Brindisi: È festa patronale In ospedale saltano le prenotazioni
Numerosi pazienti lamentano disguidi al Cup: costretti a ritornare e riprogrammare le visite
martedì 06 settembre 2016

Nuovo Quotidiano Brindisi: La festa dei santi patroni, san Teodoro d'Amasea e san Lorenzo da Brindisi, è una delle ricorrenze maggiormente sentite dai brindisini. La città si ferma per qualche giorno e rimane sospesa in un limbo di iperattività, da un lato, quello riguardante tutti gli aspetti relativi ai festeggiamenti laici e religiosi, e di cessazione di quasi ogni altra occupazione, dall'altro. A questa "regola" pare non sfuggire neanche il sistema sanitario locale: sono diverse le segnalazioni di utenti dell'ospedale "Antonio Penino" rispediti a casa causa "festa patronale" anche in presenza di un'impegnativa che indica a chiare lettere e cifre il giorno e l'orario in cui presentarsi per sottoporsi alla visita di questo o quello specialista. Visite prenotate tramite Cup, il centro unico prenotazioni, o in ambulatorio che, poi, vengono rinviate, senza preavviso, poiché manca il medico o non c'è personale a sufficienza perché "è festa, non lo sa?". Chi non è di Brindisi, probabilmente, a meno che non si tratti di un fan delle feste patronali, potrebbe anche non sapere in quali giorni cade san Teodoro, specie se la visita è stata programmata e prenotata con largo anticipo. Il punto, però è un altro: se in questi giorni di festeggiamenti, segnati in rosso sul calendario cittadino, la disponibilità di medici, infermieri e personale in genere si riduce in maniera sostanziale, perché si accettano le prenotazioni per le visite? I disagi hanno colpito anche chi aveva un appunta- mento per il ritiro di esami e cartelle cliniche: c'era chi veniva anche da molto lontano per ritirare alcuni risultati che sarebbero stati pronti, secondo quanto riportato sulla richiesta, nei giorni della festa patronale. Stesso problema: sportello chiuso e viaggio a vuoto. Anche in pronto soccorso le cose non sono andate molto diversamente. Il personale medico e infermieristico del punto di frontiera dell'ospedale ha seguito il solito iter nel trattamento dei casi in base ai codici registrati in accettazione: seguendo lo schema classico, un paziente arriva, comunica al triage, che gli assegna un codice in base all'urgenza del caso, il suo problema, attende il suo turno, comincia le analisi e le visite in pronto soccorso prima degli approfondimenti a cura degli specialisti. Il percorso clinico, durante la festa patronale, capita che si fermi alla consulenza specialistica: le segnalazioni, infatti, riguardano anche utenti giunti in pronto soccorso che, dopo aver atteso diverse ore e aver effettuato le analisi propedeutiche alle visite spe- cialistiche, sono stati invitati a chiedere il ricovero o a ritornare il giorno appresso poiché, sempre causa festa, il medico non era presente in ospedale. D'altronde, camminando per l'ospedale, si può toccare con mano questa situazione. In giro per le corsie, tra i corridoi, non c'è il solito viavai di gente in camice, indaffarata tra cartelle cliniche, flebo, carrelli portattrezzi e medicinali: il silenzio che regna è anche superiore a quello richiesto in un ospedale, rasentando la consegna del silenzio rispettata dai monaci di un monastero. I vertici dell'Asl, informati delle tante segnalazioni effettuate dagli utenti, stanno provvedendo a indagare sul fatto: i dirigenti, in queste ore, passeranno in rassegna gli archivi dei vari reparti e uffici per capire quanti casi simili si siano verificati e per porre un rimedio, qualora fosse necessario, in vista dei futuri festeggiamenti, dato che, a quanto pare, questo tipo di situazione si ripeterebbe ogni anno, quasi una sorta di tradizione collaterale alle celebrazioni in onore dei santi patroni.