"I medici di famiglia sono meglio di internet. Funzionano anche senza linea"

Claudio Cricelli, presidente della sIMG risponde al sottosegretario Giorgetti

sabato 24 agosto 2019

Repubblica web

ROMA - "Intendiamo rassicurare il sottosegretario Giorgetti in merito al prematuro decesso della medicina generale che egli ha annunciato. Non solo noi medici di famiglia siamo vivi e vegeti ma siamo sicuramente il comparto di medici del servizio sanitario nazionale più attivo. Somigliamo peraltro molto a Internet nel senso che e facile raggiungerci e trovarci dappertutto. E a differenza della Rete, anche se manca la corrente e non c'è linea, i pazienti ci trovano lo stesso". Così Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) risponde al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, intervenuto ieri al Meeting di Rimini dove, tra l'altro, ha parlato dei medici di famiglia come di "un mondo finito", sostenendo che "nessuno va più" nei loro studi.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, aveva detto suo intervento oggi al Meeting di Rimini per l'incontro 'Intergruppo sussidarietà: le riforme istituzionali': "Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti? Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su Internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito". In un passaggio sulla sanità pubblica, l'esponente della Lega ha risposto a Roberto Speranza, segretario di Articolo Uno, che nel suo intervento aveva sottolineato la necessità di mettere più fondi nella sanità pubblica perché "nei prossimi anni andranno in pensione 45 mila medici di medicina generale. Se non mettiamo soldi nella sanità pubblica, chi ha i soldi potrà curarsi e chi non ce li ha avrà un sanità sempre decadente".

"Il sottosegretario - argomenta Cricelli - deve aver letto di alcune iniziative promosse da una azienda che si chiama Babilon e che in Inghilterra, per mero profitto, cerca di affiancare o sostituire con contatti attraverso Internet, i medici di famiglia di quel paese. Probabilmente deve aver letto poco e male. Babilon cerca con eleganza di schivare tutte le 'rogne' ed i problemi complicati dei pazienti complessi che noi medici di famiglia seguiamo. E i pazienti ci apprezzano in una percentuale che fa impallidire le maggioranze parlamentari".

"Le parole pronunciate ieri al Meeting di Rimini dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti, ci sorprendono e, contemporaneamente, non giungono inaspettate. Ci sorprendono, perché dimostrano uno scollamento della politica dalle esigenze reali del paese e dei cittadini", afferma il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, si inserisce nel dibattito innescato da alcune dichiarazioni di Giorgetti sulla carenza di medici di medicina generale che ieri a Rimini ha detto: "Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito". Parole che, dice Anelli, "Non ci meravigliano, perché si inseriscono in quel filone di una politica di basso spessore e lunga tradizione, che tenta, con un'opera distruttiva di distrazione, di delegittimare ciò che non riesce a garantire, di svalutare ciò che non può raggiungere".