Lo spesometro va in corto circuito

Sistema di invio web in manutenzione dopo casi di accesso non autorizzato ai dati di altri

lunedì 25 settembre 2017

Sole 24 ore
 
«Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente». La scritta in bianco su sfondo blu campeggiava ieri a tutto schermo nella sezione «Fatture e corrispettivi» dell’agenzia delle Entrate, ossia quella da cui chi non ha un proprio applicativo può trasmettere i dati della fattura elettronica, delle liquidazioni Iva e delle fatture emesse e ricevute. A pochi giorni dalla scadenza del 28 settembre per il primo invio dello spesometro semestrale, i professionisti e gli intermediari abilitati hanno dovuto fare i conti con il blocco del canale di comunicazione web. Blocco che, invece, non ha riguardato i software gestionali utilizzati dagli studi. 
La sospensione e la manutenzione (per cui a ieri non si disponeva di un termine di riattivazione) arrivano dopo le segnalazioni arrivate nei giorni scorsi da alcuni professionisti. Segnalazioni che hanno posto un problema di privacy nell’accesso ai dati. Da un lato, infatti, c’è chi ha notato che, una volta inserite le credenziali Entratel, si poteva accedere digitando il codice fiscale di un contribuente a tutti dati del suo spesometro, delle sue liquidazioni Iva. Ma non solo, perché se il codice fiscale “apparteneva” a un intermediario era possibile prendere visione anche dei dati relativi agli assistiti. Anche se, in caso di eventuale modifica, comunque scattava un alert al titolare delle informazioni. Dall’altro lato, qualche professionista aveva notato che inserendo per errore una cifra sbagliata del codice della ricevuta di invio si poteva comunque visualizzare il dettaglio dati altrui. 
Sulla situazione i vertici dell’Agenzia hanno da subito acceso un faro per approfondire e risolvere l’anomalia. E si è aperto un canale comunicativo con il Garante della privacy, che ha chiesto una relazione su quanto accaduto. Da un punto di vista operativo, questo ha richiesto un’immediata reattività anche a Sogei (il partner tecnologico del Fisco) che ha proceduto all’intervento di manutenzione. Intervento che servirà anche a garantire una maggiore tenuta del sistema in vista della scadenza del 28 settembre e di un prevedibile rush finale nella trasmissione. Complessivamente, infatti, tra tutti i canali di comunicazione dovrebbero arrivare nei database del Fisco 19,5 miliardi di informazioni. 
Nonostante il canale web non sia quello su cui ha viaggiato e viaggerà la maggioranza delle trasmissioni dello spesometro (gli studi in larga parte hanno acquistato software per gestire l’adempimento), il blocco ha ulteriormente esasperato i professionisti. Anche sui social network ieri non sono mancate le lamentele di chi denunciava l’impossibilità di accedere a «Fatture e corrispettivi» e che, magari, aveva aspettato proprio il week-end per “mandar via” (come si dice in gergo) gli spesometri di qualche piccolo cliente o di un cliente di cui non si gestisce per intero la contabilità. Il problema è che l’adempimento - oggetto di ben quattro tra proroghe e ritocchi e da cui la manovra 2017 si attendeva circa 2 miliardi di recupero di gettito - ha rappresentato un aggravio del lavoro di studio e si è trasformato in una corsa a ostacoli su cui anche l’Agenzia è dovuta man mano correre ai ripari: basti pensare alle Faq aggiornate di continuo per cercare di rispondere ai dubbi operativi. 
Proprio per le difficoltà operative, oltre a chiedere un congelamento delle sanzioni per i primi invii (che potrebbe arrivare con una norma ad hoc come anticipato ieri su queste colonne), da settimane i commercialisti hanno invocato più tempo rispetto alla scadenza (prorogata) del 28 settembre e quindi ben prima del blocco di ieri. Come spiega il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec) Massimo Miani «è un adempimento che fin dall’inizio avevamo detto avrebbe comportato problemi». Ora, continua Miani, «la misura è colma: è necessario un minimo di rispetto per le professioni che fanno da intermediari tra Fisco e contribuenti». Una dura presa di posizione quella del presidente del Cndcec, secondo cui «non si possono più accettare queste condizioni di lavoro». E, conclude Miani, «ci dicano chiaramente quali sono i problemi e quando ripristineranno il canale e ci dicano qualcosa di più concreto sull’esonero da sanzioni». 
Sul fronte dei sindacati, Marco Cuchel, presidente dell’Anc, parla di «situazione gravissima» e annuncia una richiesta ufficiale di «spostamento dei termini immediato e congruo per i disservizi verificatisi, altrimenti valuteremo l’indizione di uno sciopero»