Molise, indennità Mmg sotto scacco. In tribunale i medici vincono il primo round

La Corte dei Conti che in alcuni casi aveva ravvisato duplicazioni di somme già erogate nell'Accordo nazionale.

venerdì 24 maggio 2019

Doctor News

E' successo in altre regioni come Abruzzo e Basilicata, anche in Molise le indennità stabilite dagli accordi integrativi alla convenzione nazionale sono state rimangiate dai sacrifici fatti per rientrare dal deficit. In parte, magari concordandole con i medici, o in tutto, con la Corte dei Conti che in alcuni casi ha ravvisato duplicazioni di somme già erogate nell'Accordo nazionale.

In Molise sono accadute entrambe le cose: nel 2012 si è concordato con i sindacati un prelievo sulle indennità fissate dagli accordi integrativi, per contribuire al piano di rientro, ma doveva durare fino a metà 2014, invece si è protratto; a metà dello scorso maggio invece, il Commissario Angelo Giustini su input della Corte dei Conti Regionale ha interrotto l'erogazione delle indennità assicurativa e pediatrica ai medici di continuità assistenziale, e si apre l'incubo delle trattenute per somme che "non s'avevano da dare". Peraltro, sul fronte delle "vecchie" indennità i medici una vittoria l'hanno ottenuta, dal Tribunale di Campobasso, cui è arrivato un ricorso del sindacato Fismu patrocinato dagli avvocati Antonio Puliatti e Antonella Lalli. La Regione, in piano di rientro al 2007 è commissariata dal 2011, nel 2012 l'allora commissario ad acta concorda - a voce non con accordo scritto - con i sindacati una decurtazione del 20% sul 2013 e del 10 ulteriore nel 2014 per una serie di indennità aggiuntive, riguardanti tra l'altro le prestazioni particolari (misurazione glicemie in studio, ad esempio), l'assistenza domiciliare programmata, il Fast Cup per prenotare agli assistiti l'esame dallo studio del medico di famiglia. Il prelievo doveva fermarsi a metà 2014 ma è continuato gli anni successivi, Fismu ha chiesto l'annullamento del decreto 28 che lo dispone o in alternativa la restituzione delle somme trattenute da luglio 2014.

 «Lo abbiamo fatto, a differenza di altre sigle, ricorrendo al giudice ordinario a Campobasso e il tribunale ha preso atto che non c'è alcun accordo scritto, e soprattutto nessuno ha stabilito che il "sacrificio" concordato a voce tra regione e sindacati medici per non far saltare il banco si sarebbe dovuto protrarre fino ai giorni nostri. Come invece è accaduto, con visite domiciliari da 23 euro scese a un valore di 8-9 euro», spiega Ernesto La Vecchia, esponente di punta del sindacato Fismu in Molise. «Con i conteggi di soli due anni - esemplifica La Vecchia- io massimalista di sola ADP dovrò riavere 8500 euro ma ci sono colleghi che aspettano fino a 25 mila euro in totale, contando anche gli anni successivi al 2015. In media, la decurtazione in busta paga in questi anni è stata tra i 500 e i 600 euro mensili per un medico di assistenza primaria. Due cose tengo a dire: la sentenza interessa tutta la categoria, non solo i ricorrenti, e l'Azienda dovrà riportare le voci dell'Accordo del 2007 allo "status quo" quanto prima: stop ai tagli».

Ma non è finita. Sempre a partire dall'integrativo 2007 la Procura della Corte dei Conti ha scoperto ora un possibile danno erariale per 5,8 milioni stavolta sulla continuità assistenziale, che ha percepito per anni l'indennità per il ristoro dell'uso della propria auto al posto dell'aziendale, 1,70 euro orari, e l'indennità per la frequentazione e il superamento di corsi pediatrici per affrontare l'assistenza ai minori, euro 1,30 orari. In particolare, la prima duplicherebbe un'indennità già esistente nell'accordo nazionale. «Ci stiamo muovendo anche su questo capitolo -dice La Vecchia -i media hanno impropriamente accusato i colleghi di affossare la sanità regionale. In questo caso si tratta di soldi per gli atti vandalici al mezzo, voce diversa da quella nazionale, e per corsi che andavano fatti ma che le aziende non erogano. E per di più, per 5 anni la Regione non ha fatto uscire le zone carenti, significa che il 70% dei medici di continuità assistenziale qui è sostituto, e in queste condizioni la Regione nulla ha detto sul fatto che i bambini venissero regolarmente visitati e curati (bene) dai questi colleghi. Peggio ancora, non sono stati fatti i conteggi di quanto spetti a ciascun collega, che però ora si trova prelievi anche superiori al quinto dello stipendio, 700 euro su 2300, cioè irregolari ai sensi di legge. Contro tutto questo ci opporremo».

Mauro Miserendino