Blitz in un centinaio di studi medici questionari ai pazienti sugli onorari

La finanza chiede aiuto ai clienti: multe se non collaborano

giovedì 18 luglio 2013

GIULIANO FOSCHINI (Repubblica Bari)

NEI prossimi giorni a casa di molti baresi arriverà una lettera della Guardia di finanza. Poche paginette con un questionario allegato: dovranno rispondere su alcune visite che negli anni scorsi hanno ricevuto in alcuni tra gli studi medici più importanti della città. Le Fiamme gialle del secondo nucleo operativo del Gruppo Bari hanno infatti avviato a Bari un controllo fiscale su un centinaio di professionisti. L’obiettivo è capire se tutto è stato dichiarato al fisco oppure c’è stato un tentativo di nascondere allo Stato i guadagni.

Gli accertamenti sono partiti a campione ma su larga scala. Il primo punto è stato acquisire le agende degli appuntamenti (nel caso dei dipendenti pubblici, dovrebbero essere gestite direttamente dai Cup degli ospedali), i blocchi degli appunti e chiaramente le matrici delle fatture rilasciate dagli studi. Il secondo step è quello in corso: chiedere ai clienti i riscontri per ogni singola prestazione. E così viene domandato nel questionario «da chi ha ricevuto le prestazioni mediche», che «tipo di prestazione medica ha ricevuto », se la «prestazione ha interessato la sua persona o altri familiari », «in che fase sono le cure », «quando sono cominciate», quante «sedute ci sono state» e quanto «ha pagato» e quando per ciascuna delle prestazioni ricevute. Infine viene chiesta la presentazione della fattura e delle eventuali matrici degli assegni attraverso i quali sono avvenuti i pagamenti.

I cittadini non sono tenuti a esibire la fattura. Se non la conservano, basta dirlo. Ma è opportuno che raccontino tutta la verità perché a rischiare sono anche loro: devono raccontare il vero, anche se c’è stato un pagamento a nero non sono punibili con alcuna sanzione. Ma qualora forniscano «dati, notizie, elementi e documenti con dati incompleti o non veritieri» o se si «rifiutino di rispondere al questionario inviato o con risposte false o parziali» rischiano una multa di duemila euro.

Tra l’altro la Finanza è in grado di controllare con abbastanza facilità se in qualche modo viene detto il falso oppure se ci sono condotte omissive, visto che in mano hanno comunque le carte acquisite negli studi medici.

In alcuni casi hanno trovato anche le agende “parallele” degli appuntamenti. In ogni caso riescono a ricostruire con relativa certezza il numero degli appuntamenti, la frequenza e l’eventuale presenza di acconti. Un sistema del genere verrà utilizzato non soltanto per i medici ma per tutte le categorie professionali, compreso gli artigiani. Il rischio per i cittadini che dovessero mentire è certificato da quanto già accaduto proprio a Bari per gli affitti in nero: centinaia di persone, molti dei quali studenti, sono stati costretti a pagare la contravvenzione per aver mentito davanti all’autorità inquirente che chiedevano informazioni sul loro alloggio.

Il comparto sanità è comunque considerato dagli investigatori uno di quelli più permeabili, non fosse altro per le resistenze che in questi anni la categoria ha avuto nei confronti dei controlli: nonostante la legge lo imponga, non tutti i reparti degli ospedali hanno le agende centralizzate. Si continua a prenotare direttamente nello studio del professionista senza passare dal Cup come invece dovrebbe essere. Una circostanza questa che ha anche un secondo livello di criticità: le liste di attesa. Proprio la Finanza ha da tempo in piedi un’indagine permanente sulla durata delle liste di attesa negli ospedali pubblici. Il sospetto è che alcuni professionisti le tengano appositamente lunghissime (per dire, una visita dermatologica a Bari oggi si prenota per novembre del 2014) in modo tale da favorire l’attività negli studi privati a pagamento.

L’indagine al momento è unicamente di tipo amministrativo. Il controllo è a campione ma comunque si sta lavorando su chi ha dichiarato cifre molto basse o comunque incongrue rispetto a una serie di parametri. Qualora venisse accertata un’evasione importante, scatterebbe - così come prevede la legge - la denuncia alla Procura.