Reddito di cittadinanza, una misura digital: requisiti e funzionamento

Tutti i dettagli pratici e tecnici del Reddito di cittadinanza e le implicazioni per l’Agenda digitale.

sabato 19 gennaio 2019

Fonte: Agenda Digitale

ia libera al Reddito di cittadinanza: ufficiale dopo il Consiglio dei ministri del 17 gennaio che l’ha approvato con un decreto, previsto dalla Legge di Bilancio 2019.

Indice degli argomenti

Cos’è il Reddito di Cittadinanza e quando parte
Il sussidio è destinato ai cittadini italiani o europei o extracomunitari (in regola con permesso di lungo soggiorno  e residenti da almeno dieci anni), che si trovano al di sotto della soglia di povertà. Sarà erogato dal primo aprile 2019. Si potrà far domanda per il Reddito di cittadinanza dal primo marzo 2019.

Gode di una copertura economica di 4,68 miliardi. 

L’importo varia in base a molti parametri (vedi sotto): negli esempi indicati dal Governo, una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di Reddito di cittadinanza; e poi fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni.

Il sussidio dura diciotto mesi (rinnovabili) e richiede l’immediata disponibilità a lavorare o a seguire percorsi formativi (se non si è abbastanza formati). Solo chi è valutato incapace di lavorare e di essere formato è indirizzato ai servizi sociali.

Reddito di cittadinanza e Agenda digitale
La misura adottata dal Governo è molto digital, per le modalità di distribuzione e di gestione. Infatti, a occuparsi di raccogliere i dati dei richiedenti e a erogare il servizio saranno due piattaforme legate ad Anpal e al Ministero del Lavoro, inoltre il denaro sarà caricato su una carta.

Tuttavia, questa stessa esigenza tecnologica alla base pone timori sull’effettiva capacità di funzionamento del sistema, principalmente per i problemi di interoperabilità dei sistemi informativi nella pubblica amministrazione.

C‘è un’anima “digital” nel Reddito di Cittadinanza anche per motivi più prospettici. Molti studi e correnti politiche nel mondo tendono a considerare necessarie forme di reddito minimo garantito per compensare agli squilibri di una società dove ci sarà sempre meno bisogno di lavoro umano (per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale); e dove crescono le diseguaglianze per via anche della concentrazione economica favorita dalla globalizzazione digitale.

Reddito di cittadinanza: i requisiti
Il Decreto approvato indica negli articoli iniziali i requisiti necessari per avanzare la richiesta di Reddito di cittadinanza. In primis, quelli legati a cittadinanza e residenza. Il richiedente deve essere:

Cittadino italiano o europeo, o un suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno anche permanente, o che provenga da un Paese che abbia sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale o cittadino di altri Paesi che sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Residente in Italia da almeno dieci anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Sono poi indicati i requisiti reddituali:

ISEE inferiore a 9.360 euro
Patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superiore ai 30.000 euro
Patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, accresciuto di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 per ogni figlio successivo al secondo, incrementati di ulteriori 5.000 euro per ogni componente del nucleo con disabilità.
Valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza indicata al comma 5 del Decreto:
Pari a 1 per il primo componente del nucleo
Incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di 18 anni
Incrementato di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino a un massimo di 2,1.
Godimento di beni durevoli:

Nessuno nel nucleo familiare deve essere intestatario o avere disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta o autoveicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei due anni antecedenti, esclusi i veicoli per persone disabili.
Non essere intestatari o avere disponibilità di barche.
Non hanno diritto:



Soggetti in stato detentivo per la durata della pena, ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a carico dello Stato o altra PA.
Nuclei che hanno tra i componenti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie.
Quanti soldi sono il Reddito di Cittadinanza?
Il beneficio economico statale è condizionato alla dichiarazione da parte dei componenti della famiglia maggiorenni di immediata disponibilità al lavoro e all’adesione di un percorso personalizzato di inserimento lavorativo. A livello economico, come spiegato nell’articolo tre, il beneficio si compone di una parte a integrazione del reddito familiare fino 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, oltre che di un’integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione da locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto fino a 3.360 annui.

Gli esempi presentati dal Governo dopo l’approvazione del Decreto, indicavano che una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di Reddito di cittadinanza e così in crescendo fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni.

Il beneficio economico è erogato attraverso la Carta Reddito di cittadinanza.

La carta di credito permette di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore ai cento euro per un singolo individuo e permetterà solo spese per acquisti di base.

Come richiedere il reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza si può chiedere alle Poste Italiane o rivolgendosi al Caf. Possibile anche tramite un sito ad hoc disponibile da marzo. L’Inps valuta entro cinque giorni il rispetto dei requisiti per l’erogazione del reddito.

Come funziona: le modalità tecniche e gli strumenti digitali alla base della misura
All’articolo 5 del Decreto viene sottolineato che la richiesta di Reddito di cittadinanza può essere avanzata con modalità telematiche.

L’Inps dovrà verificare i requisiti ”sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelli delle amministrazioni collegate” e a questo scopo “acquisisce, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dall’Anagrafe tributaria, dal Pubblico Registro Automobilistico e dalle altre amministrazioni pubbliche detentrici dei dati, le informazioni rilevanti ai fini della concessione del Rdc (Reddito di cittadinanza)”.

La verifica dei requisiti di residenza e di soggiorno grava sui Comuni, finché non sarà realizzata l’Anagrafe unica.

Una prima sfida tecnologica richiede quindi che Inps metta assieme informazioni presenti su database di diversi enti, non integrati né comunicanti tra loro e dotati di sistemi (e regole) diverse.

Il decreto prevede tuttavia il lancio di piattaforme digitali appositamente ideate per il Reddito di cittadinanza:

Una piattaforma presso l’Anpal nell’ambito del Siulp, per il coordinamento dei centri per l’impiego;
Una piattaforma presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nell’ambito del Siuss per il coordinamento dei Comuni.
Le piattaforme vengono definite nel decreto «strumenti di condivisione delle informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia, nell’ambito dei servizi territoriali, tra i centri per l’impiego e i servizi sociali», predisponendo per ottenere questo obiettivo «un piano tecnico di attivazione e interoperabilità delle piattaforme da adottarsi con provvedimento congiunto dell’Anpal e del Ministero del Lavoro».

L’Inps metterà a disposizione della piattaforma i dati personali dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, le informazioni necessarie sulla loro condizione economica, i dati sul sussidio e ogni altra informazione che serva per attuare la misura.

I dati poi saranno condivisi dalle piattaforme con i centri per l’impiego e con i Comuni.

Il Ministero, spiega il Decreto, potrà avvalersi di enti o di società in house per il funzionamento del tutto. Il quale non è scontato, per l’inadeguato  livello delle infrastrutture informatiche di alcuni enti pubblici che soffrono della carenza dell’interoperabilità tra sistemi diversi.

Il Piano triennale dell’informatica pubblica prevede la soluzione del problema attraverso il progetto Application program interface, che però a oggi non è ancora stato realizzato ed è certo tra le priorità del nuovo piano triennale 2020-2022.

Il rischio quindi è che si verifichino intoppi, non tanto nella trasmissione delle informazioni quanto nel reperirle: è il caso della ricerca dei dati necessari a verificare le richieste avanzate per il Reddito di cittadinanza, reperibili da diverse amministrazioni che operano con diversi sistemi.

Condizioni per non perdere il reddito: norme “anti-divano” per lavoro, formazione e sanzioni
Dati i requisiti previsti dal Decreto, risulta evidente come il Reddito di cittadinanza non è proprio di “cittadinanza”. Non viene infatti distribuito a tutta la popolazione che possiede la cittadinanza italiana, così come non è la cittadinanza il requisito base e unico per accedere al credito. Si tratta di un sussidio contro la povertà, una misura sociale inclusiva per garantire un reddito, come la pensione minima. Per evitare che si crei un effetto “paghetta”, sono state predisposte le cosiddette “norme anti-divano”.

Il prerequisito per chiedere accesso al Reddito di cittadinanza è il dichiarare l’immediata disponibilità a lavorare da parte dei maggiorenni del nucleo famigliare (sottoscrizione del “patto per il lavoro”). Oppure – se non si è abbastanza formati – a partecipare a percorsi di formazione (“patto per la formazione”). 

Chi è giudicato inabile a questi due percorsi (per esempio per motivi di salute) deve sottoscrivere il Patto di inclusione: si rende disponibile per lavori socialmente utili fino a un massimo di otto ore alla settimana.

Il sussidio dura diciotto mesi, saranno formulate tre offerte di lavoro congrue con il curriculum del soggetto, già entro il primo anno. La prima entro sei mesi ed entro 100 km, la seconda entro 12 mesi entro 250. La terza su tutto il territorio nazionale

Viene escluso dal Reddito di cittadinanza chi non partecipa ai percorsi formativi, rifiuta la terza offerta di lavoro e non aderisce a progetti utili per la comunità.

Ci sono anche, ovviamente, risvolti penali in caso di falsa dichiarazione dei dati: si rischiano dai due ai sei anni di carcere. L’evenienza di un tale reato è già contemplata anche nel codice penale all’articolo 640 bis, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che prevede pene dai due ai sette anni per chi fa il furbetto per accaparrarsi illecitamente contributi di enti pubblici, dello Stato o europei.

Critiche al reddito di cittadinanza e confronto internazionale
Le critiche principali al sistema hanno riguardato il meccanismo dei centri dell’impiego, ancora inadeguati allo scopo e che saranno attrezzati con i fondi previsti dal Governo. E’ utile anche un confronto internazionale con le altre misure di reddito minimo previste dagli Stati.