L'Ordine dei medici "Non è terrorismo qui se hai il cancro vivrai di meno"
La campagna: «Ho un tumore, in Norvegia sopravviverei di più».
venerdì 25 marzo 2016

L'immagine della donna martoriata dagli effetti collaterali della chemioterapia, è un pugno nello stomaco.
Benvenuti al Sud. Dove gli Ordini dei medici di Bari e Napoli mettono in piedi questa campagna pubblicitaria shock. Non per denunciare un'emozione improvvisa, ma per raccontare con la forza delle parole e della fotografia i grattacapi di un sistema sanitario che, in particolare da queste parti, fa acqua.
Non è un film. «Stiamo divulgando un dato scientifico» dice Filippo Anelli, il presidente dei dottori all'ombra di san Nicola che non sa più a quale beato votarsi: «Uno studio degli oncologi dell'Istituto superiore di sanità, dimostra che la sopravvivenza di chi da cinque anni ha un cancro è più alta nei paesi del Nord Europa. Sono quelli che investono di più nell'assistenza pubblica». Non accade in questo pezzo di mondo. Anzi. «Il fatto è» spiega Anelli «che la suddivisione del fondo sanitario nazionale avvantaggia sempre e comunque le regioni settentrionali. Questo perché la distribuzione dei quattrini tiene conto esclusivamente dell'anzianità della popolazione».
La conclusione suona agghiacciante: un tarantino ancorché più giovane, chessò, di un bolognese, proprio in quanto tale corre il pericolo di morire più rapidamente dopo essere stato colpito da una qualunque neoplasia. Anelli: «La verità è che il cosiddetto fondo di riparto dovrebbe tenere conto anche, e soprattutto, dei problemi ambientali.
L'Uva nel capoluogo ionico o la centrale a carbone di Brindisi, così come la Terra dei fuochi, provocano talmente tanti guai alla gente, di qualsiasi età, che la spesa sanitaria per questi territori dovrebbe aumentare, non diminuire un anno via l'altro». Cartelloni e filmati è come se materializzassero il classico messaggio in bottiglia lanciato nel mare dei pasticci rappresentato dalle cure difficili da offrire. «I destinatari di questa comunicazione sono innanzi tutto i governatori. Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. Entrambi devono farsi portavoce di una nuova questione meridionale. Come stanno le cose, non si può andare avanti» taglia corto Anelli. Perché, come predicava Marziale, il più importante epigrammista in lingua latina, «la vita non è vivere, ma vivere in buona salute».