“Così i baroni manovravano i concorsi”

Cardiologi prescritti, il gup deposita le motivazioni della sentenza

mercoledì 15 gennaio 2014

Gabriella De Matteis Repubblica Bari

PIÙ di quaranta pagine per spiegare l’esistenza dell’associazione a delinquere che truccava i concorsi nel settore di cardiologia e che pure non può essere perseguita perché il reato è prescritto. Il gup Antonio Diella che nell’ottobre dello scorso anno ha assolto i quattro imputati del processo per abbreviato fa propria la tesi dell’accusa, almeno nel riconoscere l’esistenza di una vera e propria organizzazione che pilotava i concorsi. «E’ stata la stessa indagine a far comprendere - spiega il giudice - come certi personaggi, professori ordinari del settore tra loro collegati e pronti a scambiarsi “reciproci favori” o a realizzare “terra bruciata” attorno a quelli che non “entravano nel gioco”, avessero quasi una sorta di “potere assoluto” in relazione alla vita e soprattutto alla progressione accademica di ricercatori e professori associati dello stesso settore ».
Il giudice cita alcuni atti dell’inchiesta, aperta nel 2002 dalla procura di Bari. Le intercettazioni soprattutto, «incredibili conversazioni» spiega che provano la «gravissima distorsione delle prove concorsuali, manovrate “scientificamente” dal gruppo dei supposti “grandi” della materia». Ecco allora il nome di Paolo Rizzon, (foto) il cardiologo barese, arrestato nel 2004, sotto processo con il rito dell’ordinario, professore che ricercatori o aspiranti docenti cercavano sempre di compiacere. Secondo il gup Diella l’associazione a delinquere agiva con un vero e proprio sistema.
 «Proprio la nomina della commissione giudicatrice - ricostruisce il gup - era il primo e significativo, oltre che certo nella verifica del risultato, momento di “esternalizzazione” della attività dell’associazione la quale riusciva a “pilotare” e in buona sostanza a “governare” la composizione dell’organo collegiale, assicurandosene costantemente il controllo grazie alla “manovrabilità” della sua maggioranza (se non addirittura intera commissione) ».

La scelta dei docenti, vincitori dei concorsi, dall’organizzazione, era «“disciplinata” con regole (illecite) ferree e valevoli per tutti» spiega ancora il giudice che accusa: «Anche le associazioni “di categoria” erano utilizzate (in maniera distorta) come un importante strumento per la strutturazione, il rafforzamento e l’efficacia del vincolo associativo e delle decisioni concretizzatesi in una serie di abusi di ufficio e falsi ideologici in relazione allo svolgimento “pilotato” dei concorsi e alla redazione di verbali di commissione di esame in cui i giudizi sui vari candidati era “addomesticati” per raggiungere l’obiettivo di far risultare vincitori non i candidati più meritevoli, ma quelli che il “gruppo” aveva scelto».

Così dunque operava l’associazione a delinquere, ma il reato non può più essere perseguito perché la sentenza è arrivata dopo undici anni dall’apertura dell’indagine. E proprio perché l’accusa è prescritta nel processo il giudice ha assolto i cardiologi Marco Matteo Ciccone, Matteo Di Biase e Maria Vittoria Pitzalis che invece hanno ottenuto una assoluzione nel merito per i reati fine loro contestati. Assoluzione per non aver commesso il fatto, invece, per tutti i reati (compreso l’associazione a delinquere) per Mario Erminio Lepera. Altri cinque imputati, tra cui Paolo Rizzon sono a processo dinanzi al Tribunale di Bari. Anche in questo caso viene contestata l’associazione a delinquere, reato per il quale però non sarà più possibile procedere.