Cronicità, piano Piemonte esclude gestori terzi. Mmg centrale nella presa in carico

Al centro della gestione territoriale è il medico di famiglia, che sarà protagonista nei percorsi diagnostico-terapeutici,

giovedì 15 marzo 2018

Doctor 33

Dopo Lombardia e Liguria anche il Piemonte ha un suo piano cronicità. Che mette al centro il medico di famiglia, con modalità ancora da capire fino in fondo. La Regione con l'assessore Antonino Saitta (coordinatore degli assessori sanità) e il direttore dell'Assessorato, il lombardo Renato Botti, ha presentato un progetto che si rivolge a un 30-40% dei residenti. E concentra la presa in carico sugli ospedali per i pazienti con patologie ad alta complessità o per le urgenze, mentre punta sul territorio per la gestione delle cronicità, anche con modalità nuove come telemedicina o teleconsulto specialistico. Al centro della gestione territoriale è il medico di famiglia, che sarà protagonista nei percorsi diagnostico-terapeutici, nella personalizzazione dei piani di cura, nella presa in carico delle patologie nel lungo termine che implica anche la prevenzione di aggravamenti e disabilità. Il piano sanitario piemontese farà anche i conti con gli obiettivi di ridurre le liste d'attesa, di digitalizzare i documenti sanitari del cittadino dotandolo di un fascicolo sanitario elettronico personale, di istituire l'infermiere di comunità, di potenziare le reti per le patologie cognitive, oncologiche e per il diabete. Soddisfatto Roberto Venesia segretario Fimmg: «Prendiamo atto della scelta di campo della Regione di considerare gestore del paziente cronico non un ente terzo diverso dalla medicina territoriale, ma l'ente Servizio sanitario regionale e in particolare la medicina del territorio. È un dato positivo che tra l'altro afferma l'ambizione del Piemonte di indicare una strada più condivisa a livello nazionale nella realizzazione del Piano cronicità». 

Venesia aggiunge che «anche le tempistiche indicate dall'Assessore stanno nell'arco temporale dei rinnovi contrattuali previsti entro il 2019. Gli strumenti per realizzare l'approccio al paziente cronico per noi sono quelli contrattuali e in particolare il contratto integrativo regionale, che potrà essere imbastito una volta "sdoganato" l'articolo 1 dell'accordo nazionale che considera la cronicità uno dei quattro temi chiave (insieme al governo delle liste d'attesa, alle vaccinazioni, alla gestione delle pseudo urgenze sul territorio ndr)». Venesia conferma che un ruolo chiave sarà rivestito anche dalle farmacie in particolare nel monitoraggio dell'aderenza e persistenza dei pazienti ai trattamenti, e nell'adesione a stili di vita sani; con le farmacie condividiamo la distribuzione capillare sul territorio, lo stare in prima linea rispetto ai bisogni, l'essere liberi professionisti, il meccanismo della convenzione. Nel rispetto delle reciproche competenze ben venga anche la presenza di servizi vicariabili, e la possibilità che la farmacia si faccia riferimento di una medicina organizzata nel territorio: certamente si tratta di pagine ancora da scrivere, ma un'agenda adesso c'è».