Il virus della crisi si fa sentire in calo la spesa in farmacia

Solo i farmaci da banco vanno contro corrente

lunedì 28 novembre 2016

AFFARI E FINANZA
L' apertura delle prime farmacie online, la liberalizzazione dei farmaci di fascia C che entra ed esce dai decreti del governo e i consumatori che fanno sempre più fatica a far fronte alle spese per le cure. D settore farmaceutico sta senza dubbio attraversando un periodo molto delicato e, sotto certi aspetti, di profondo cambiamento. La nascita delle prime farmacie online autorizzate dal ministero della Salute non è certo stata la rivoluzione che molti si attendevano ma rappresenta il primo passo in una direzione ben definita, che non mancherà di far sentire i propri benefici effetti concorrenziali. Le difficoltà di molte famiglie di arrivare fino a fine mese è un'altro fattore che rappresenta una difficile sfida per tutti gli operatori. Il punto della situazione per il settore farmaceutico è stato di recente fatto in un convegno promosso da Federfarma, che ha affidato a Laura Gatti, senior manager Communica-tion & TL di QuinulesIMS, il compito di tracciare il quadro generale. Secondo l'esperta, il mercato italiano riuscirà a difendere, almeno perora, l'ottava posizione al mondo in un mercato che, a livello globale, supererà i 1.400 miliardi di dollari nel 2020. Nei mercati maturi, come quello del Belpae-se, la crescita sarà legata all'innovazione, soprattutto nel campo dell'oncologia, dei farmaci biologici e nel segmento ospedaliero. «In Italia si è assistito a una progressiva riduzione della quota di mercato farmacia rispetto al segmento ospedaliero perché il lancio di nuovi farmaci e l'innovazione si legano proprio ai canali specialistici (distribuzione diretta)», ha spiegato Gatti. n valore del canale farmacia è di circa 25 miliardi di euro, un valore che ha mostrato un calo negli ultimi due anni soprattutto a causa della contrazione del 15% (negli ultimi cinque anni) del prezzo medio dei farmaci venduti in farmacia. Solo i farmaci da banco riescono ad andare controcorrente (+1,7% nei primi otto mesi del 2016) grazie agli integratori (+4%), che valgono circa 2,5 miliardi su un totale di 3,71 miliardi. All'estremo opposto si trovano i parafarmaci che hanno fatto registrare un andamento molto negativo a causa di un aggiustamento tecnico: è stato modificato il sistema di calcolo prezzi del diagnostico (strisce di glucosio, aghi monouso per penne e lancette). La cosmesi contrariamente agli anni passati quando andava molto bene è sostanzialmente invariata, mentre il nutrizionale è la cenerentola della farmacia perché soffre moltissimo lo spostamento verso la grande distribuzione e i corner salute. Farmacie (17.824), parafar-macie (4.016) e corner Gdo (321) si dividono, un mercato commerciale che nel periodo gennaio-agosto 2016 ha fatto registrare un giro d'affari di circa 7,7 miliardi di euro (-0,7%). Su questo segno meno incide molto l'andamento negativo della farmacia, che comunque, con l'88%, mantiene una quota del mercato commerciale molto alta (oltre il 90% nel comparto Otc). Anche la parafarmacia nei primi otto mesi dell'anno ha avuto un periodo difficile, mentre i corner della Gdo possono vantare una crescita. Su questo deludente andamento ha certamente avuto un impatto significativo lo stato delle finanze delle famiglie che hanno operato tagli della spesa in tutti i settori e quello della salute non ha fatto eccezione. Un numero crescente di Italiani ha dovuto addirittura far ricorso agli enti assistenziali. Secondo il rapporto "Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci", promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico il numero delle famiglie costrette a questo passo è cresciuto dell'8,3% nell'anno in corso. Secondo i dati contenuti nel documento, In tre anni, la richiesta di farmaci è salita del 16%, mentre gli utenti complessivi sono cresciuti nel 2016 del 37,4% con i 1.663 enti sostenuti da Banco Farmaceutico che hanno aiutato oltre 557mila persone, il 12% dei poveri in Italia. Gli aumenti maggiori si evidenziano al Nord Ovest (+90%) e al Centro (+84%). La crescita più significativa è tra gli stranieri (+46,7%), i maschi (+49%) e le persone sopra i 65 anni di età (+43,6%). «La povertà sanitaria, in Italia, appare nella sua fase più drammatica  ha affermato Paolo Graditile, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus  Mai tante famiglie sono state costrette a rinunciare alle cure. Avere conoscenza dell'esatta portata del fenomeno ci aiuta a svolgere la nostra missione». Secondo gli ultimi dati Istat ben 4,6 milioni di Italiani vivono in condizioni di povertà assoluta, un numero pari al 7,6% della popolazione residente nel Belpaese, nonché la cifra più alta dal 2005.