia episodi di violenza fisica. Questi alcuni dei dati preliminari forniti dall'analisi del questionario messo online alcuni mesi fa dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) allo scopo di ottenere numeri aggiornati e completi sul fenomeno, percepito ormai come una vera e propria emergenza di sanità pubblica, al punto da spingere la presentazione di un apposito disegno di legge che, come precisa la Fnomceo nel comunicato diramato, è ancora fermo in Parlamento.

I dati, presentati a Roma alla presenza del ministro Giulia Grillo al Comitato Centrale Fnomceo, sono eloquenti. Al questionario, proposto dall'Associazione Scientifica Nazionale Hospital & Clinical Risk Managers e sviluppato da Alberto Firenze dell'università di Palermo, hanno partecipato più di 5000 operatori sanitari, per la maggior parte medici (il 73%, tra ospedalieri, del territorio, convenzionati, liberi professionisti e membri di strutture pubbliche o private), ma anche ostetrici (5%), infermieri (3%) e Odontoiatri (3%). Maggiore la partecipazione femminile, con il 56% dei questionari inviati. A livello di partecipazione regionale, al primo posto il Piemonte 821%), seguito da Lombardia (16%), Puglia (12%) e Toscana (9%).
Più del 56% di quanti hanno subito violenza riteneva l'aggressione prevedibile, sebbene il 78% non sia a conoscenza dell'esistenza o meno di procedure aziendali finalizzate alla prevenzione o alla gestione di questi episodi. Il 38% si sente poco o per nulla al sicuro, mentre per più del 46% la possibilità di venire aggredito genera molta preoccupazione.
«Uno dei dati a nostro avviso più allarmanti - spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - è la rassegnazione che emerge dalle risposte dei nostri colleghi: il 48% di chi ha subito un'aggressione verbale ritiene l'evento 'abituale', il 12% "inevitabile", quasi come se facesse parte della routine o fosse da annoverare tra i normali rischi professionali. Le percentuali cambiano di poco in coloro che hanno subito violenza fisica: quasi il 16% ritiene l'evento "inevitabile", il 42% lo considera "abituale"».
Una percezione «falsata e quasi rassegnata» gravida di effetti collaterali: «la mancata denuncia alle autorità, l'immobilismo dei decisori, ma anche il burnout dei professionisti, con esaurimento emotivo, perdita del senso del sé e demotivazione nello svolgimento della professione».
«La Fnomceo non ci sta, e grida il suo "Basta!" a ogni forma di violenza contro chi chiede soltanto di poter curare il prossimo in serenità e sicurezza».