Sole24ore: parte il redditometro
così i controlli del Fisco su 100 voci di spesa
sabato 05 gennaio 2013
Fonte: Ilsole24ore articoli di Marco Mobili e Giorgio CostaIl Fisco attiva il redditometro. Dalle bevande ai gioielli, dalle imbarcazioni alle pay tv, dalle spese per le utenze a quelle per l'antiquariato. Senza trascurare polizze previdenziali, condominio, viaggi e visite mediche. Una radiografia completa ed esaustiva dei consumi degli italiani per determinare, con la massima precisione possibile, l'entità del reddito che può averli generati: la traccia il decreto del ministero dell'Economia sul redditometro, lo strumento che misura la correttezza delle dichiarazioni dei redditi a partire dall'anno di imposta 2009 (quindi i redditi dichiarati nel 2010).
Il Fisco, dunque, cerca di lasciarsi le mani libere nel dare la caccia agli evasori con l'accertamento sintetico e oltre alle voci di spesa riportate nella tabella A allegata al nuovo decreto prevede espressamente (articolo 1, comma 6) che nella determinazione del reddito «resta ferma la facoltà dell'agenzia delle Entrate di utilizzare, altresì: elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella tabella A, qualora siano disponibili dati relativi alla spesa sostenuta per l'acquisizione di servizi e di beni e per il relativo mantenimento». Non solo. L'amministrazione potrà anche verificare altre quote di risparmio formatesi nell'anno. Qualora, poi, mancasse un riferimento stimato dall'Istat, nella determinazione del valore induttivo il Fisco potrà ricorrere ad analisi e studi socio economici, anche di settore. È il caso, ad esempio, delle spese per imbarcazioni, aerei o cavalli.
Per quanto riguarda le difese sarà il contribuente a dover dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta, redditi esenti o comunque esclusi dalla base imponibile o perché c'è stato il contributo di altri soggetti. Inoltre il contribuente potrà contestare e dimostrare il differente ammontare delle spese che il Fisco gli attribuisce.
L'amministrazione finanziaria tra febbraio e i primi giorni di marzo, come di prassi, metterà a punto le liste selettive dei contribuenti a rischio evasione e da sottoporre ad accertamento. E da marzo - come già annunciato - il redditometro 2.0 entrerà a pieno regime per stanare gli evasori a partire, come ricorda l'articolo 5 del Dm Economia, «dai redditi e dai maggiori redditi relativi agli anni di imposta a decorrere dal 2009».
La tabella A è il "cuore" del nuovo redditometro e dello stesso accertamento sintetico del Fisco. Ogni singolo elemento indicativo di capacità contributiva riportato nella prima colonna della tabella indica di fatto la spesa sostenuta dal contribuente per l'acquisizione di beni con tanto di relativi costi di mantenimento. Il valore da attribuire a ogni singola voce, tecnicamente definito come "contenuto induttivo" è determinato - come si legge sempre nell'articolo 1 - sulla base della spesa media per gruppi e categorie di consumi, del nucleo familiare di appartenenza del contribuente. In sostanza si tratta della spesa media che emerge dall'indagine annuale sui consumi delle famiglie compresa nel programma statistico nazionale effettuata sulla base di campioni significativi che appartengono a 11 tipologie di nuclei familiari distribuite in cinque aree territoriali (tabella B allegata al Dm).
Il Fisco prenderà come riferimento il valore più elevato tra quello disponibile nell'Anagrafe tributaria e quello determinato sulla base della spesa media rilevata dall'Istat o, come detto, da analisi e studi socio-economici. Inoltre il decreto fissa anche i cinque criteri che saranno adottati dagli uffici dell'Agenzia nel determinare il reddito complessivo accertabile del contribuente. Si parte con l'ammontare delle spese della tabella A o anche diverse che risultano sostenute dal contribuente. Ci sono poi la quota parte attribuibile al contribuente della spesa media Istat riferita ai consumi del nucleo familiare, così come l'ammontare delle ulteriori spese riferite a beni e servizi presenti nella tabella A ma determinati sulla base di studi e di analisi socio economiche, nonché la quota relativa agli incrementi patrimoniali cui si va ad aggiungere, infine, la parte di risparmio formatasi nell'anno.
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