La campagna dei governatori "Contraccettivi troppo cari rendiamoli gratuiti per tutti

Contraccettivi gratis, prima di tutto per i giovani. Li offrono, o stanno per farlo, alcune Regioni

venerdì 02 novembre 2018

Repubblica

Le prime a partire sono state le amministrazioni locali. Intanto la Puglia, che si è mossa già alcuni anni fa, poi quest'estate l'Emilia-Romagna. Nei consultori emiliani i giovani fino a 26 anni possono farsi visitare e ottenere gratuitamente pillola, spirale, preservativi, anelli, cerotti e qualunque altro sistema anticoncezionale, anche la pillola del giorno dopo o quella dei cinque giorni dopo. Su una linea simile il Piemonte che dà però la priorità ai giovani con problemi economici e sociali. Comunque si decide caso per caso. Anche la Lombardia si sta muovendo, grazie a un ordine del giorno firmato dalla consigliera regionale Paola Bocci che ha ottenuto l'impegno della giunta ad arrivare a un provvedimento simile a quelle emiliano. Poi c'è la Toscana, dove per ora si ipotizza di consegnare gratis nei consultori i soli preservativi. D'altronde in Italia gli anticoncezionali sono i più cari d'Europa. A spingere per la gratuità della contraccezione in tutta Italia è un gruppo di professionisti (ginecologi, ostetriche, infermieri) che hanno organizzato un incontro sul tema a Roma e ora si sono uniti a varie associazioni di attivisti Der la legge 194. Insieme hanno creato la Rete italiana per la contraccezione e l'aborto, che promuove le sue istanze presso le istituzioni e nella società in un periodo nel quale la 194 è sotto attacco, per lo meno in alcune città, come Verona. «Noi chiediamo che i sistemi contraccettivi siano gratuiti per tutti e tutte, non solo per le giovani», spiega Pietro Puzzi, uno dei promotori della Rete. Anche il Parlamento si è occupato di contraccezione di recente, spingendo il ministero alla Salute a fare un annuncio che se confermato avrebbe un grande impatto. Michela Rostan di Leu ha presentato una interrogazione alla Camera per chiedere l'accesso «gratuito e universale» alla contraccezione. Il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi nella sua risposta di alcuni giorni fa ha spiegato che l'Agenzia del farmaco (Aifa) sta valutando se ammettere alla rimborsa -bilità gli anticoncezionali. Si riferisce in particolare alla pillola. Dalla fine del 2015 in Italia tutte le versioni di questo medicinale sono a pagamento, costa da 7 a 17 euro al mese a seconda del produttore e soprattutto delle caratteristiche. Presto, dunque, a sentire Bartolazzi quelle con il miglior rapporto rischio/beneficio potrebbero tornare ad essere rimborsabili, cioè gratuite con la prescrizione medica. In questi anni in Italia gli aborti stanno calando costantemente e il merito, come è stato scritto nelle ultime due Relazioni al Parlamento sull'applicazione della 194, è an- che della contraccezione. In particolare si cita quella di emergenza, cioè la pillola del giorno dopo e della più recente pillola dei cinque giorni dopo. Quest'ultima, il cui nome commerciale è EllaOne, è un medicinale entrato in commercio nel nostro Paese nel 2012. Inizialmente ci voleva la ricetta del medico e in certe regioni pure il test di gravidanza per acquistarla. Così le vendite erano molto più basse di quelle della "vecchia" pillola del giorno dopo, cioè 17mila contro 355mila nel 2014. All'inizio dell'anno successivo però Aifa ha deciso, seguendo le indicazioni europee, che fosse acquistabile senza alcuna ricetta. Così c'è stato un boom, con un aumento del 900% in un solo anno: nel 2015 ne sono state vendute 145mila confezioni, diventate negli anni successivi 235mila e 255mila. Nel frattempo sono calate le vendite della pillola del giorno dopo (prodotta dalla stessa azienda, la HraPharma) ma comunque in totale la contraccezione di emergenza è cresciuta del 15-20% all'anno. Per il 2018 si stima un incremento di circa il 12% sul 2017. E gli aborti calano ancora.