Speranza, così riformeremo la medicina generale: nessuna dipendenza per gli Mmg
Una sanità più vicina alle persone, rimettendo radici nei territori
giovedì 17 febbraio 2022
"Il nuovo Acn dovrà rompere la sostanziale distanza che c'è oggi tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Servizio sanitario nazionale". Anelli: I medici di medicina generale devono giocare un ruolo da protagonisti. Per farlo, bisogna partire dai valori di prossimità
"Una sanità più vicina alle persone, rimettendo radici nei territori, è la prima scelta che compiamo e per raggiungere questo obiettivo servono riforme e investimenti". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). "La nostra scelta di fondo è ripartire dai territori, dai bisogni delle persone e dai bisogni di salute che le comunità esprimono e da queste esigenze far discendere obiettivi, modelli organizzativi e la spesa necessaria".
"Una casa di comunità hub ogni 40-50mila abitanti con assistenza medica e infermieristica, e gli studi dei medici di medicina generale che saranno spoke delle case di comunità. L'obiettivo è entro il 2026 portare l'assistenza domiciliare al 10% per gli over 65". Il ministro della Salute ha sottolineato inoltre l'importanza della telemedicina "sulla quale investiamo 1 miliardo di euro".
"Abbiamo deciso di sottoscrivere con ciascuna regione e Provincia autonoma un contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che verrà accompagnato da uno specifico piano operativo. Attualmente le regioni stanno procedendo alla compilazione di schede intervento", in relazione all'individuazione dei siti,"ed entro il 28 febbraio sulla piattaforma nazionale vengono caricate le schede relative ai progetti per 1.350 case di comunità, 400 ospedali di comunità, 600 Centrali operative territoriale (Cot), 3.100 nuove grandi apparecchiature che sostituiscono quelle con più di 5 anni, 280 interventi di digitalizzazione di Dea e oltre 300 per rendere sicuri e sostenibili i nostri ospedali. I Cis andranno sottoscritti dalle Regioni entro il 31 maggio, e la milestone relativa entro il 30 giugno. Si tratta di circa 6mila interventi, è una sfida ambiziosa ma alla nostra portata".
E in questo senso ricordando come le Case della Comunità saranno il “cuore della rete territoriale” ha specificato che “stiamo lavorando sulla medicina generale, tassello fondamentale della riforma” con “l’obiettivo è definire una forte connessione tra medici di famiglia, le case di comunità e il distretto”. Speranza ha precisato che “gli studi dei medici di famiglia saranno gli spoke delle case della comunità hub”. "Dobbiamo lavorare attraverso un nuovo accordo collettivo nazionale per rompere la sostanziale distanza che c'è oggi tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Servizio sanitario nazionale". Un "punto di debolezza perché il medico si sente da solo se è sconnesso dal Ssn e il Ssn è a sua volta è più debole". Ha precisato il ministro della Salute, riferendo che a questo fine si sta "lavorando con Regioni e sindacati della medicina generale".
“Sto lavorando con le regioni e con i sindacati – ha precisato - per trovare una soluzione. Per me non dobbiamo disperdere il valore di fiducia e prossimità dei medici di famiglia soprattutto nelle aree interne però dobbiamo provare a costruire una relazione col distretto. E la casa della comunità sarà proprio quel luogo dove ci sarà il legame”. “Lo studio del medico ha una funzione che deve restare tale ma un altro pezzo del monte ore del medico di medicina generale deve essere al di fuori dello studio nelle strutture del distretto”, lasciando intendere che i medici di famiglia non passeranno alla dipendenza.
Ma il Ministro ha poi annunciato che oltre alle risorse del Pnrr e del Fondo sanitario nazionale “arriveranno 625 milioni in più dalla commissione Ue per un piano operativo per la sanità del Mezzogiorno che impiegheremo per medicina di genere, povertà sanitaria e insisterò su screening oncologici al Sud”. Target del Piano nazionale Salute per il Sud saranno “le 7 Regioni del Mezzogiorno che sperimentano a vario titolo maggiori difficoltà organizzative dei servizi sanitari e che, per alcuni livelli essenziali di assistenza, non riescono ad assicurare la piena erogazione delle prestazioni, specie nei confronti delle fasce di popolazione vulnerabili”. La finalità del Piano nazionale, ha inoltre spiegato Speranza, sarà “rendere più equo l'accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari mediante una presa in carico proattiva delle persone e dei gruppi della popolazione con maggiore vulnerabilità”.
"Siamo un Paese che invecchia e si ammala di più - ha aggiunto il ministro - ed ecco perché c'è stata un'esplosione delle malattie croniche" che ha avuto come effetto quello di "sviluppare una pressione significativa sugli ospedali. Il tutto è avvenuto durante una troppo lunga stagione di tagli che indeboliva il radicamento della nostra sanità territoriale".
"Annuncio in questa sede un'importante novità che considero molto rilevante per il futuro del nostro Ssn. Grazie ad una collaborazione proficua con il ministro per la Coesione Mara Carfagna si aggiungeranno altre risorse, sempre di matrice europea: circa 625 milioni. L'Italia per la prima volta nella sua storia avrà finanziato dalla Commissione europea un piano operativo nazionale salute: si tratta di 625 milioni per la sanità del nostro Mezzogiorno". Questi fondi per il Piano operativo nazionale salute "si vanno ad aggiungere ai fondi per la salute del Pnrr". Obiettivo "contrastare la povertà sanitaria nelle 7 Regioni del Sud che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili", ha aggiunto il ministro illustrando il Piano Nazionale rivolto alle Regioni meridionali, articolato su 4 priorità di intervento.
“Ci sarà poi – ha detto - un rilancio della formazione del personale sanitario: saranno finanziate 2700 borse di specializzazione aggiuntive per 101 milioni. Ci sarà inoltre un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere per un importo di 80 mln”. “In questi anni sono stati fatti passi avanti, ora in farmacia si fanno i vaccini e i tamponi per esempio. Nel modello della sanità di prossimità la farmacia dei servizi è il luogo di primo contatto tra cittadino e Ssn. Abbiamo dato un segnale in questi due anni e ora dobbiamo insistere”, ha concluso il Ministro.
“Prossimità, azione e uguaglianza: ci piacciono le tre parole chiave scelte dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, per sintetizzare gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con il PNRR. A queste aggiungerei la fiducia, quel rapporto unico che si instaura tra il paziente e il suo medico, il medico che liberamente si sceglie e che lo accompagna, in salute e in malattia, nelle diverse fasi della vita”. A parlare è il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che commenta l’intervento del Ministro della Salute durante l’audizione di ieri sera in Commissione Affari sociali della Camera sull’attuazione del Pnrr, con un focus sulla sanità territoriale.
“La sanità deve diventare sempre più prossima al malato, andando a colmare i bisogni di salute laddove ce ne è necessita: sul territorio, nelle case, al letto del paziente. In questo, i medici di medicina generale devono giocare un ruolo da protagonisti – spiega -. Per farlo, bisogna partire da quei valori di prossimità, appunto, di vicinanza, continuità e fiducia che li caratterizzano. Dalla libera scelta da parte dei cittadini e dalla capillarità della rete di studi sul territorio”.
“I medici di famiglia non devono essere, mai più, lasciati soli, come è stato drammaticamente evidente nella pandemia – auspica – Devono essere affiancati da infermieri, personale amministrativo, assistenti di studio, psicologi, fisioterapisti; devono essere dotati di strumenti diagnostici adeguati, per poter fare un’ecografia, un elettrocardiogramma; devono poter fare consulti, dal vivo o on line, con gli specialisti. Necessità che il Ministro ha dimostrato di avere ben compreso e che, confidiamo, saranno ben rappresentate nel DM 71 di riforma dell’assistenza territoriale”.
“Ottima notizia anche l’annuncio di un Piano operativo per finanziare la sanità del Sud, 625 milioni che si vanno ad aggiungere ai fondi del PNRR e che andranno a finanziare progetti sulla povertà sanitaria, screening oncologici, salute mentale e Salute di genere – conclude -. Un Piano Marshall per la sanità meridionale, da noi tante volte auspicato, che va nella direzione di calmierare le disuguaglianze e di concretizzare i principi di equità e universalità d’accesso che informano il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.