Bari, dottoressa uccisa a coltellate 40 colpi da un paziente

Il medico lavorava al Sim (servizio di igiene mentale) Fermato un 44enne. Emiliano: «Lutto cittadino»

mercoledì 04 settembre 2013

Corriere del Mezzogiorno

BARI - Il corpo senza vita di una donna, un medico, è stato trovato dalla polizia in via Tenente Casale, nel rione Libertà di Bari, sede del Sim (servizio di igiene mentale). La donna, la psichiatra Paola Labriola di 53 anni (madre di due ragazzini), ha subito un'aggressione da un uomo in cura ed è stata uccisa con un coltello da cucina (una lama di 12 centimetri). Una quarantina i colpi di coltello inferti al collo alle spalle e in varie altre parti del corpo. L'aggressione è avvenuta attorno alle 9.30 nello studio medico.

IL FERMO - Il medico era in servizio presso il Sim. La polizia ha fermato il presunto assassino, il 44enne Vincenzo Poliseno, ora accusato di omicidio volontario. L'uomo è un ex tossicodipendente con problemi anche di abuso di alcol che solamente un'altra volta era stato nel centro d'igiene mentale del rione Libertà. Secondo quanto si è saputo finora, dopo essere passato verso le 7 del mattino dal centro del San Paolo, avendolo trovato chiuso, l'uomo si è recato nella sede della circoscrizione Libertà pretendendo di avere soldi ma è stato allontanato. Ha quindi raggiunto il centro di salute mentale nella vicina via Tenente Casale dove pare che si fosse recato solo un'altra volta in passato. Durante la visita, l'uomo ha aggredito il medico accoltellandola a morte con un vecchio coltello da cucina che, probabilmente, si era portato da casa

IN QUESTURA E LUTTO CITTADINO - È in corso l'interrogatorio in questura del 44enne. Sul posto dell'agguato sono giunti gli agenti della squadra mobile e delle volanti. Presenti anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l'assessore regionale alla Salute, Elena Gentile, e il direttore generale dell'Asl di Bari, Domenico Colasanto, che è stato contestato. Non è la prima volta che casi del genere, fortunatamente senza conseguenze, si ripetono nei Sim. Emiliano, inoltre, ha proclamato il lutto cittadino. «Ho già chiesto al prefetto - ha detto il sindaco - si considerare la situazione critica delle strutture dell'Asl. È un incidente sul lavoro dovuto alle condizioni di pericolo a cui sono esposti questi operatori. Finché non sarà trovata una soluzione i vigili urbani sorveglieranno il centro perché le dottoresse vogliono continuare a lavorare».

IL MARITO - «Sono sconvolto. Non so se chi l'ha uccisa fosse un suo paziente, non l'ho vista mia moglie, non me l'hanno fatta vedere». Lo ha detto il marito di Labriola, Vito Calabrese, psicologo, che si trova fuori dal luogo dove stamani è avvenuto l'omicidio. L'uomo è molto provato e non ha voluto aggiungere altro. I medici colleghi di Labriola sono tutti sotto shoc e sono ancora all'interno del Centro di salute mentale.

LA RABBIA DEI RESIDENTI: SI POTEVA EVITARE - «Qui succede spesso che qualcuno va fuori di testa - racconta Mario, residente nella via dell'aggressione - e in più di qualche occasione i medici rischiano seriamente. La dottoressa Labriola era sempre disponibile spesso si fermava a chiacchierare con chi vive qui nella zona. Credo che sia una tragedia annunciata perché non è il primo caso di aggressioni subite». «Era una dottoressa bravissima e affettuosa - ha raccontato Isa, una paziente arrivata questa mattina al centro poco dopo che è avvenuto l'omicidio -, dovevo ritirare alcuni medicinali non riesco proprio a credere a quello che è successo. C'eravamo riviste pochi giorni fa al rientro dalle ferie e abbiamo scherzato sull'abbronzatura della dottoressa». Isa ha confermato: «Non è la prima volta che accadono aggressioni nel centro e che spesso arrivano pazienti violenti».

Vincenzo Damiani

BARI - «Paola aveva una completa dedizione per la sua professione, sempre solare, non si fermava mai, anzi, lavorava troppo e io spesso dovevo riprenderla», queste le prime parole di Mauro Squeo, il primario del Centro di salute mentale di Bari, dove è stata accoltellata da un suo paziente la psichiatra Paola Labriola di 53 anni. Squeo è ancora sconvolto per la notizia appresa poche ore fa per telefono. «Non ero in servizio, sono lontano dal centro da un po’ di tempo a causa di una malattia. Lei era appena rientrata dalle ferie, c’eravamo sentiti proprio ieri, voleva sapere come stessi», continua il primario. La psichiatra da anni in servizio a Bari viveva a Noicattaro con il suo compagno e due figli di poco più di dieci anni.

IL RICORDO del dott. Squeo, direttore del Centro - «Eravamo colleghi, ma anche amici, ci conosciamo da una vita. Sua figlia più grande sta per iscriversi all’università, in quest’ultimo periodo Paola era molto presa da lei, ricordo con affetto la sua ricerca e preoccupazione per aiutare la ragazza a trovare il giusto corso di laurea». Del paziente che ha accoltellato la dottoressa, Squeo non ha notizie: «Non credo di averlo mai incontrato. Paola non si era mai lamentata in prima persona di qualcuno, ma da tempo noi avevamo segnalato la mancanza di sicurezza del centro, avevamo richiesto la presenza di una guardia giurata perché c’erano già stati episodi violenza e minacce. Pensi che nel centro di quartiere Libertà io sono l’unico uomo, ci sono tre dottoresse, tre infermiere e due assistenti sociali, sarebbe stato ottimale anche una diversa distribuzione di genere».

Michela Ventrella

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