Visite medicosportive non piace il ricorso ai privati
Sulla proposta di legge regionale la Federazione medico sportiva (Fmsi) e i servizi di Medicina dello sport delle Asl esprimono forte preoccupazione
domenica 07 luglio 2013
Gazzetta del Mezzogiorno
BARI - «La proposta di aprire ai centri privati le visite di idoneità medico-sportiva per l’agonismo comporta, così come avanzata, un forte rischio di improvvisazione». Sulla proposta di legge regionale firmata dai consiglieri Nino Marmo (Pdl) e Fabiano Amati (Pd) approvata in seconda commissione, il Coni Puglia, la Federazione medico sportiva (Fmsi) e i servizi di Medicina dello sport delle Asl esprimono forte preoccupazione.
BARI - «La proposta di aprire ai centri privati le visite di idoneità medico-sportiva per l’agonismo comporta, così come avanzata, un forte rischio di improvvisazione». Sulla proposta di legge regionale firmata dai consiglieri Nino Marmo (Pdl) e Fabiano Amati (Pd) approvata in seconda commissione, il Coni Puglia, la Federazione medico sportiva (Fmsi) e i servizi di Medicina dello sport delle Asl esprimono forte preoccupazione.
«Saremmo anche d’accordo sull’ampliamento del numero dei centri convenzionati e abilitati al rilascio dei certificati medico- sportivi» dichiara il presidente del Coni Puglia Elio Sannicandro, «ma è necessario stabilire regole precise che salvaguardino la salute degli atleti. Considerato che le visite e i certificati medico-sportivi riguardano solo l’attività agonistica - che si svolge sotto l’egida delle Federazioni sportive del Coni - è indispensabile una condivisione e un confronto con le istituzioni sportive che conoscono bene la materia operando nel settore. Gli sport sono molto diversi tra loro».
La proposta presentata è definita «piuttosto superficiale e inadeguata»: sul tema bisognerebbe uniformarsi e approfondire gli esiti del decreto Balduzzi, che ha recentemente apportato modifiche significative per le visite mediche non agonistiche; senza dimenticare la sentenza del Tar Puglia che avrebbe già «liberalizzato » la possibilità di rilascio dei certificati medico-sportivi complicando ancora di più il quadro.
«Manca una legge regionale organica sugli aspetti medico-sportivi - dichiara il presidente regionale della Fmsi, Mimmo Accettura - che andrebbe condivisa con chi opera da decenni nel settore. Pur prevedendo un ampliamento dei centri specializzati e delle convenzioni, va salvaguardata la qualità del servizio che si ripercuote sulla salute degli atleti. Molti sport richiedono esami specialistici in varie branche della medicina sportiva, con visite e analisi che coinvolgono cardiologia, neurologia, apparato respiratorio, oculistica ecc… I centri medici privati diretti da medici specialisti nello sport dovrebbero assolutamente rispondere a requisiti idonei per qualità e complessità del servizio; si parla di un albo regionale, ma chi certifica l’attività, le qualifiche dei medici che collaborano?». Finora gli unici deputati a rilasciare i certificati sono stati i centri della Fmsi, riconosciuti dal Coni, e i servizi di medicina dello sport delle strutture sanitarie pubbliche e delle Asl.
«Vorremmo evitare, - conclude il Salvatore Valente, responsabile di branca della Asl/Ba - che interessi lobbistici o banali opportunità commerciali determinino il rischio di un abbattimento della qualità delle visite mediche».
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