Sì definitivo alla legge sull'autismo Ma senza nuovi fondi

Un impianto in sei articoli, a saldi invariati, che introduce l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza (Lea) dei trattamenti specifici

giovedì 06 agosto 2015

Avvenire

Autismo, ok alla legge nazionale Per la prima volta in Italia inserito nei Lea e linee guida triennali Alessia Guerrieri Roma Lm Italia ha una legge sull'autismo. * Con il voto, in terza lettura e in sede deliberante, ieri in commissione Sanità al Senato, il nostro Paese per la prima volta si dota di un testo interamente dedicato al disturbo sullo spettro autìstico (Dsa), la sindrome che colpisce nel nostro Paese quasi un bambino su 100, mentre negli Stati Uniti l'incidenza è di 1 su 68.

Un impianto in sei artìcoli, a saldi invariati, che introduce l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza (Lea) dei trattamenti specifici per l'autismo, l'aggiornamento triennale delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura del Dsa, che da ora in poi non si fermerà ai 18 anni, ma includerà pure l'età adulta. In più, si preme sull'acceleratore nella ricerca sul campo, per individuare nuove terapie e innovativi percorsi educativi, ma anche meccanismi moderni che consentano la diagnosi in età neonatale. Oggi in Italia l'infausta notizia arriva ai genitori in media entro il terzo anno d'età del figlio; in molti casi però si aspettano persino anni per avere la certezza di essere in presenza di un caso di autismo conclamato.

Da oggi in avanti, perciò, da nord a sud si potranno avere gli stessi interventi, tutti a carico del Sistema sanitario nazionale proprio perché inseriti nei Lea, che garantiscono la tutela della salute. I pro- getti individualizzati previsti nella legge, infatti, consentiranno il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, oltre che la diffusione a livello nazionale delle buone pratiche e-ducatìve. Sull'autismo, in realtà, patologianeuro-psi-chiatrica ancora dai contomi sconosciuti che si esprime in forme molto diverse tra loro, la teoria della macchia di leopardo tìpica della salute in Italia è ancora più evidente.

Con questa norma invece, votata praticamente all'unanimità ad eccezione dei grillini, si stabilisce con certezza l'impianto di diritti sanitari e sociali per gli autistici, favorendo anche tutte quelle eccellenze di educazione e socializzazione di cui è ricco il nostro Paese. Ecco perché sin dalle cariche più alte dello Stato fino alle associazioni, il voto viene considerato «un'ottima notizia», «un salto di qualità» e «un segno di civiltà», con il presidente della Camera Laura Boldrini che dice convinta: «La legge migliorerà la vita di tante persone». Ad essere apprezzati soprattutto i tempi rapidi per il disco verde sia alla Camera che ha licenziato meno di un mese fa il testo modificato e l'ok ieri in sede deliberante al Senato, chiesta dal numero uno di Palazzo Madama.

È infatti la prima legge «frutto di un grande lavoro condiviso», ricorda il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che darà «un sostegno concreto a tante famiglie» aggiunge il sottosegretario Vito De Filippo. Davanti si ha «un risultato molto soddisfacente» dopo tanto lavoro, ammette il sottosegretario al Welfare, Franca Biondel-li, aiutati da comunità scientifica e famiglie, che «da oggi non saranno più sole» le fa eco la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi (Pd), perché si potrà «intervenire meglio e in maniera più articolata» per consentire una vita quanto più possibile normale ai soggetti con Dsa. La legge e gli aggiornamenti triennali delle linee guida da parte dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) daranno difatti «nuovo slancio» e sono «un passo in avanti qualitativo importante», ricorda il vicesegretario vicario dell'Udc, Antonio De Poli. Sulla stessa lunghezza d'onda sia il Pd che l'Idv, che tuttavia si aspetta adesso che «il ministero della Salute sblocchi fondi ad hoc». La legge sull'autismo è «un traguardo storico» sostengono poi da Area Popolare, anche se il responsabile dei deputati Maurizio Lupi chiede ora di «approvare quella sul dopo di noi». Pure dal fronte medico piovono applausi, con la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) che considera inoltre la legge un modo «per far sentire meno sole le famiglie» e spera «non resti un contenitore vuoto»