Certificati, scade l'obbligo per la detenzione armi. Ecco l'iter per i medici

Il certificato medico legale deve essere rilasciato dall'Asl o dal medico di PS

venerdì 13 settembre 2019

Per chi detiene armi in casa scade oggi l'obbligo di mettersi in regola dimostrando la propria idoneità con un certificato medico dell'Asl. Un obbligo rinnovato nel 2018 con il decreto 104 entrato in vigore esattamente un anno fa, ma che in realtà esiste da cinque anni e riguarda sia chi possiede il porto d'armi (ma in tal caso il certificato è acquisito nell'iter per la licenza) sia chi ha un'arma in casa e non la usa.

Premessa: il possesso di armi "ereditate", anche non utilizzate, va infatti denunciato alla Polizia di Stato o ai Carabinieri specificando il luogo dove sono detenute: c'è una specifica modulistica. L'Autorità di Pubblica Sicurezza rilascia un nulla osta alla detenzione dell'arma o delle armi (possibili fino a 3 pistole, da tenere scariche e con il tamburo staccato). Ma il nulla osta dal 2013 è condizionato al possesso dell'idoneità psico-fisica e dunque il cittadino deve dotarsi di certificato. Qui dei decreti legislativi, dapprima il 121/2013 in forza della direttiva europea 51/2008 e ora il 104/2018 hanno fissato precise scadenze.

L'iter - Il decreto legislativo 104 del 2018 impone a tutti i detentori di armi di dotarsi di certificato rilasciato dal medico dell'Asl ("dagli uffici medico-legali e dai distretti sanitari delle Aziende sanitarie locali") o "dalle strutture sanitarie militari o della Polizia di Stato", ovvero "da singoli medici della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco o da medici militari in servizio permanente ed in attività di servizio". Sembrano escluse le armi bianche, poiché la norma cita "chiunque detiene armi comuni da sparo". In ogni caso, l'adempimento è sovrapponibile a quello per il porto d'armi. Nella documentazione per il certificato vero e proprio va in genere accluso il certificato anamnestico del medico di famiglia, come ricorda tra l'altro una comunicazione dell'Omceo Piacenza. Quest'ultimo certificato, libero professionale, non deve essere più vecchio di tre mesi.

Il certificato - Nel certificato medico legale rilasciato dall'Asl o dal medico di PS deve essere scritto che "il richiedente non è affetto da malattie mentali o da vizi che ne diminuiscano anche temporaneamente la capacità di intendere e di volere". In aggiunta a quanto si rinviene nel decreto 104, l'articolo 35, comma 7 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza nel certificato del medico dell'Asl o di ps richiede di specificare che il soggetto "non risulta assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti o psicotrope ovvero abusare di alcool".

Le esenzioni - Sono esenti dall'obbligo di certificare la propria idoneità i cittadini che hanno già presentato analogo certificato da meno di 5 anni per effetto del precedente decreto legislativo 121 del 2013. La normativa non vale per coloro che sono autorizzati dalla legge a portare armi senza licenza e per i collezionisti di armi antiche, soggetti ad altre regole. Invece vale per chi colleziona armi comuni. Se si è titolari di licenza di porto d'armi, l'obbligo di presentare il certificato decorre dalla scadenza della stessa, ove non fosse stata rinnovata.

La ricevuta - Una volta in possesso del certificato, il cittadino deve recarsi al Commissariato o alla stazione dei Carabinieri di pertinenza e farsi rilasciare una ricevuta dalla cui data di ottenimento decorrono i 5 anni di validità del certificato. Se il funzionario di pubblica sicurezza non rilasciasse ricevuta, si suggerisce di spedire il certificato medico come raccomandata con ricevuta di ritorno per avere certezza della consegna.

Conseguenze dell'inadempimento - Se non si presentasse il certificato "il prefetto può vietare la detenzione delle armi denunciate". L'Autorità di Pubblica sicurezza ha l'elenco dei cittadini che hanno denunciato le armi in loro possesso e dove le detengono. E sanno chi è in regola e chi no, quindi manderanno a chi non è in regola una diffida cui adeguarsi entro 60 giorni, scaduti i quali potrà disporre il ritiro cautelativo delle armi e confiscarle.