Studenti fuorisede, addio medico di base
L'ateneo: "Non abbiamo scelta, è la spending review"
mercoledì 20 marzo 2013

La Repubblica ed. Bologna
E’ saltata la copertura sanitaria per gli universitari fuorisede. E gli studenti, senza più medico di base a cui ricorrere in città, gratuitamente, in caso di necessità, protestano. A denunciarlo è la Rete degli universitari di Bologna con la Rete degli studenti dell’Emilia Romagna.
E’ saltata la copertura sanitaria per gli universitari fuorisede. E gli studenti, senza più medico di base a cui ricorrere in città, gratuitamente, in caso di necessità, protestano. A denunciarlo è la Rete degli universitari di Bologna con la Rete degli studenti dell’Emilia Romagna.
“La convenzione con la Asl di Bologna, che permetteva di usufruire di visite mediche generaliste e specialistiche, è stata annullata dal Collegio dei revisori dell’Ateneo per mancanza di copertura economica e per restrizioni legali sopraggiunte”, scrivono le associazioni studentesche. “Non vogliamo criminalizzare l'Ateneo, che pure ci ha garantito aver fatto tutto il possibile, ma chiediamo di essere convocati subito perché si proceda ad una capillare e chiara informazione degli studenti fuorisede ad ora scoperti dall’assistenza del servizio sanitario nazionale e perché di raccordo con gli enti locali si costituisca un presidio medico d'emergenza all'interno di ogni campus”.
L’assistenza sanitaria per i fuorisede, che potevano mantenere il proprio medico di famiglia nella città di provenienza, era stata approvata anche quest’anno dagli organi accademici, poi bloccata all’esame della
sostenibilità finanziaria. “Ora chiediamo che questa convenzione sia ripristinata”, insiste Angelo, della rete degli universitari.
La denuncia degli universitari corre via Facebook. Dal titolo: “Unibo: Diritto allo salute... notizie belle da morire! Convenzione sanitaria per i fuorisede annullata”.
L'ateneo: "Non si può pagare due volte lo stesso servizio". Lo stop del medico di base per i fuorisede non è una scelta dell'università, ma deriva da una legge, la 68 del 2012, che rientra nella spending review del governo Monti.
In sostanza, impedisce agli enti pubblici (come è l'ateneo bolognese) di pagare per due volte lo stesso servizio: visto che gli studenti di altre città iscritti all'università di Bologna hanno già il loro medico nei luoghi di residenza, l'Alma Mater non può più pagare, come fa dal 2006, circa 80.000 euro l'anno all'Ausl per fornire una copertura sanitaria anche sotto le Due Torri.
Per questo è arrivato lo stop dei revisori dei conti alla nuova convenzione triennale con l'azienda sanitaria. "Non abbiamo scelta", spiega il prorettore agli studenti Roberto Nicoletti. "I revisori dei conti ci hanno bloccato la convenzione con l'Ausl a partire dal 2 aprile. A questo punto gli studenti hanno due possibilità. O si scelgono un medico di base a Bologna oppure vanno da un medico specialista". Questa è infatti l'opzione a cui sta lavorando l'ateneo.
L'intenzione è chiudere a breve una nuova convenzione con l'Asl per consentire ai fuori sede di rivolgersi direttamente agli specialisti, che non rientrano nelle limitazioni della legge. Insomma, spiega ancora Nicoletti, "lo studente che avrà mal di gola non andrà dal medico di base ma potrà andare dall'otorino". Il pericolo è infatti che le migliaia di fuori sede si rivolgano per ogni esigenza ai pronto soccorso. "Dal punto di vista sanitario è un rischio", sottolinea Nicoletti. "Noi siamo in perfetta buona fede. Non è una riduzione di risorse dell'ateneo, anzi spenderemo la stessa cifra o forse qualcosa in più per la medicina specialistica".
In sostanza, impedisce agli enti pubblici (come è l'ateneo bolognese) di pagare per due volte lo stesso servizio: visto che gli studenti di altre città iscritti all'università di Bologna hanno già il loro medico nei luoghi di residenza, l'Alma Mater non può più pagare, come fa dal 2006, circa 80.000 euro l'anno all'Ausl per fornire una copertura sanitaria anche sotto le Due Torri.
Per questo è arrivato lo stop dei revisori dei conti alla nuova convenzione triennale con l'azienda sanitaria. "Non abbiamo scelta", spiega il prorettore agli studenti Roberto Nicoletti. "I revisori dei conti ci hanno bloccato la convenzione con l'Ausl a partire dal 2 aprile. A questo punto gli studenti hanno due possibilità. O si scelgono un medico di base a Bologna oppure vanno da un medico specialista". Questa è infatti l'opzione a cui sta lavorando l'ateneo.
L'intenzione è chiudere a breve una nuova convenzione con l'Asl per consentire ai fuori sede di rivolgersi direttamente agli specialisti, che non rientrano nelle limitazioni della legge. Insomma, spiega ancora Nicoletti, "lo studente che avrà mal di gola non andrà dal medico di base ma potrà andare dall'otorino". Il pericolo è infatti che le migliaia di fuori sede si rivolgano per ogni esigenza ai pronto soccorso. "Dal punto di vista sanitario è un rischio", sottolinea Nicoletti. "Noi siamo in perfetta buona fede. Non è una riduzione di risorse dell'ateneo, anzi spenderemo la stessa cifra o forse qualcosa in più per la medicina specialistica".