Brindisi: Tangenti per la Tac: sette indagati all'Asl sequestrati gli atti
L'accusa: soldi in cambio di appalti
mercoledì 30 ottobre 2013

Forniture di Tac negli ospedali brindisini, tra cui anche il Perrino del capoluogo, assegnate grazie alla promessa di incassare soldi extra da parte di alcuni tecnici dell'Asl.
C'è un'indagine, coordinata dai Nas di Napoli in collaborazione con i colleghi di Taranto che apre uno squarcio sui meccanismi adottati per le forniture in tutto il Sud Italia. Ed è quest'inchiesta alla base delle perquisizioni di ieri nella sede dell'ex Di Summa. Il pm Marco D'Agostino ha iscritto nel registro degli indagati sette persone tra dipendenti dell'Azienda sanitaria locale di Brindisi e altri soggetti coinvolti nella fornitura: il reato contestato è concussione per induzione. Il capo dell'Ufficio tecnico Vincenzo Corso ed altri dipendenti avrebbero chiesto denaro ad alcune ditte, di cui sono indagati anche i responsabili, per l'assegnazione di appalti per la fornitura di quattro macchinari diagnostici per altrettanti ospedali della provincia. Ma l'inchiesta rientra in un quadro geograficamente molto più ampio che sta coordinando il colonnello Marino Mariano e che coinvolge diverse aziende che hanno denunciato il sistema di assegnazione degli appalti anche in altre regioni oltre la Puglia relativamente alle forniture sanitarie.
Gli indagati sono: Vincenzo Corso, di Brindisi, 60 anni, ingegnere e direttore dell'Area tecnica della Asl di Brindisi; Tommaso Vigneri, 53 anni, di Bari, amministratore unico della ditta Sved Srl; Luigi Dell'Atti, architetto, di San Pietro Vernotico; Carmelo Bavaro, ingegnere di Giovinazzo, 49 anni; Alessio Tedesco, 34 anni, ingegnere di Brindisi; Gianluca Pisani, di Brindisi, 42 anni, ingegnere addetto all'Area gestione tecnica della Asl di Brindisi e responsabile unico del procedimento; Donato Morea, di Bari, 58 anni, ingegnere e procuratore speciale della ditta Sved.
Ieri mattina 19 carabinieri hanno eseguito le prime otto perquisizioni: una nella sede dell'Asl che si trova all'interno dell'ex Di Summa e le altre nelle abitazioni di alcuni dei sette indagati. Sono stati acquisiti tutti i documenti relativi alle forniture, dalle fatture ai contratti, ma anche i computer aziendali e personali degli indagati. I carabinieri sono alla ricerca di prove documentali e tracce economiche per verificare l'effettivo pagamento di tangenti per ottenere l'aggiudicazione degli appalti.
«Sono a conoscenza delle perquisizioni ma non ho nulla da dichiarare», si è limitata a commentare il direttore generale Paola Ciannamea che, appena quattro giorni fa, era stata ricevuta dal governatore Nichi Vendola per la violenta aggressione subita dal direttore amministrativo Stefano Rossi. Lei stessa, la scorsa estate, aveva ricevuto minacce con una busta che conteneva proiettili. Entrambi gli episodi intimidatori non sono però collegati a questa indagine che parte dalla Campania mentre i sospetti per l'aggressione a Rossi e le minacce a Ciannamea sarebbero legate a questioni locali.
Lo scorso venerdì proprio Vendola aveva confermato la sua assoluta fiducia nei confronti dei due dirigenti anche, in una telefonata, al procuratore capo Marco Dinapoli. Ben lontani dall'ipotesi che alcuni dipendenti fossero già monitorati per questa sospetta concussione che avrebbe portato all'acquisto di ben quattro Tac per gli ospedali brindisini; una di queste al Perrino. Ai dipendenti dell'Asl viene contestato l'articolo 319 quater che, secondo la recente legge Severino, è un reato applicabile sia ad un pubblico ufficiale sia dall'incaricato di un servizio pubblico che «abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induca taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro od altra utilità».