Messo a punto un farmaco per le trasfusioni sbagliate
Il farmaco si chiama 'eculizumab' ed è utilizzato per curare la emoglobinuria parassostica notturna e forme di sindrome emolitico-uremica.
martedì 03 settembre 2013

Un farmaco, già in uso per patologie ematologiche, può aiutare a tenere sotto controllo gli effetti di una trasfusione sbagliata su un paziente e potrebbe entrare a far parte dei protocolli applicati negli ospedali toscani e, in ipotesi, di tutta Italia. La notizia, pubblicata da alcuni quotidiani, e' confermata dal Gian Franco Gensini, ex preside della Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'università di Firenze, che coordina la task force regionale toscana per lo studio degli eventi avversi in sanità.
''Le caratteristiche di questa sostanza la rendono potenzialmente utile in situazioni come una trasfusione di sangue incompatibile perche' aiuta a tenere sotto controllo la rottura dei globuli rossi che si verifica in questi casi''. Il farmaco si chiama 'eculizumab' ed è utilizzato per curare la emoglobinuria parassostica notturna e forme di sindrome emolitico-uremica.
''Siccome gli effetti di una trasfusione di sangue incompatibile con quello del paziente produce reazioni simili a quelle provocate da queste malattie - spiega Gensini - abbiamo pensato di inserirlo nel nostro protocollo, a Careggi, proprio dopo un caso di errore trasfusionale avvenuto circa un anno fa su un paziente che però, per fortuna, non ebbe conseguenze''.
L'idea, spiega Gensini, fu suggerita da Lucio Luzzatto, uno dei massimi esperti in ematologia e attuale direttore scientifico dell'Istituto Toscano Tumori. ''E' chiaro che la trasfusione sbagliata è un errore che non dovrebbe accadere - aggiunge - ma purtroppo non è possibile escluderlo, e finora si è intervenuti sul paziente con un supporto legato agli effetti negativi della trasfusione sulla funzione renale. Il supporto della funzione renale è necessario, ma eculizumab può utilmente integrare il protocollo di intervento immediato dopo errore trasfusionale