Influenza di stagione virus è più resistente
Ora è tempo di vaccinarsi La previsione è di circa 7 milioni di italiani costretti a letto
lunedì 28 novembre 2016

Il picco vero e proprio arriverà tra dicembre e gennaio I sintomi: dolori, spossatezza e patologie intestinali I consigli: non uscire prima di essere guariti e bere molto di Raffaele Nespoli Un nuovo sbarco, stavolta dalle coste libiche e anche molto pericoloso. Non si tratta di migranti, né di terroristi. Ad arrivare dalla Libia è il virus dell'influenza del ceppo A/H3 e le premesse sono delle peggiori: la previsione è infatti di mettere a letto circa 7milioni di Italiani, con un picco per coloro che sono nella fascia d'età tra i 50 e i 60 anni. «In realtà -spiega Salvatore Maratta, medico di medicina generale -quest'anno oltre alla modificazione del ceppo A dovremo fare i conti anche con una modificazione del ceppo B». Insomma, si prospetta un inverno da non sottovalutare. Ma cosa significa dover affrontare ceppi "mutati"? Ma-rotta lo spiega con un esempio: «E' un po' come se quest'anno ci trovassimo a fare i conti con ceppi di virus che si sono "vaccinati" contro le nostre difese. Quindi, questi virus hanno una maggiore resistenza e possono creare qualche problema in più. Non a caso l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato un allarme influenzale che è un gradino più in su dello scorso anno».Di qui un nuovo invito alla vaccinazione. Maratta ripete che mai come quest'anno l'influenza può portare complicanze e che i soggetti a rischio dovrebbero affrontarla con tutte le precauzioni del caso. «Purtroppo - aggiunge - abbiamo giù avuto qualche caso e sappiamo che la stagione sarà severa, ma il picco vero e proprio arriverà tra dicembre e gennaio, con code che si protrarranno anche nei mesi a seguire». La notizia è dunque che quest'anno l'influenza potrebbe non solo rovinare le feste a moltissimi italiani, ma anche l'anno nuovo. Meglio allora non farsi trovare impreparati e conoscere quelle poche ma essenziali regole da adottare quando arriva la febbre. «Il primo consiglio - dice il medico - è sempre quello di non sottovalutare i sintomi e di concedersi un po' di riposo. Quest'anno l'insidia maggiore dei virus influenzali sembra essere il veloce salto di temperatura. Si passa rapidamente e in maniera del tutto inattesa da una fase di incubazione a temperature che possono facilmente superare i 38 gradi. E poi i classici sintomi, quali dolori generalizzati e spossatezza. Inoltre, stiamo vedendo anche molte patologie intestinali». Marotta consiglia di non uscire di casa prima di essere guariti a dovere, perché quest'influenza può causare anche bronchiti o polmoniti. Per curarsi bastano nella maggior parte dei casi presidi medici da banco, quali 0 paracetamo-lo, e poi come sempre tanta acqua. «Tenersi idratati - conclude il medico - è fondamentale» .Lo è soprattutto negli anziani, che vista l'età sono por- tati a bere meno del dovuto anche in condizioni normali. E per quel che riguarda l'influenza, superata una certa età, ci sono dei rischi in più ai quali prestare attenzione. Lo spiega con chiarezza la geriatra Titti Pavese. «Il pericolo più grande - avverte - non è l'influenza in sé, è l'allettamento. Purtroppo nel nostro Paese non c'è ancora un'adeguata cultura del rischio legato all'ipomobilità. Anche con la febbre, è bene che le persone più anziane stiano a riposo in posizione seduta, e comunque non dovrebbero trascorrere a letto più di 24 ore». La dottoressa spiega che di norma l'influenza passa in circa 4 giorni, mentre il danno più grave che può essere connesso all'allettamento, le piaghe da decubito, sono un gravissimo rischio. «Per gli anziani - aggiunge - trascorrere troppo tempo a letto può essere deleterio per la possibile riduzione o perdita di tutte le abilità con-nesse alla vita quotidiana. Questo - sottolinea - è un grave problema». Altro tema, come detto, è quello dell'idratazione. In questi casi è infatti molto semplice che si possa arrivare ad una condizione di disidratazione che a sua volta può generare uno squilibrio elettrolitico che può portare a problemi cognitivi. Pavese insiste molto sull'esigenza di far bere l'anziano, perché - spiega - con l'età si perde lo stimolo alla sete. Al di là di quelle che sono le conseguenze dell'influenza, e concentrandosi invece sulle temperature, la geriatra chiarisce che «non ci dev'essere alcun allarme sino ai 38 gradi, se il termometro sale oltre è bene consultare il medico. Ciò non vuol dire che i valori più bassi debbano essere trascurati. Io stessa - conclude - pur essendo una specialista territoriale, porto a termine molte visite domiciliari». Per evitarle e mettersi al riparo da situazioni pericolose, oltre i 65 anni è bene sempre sottoporsi al vaccino antinfluenzale. Tema molto caro a Paolo Bonanni, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene. «L'importanza dei vaccini, e quindi anche di quello antinfluenzale - dice - è legata al fato di metterci al riparo dalla malattia o dalle complicanze che può generare. Per l'influenza il primo obiettivo è proteggere il paziente proprio dalle complicanze, non tanto dalla malattia. Infatti, chi si vaccina può anche contrarre una forma lieve di influenza, ma il decorso sarà ben più semplice». Anche dal professor Bonanni arrivano forti raccomandazioni alla prevenzione. «La vaccinazione va fatta da tutte le persone che hanno più di 65 anni, e comunque a tutti i soggetti a rischio».Im-pressionante è il numero di decessi che in Italia ogni anno sono legati al virus influenzale. «Parliamo di circa 8.000 morti, e il numero è sottosti- mato». La vaccinazione e un problema che deve riguardare solo gli over 65? «Dovrebbero vaccinarsi anche i più giovani se hanno malattie croniche che possono portare a complicanze del virus. Chi ha una malattia oncologica è ad alto rischio. Purtroppo però continuano a girare informazioni fuorvianti sulle vaccinazioni e questo è paradossale. Abbiamo armi efficacissime per la nostra salute e non le usiamo a dovere». Quello del quale parla Bonanni è un po' il paradosso dell'efficacia. I vaccini sono storicamente talmente efficaci da non lasciare traccia nelle nuove generazioni della loro stessa importanza. Molti genitori di oggi non hanno vissuto e non ricordano i danni delle grandi epidemie. Alcuni sono addirittura convinti che dietro i vaccini si nasconda chissà quale complotto o lobby. Ma questo è un altro discorso. E' bene sapere proprio questo: è il momento di fare l'iniezione. Il vaccino, perché sia efficace, va fatto prima del picco influenzale. «Ogni regione -conclude Bonanni - ha una sua organizzazione. Ad ogni modo basta prendere contatto con il medico di famiglia o con la propria Asl di appartenenza e prenotarsi. Niente paura se dopo la puntura si nota un piccolo arrossamento della parte o se dovesse sopraggiungere qualche linea di febbre». La vaccinazione, insomma, non è mai un rischio. Il vero pericolo è scegliere di non feria