Tre morti per influenza il virus fa strage in Puglia

L'emergenza: Erano ricoverati negli ospedali San Paolo di Bari, Miulli di Acquaviva e Fazzi di Lecce

giovedì 29 gennaio 2015

Vincenzo Damiani Antonio Della Rocca (Corriere del Mezzogiorno)

Sale a sei il numero ufficiale dei pugliesi morti per complicanze provocate dal virus dell'influenza. Ieri sono deceduti due uomini di 76 e 62 anni, uno residente a Bari l'altro in provincia, e una donna di 77 anni di San Cesario, nel Leccese. Nessuno di loro si era sottoposto alla vaccinazione e tutti e tre erano affetti da altre patologie e, quindi, rientravano tra i soggetti ritenuti a rischio dai medici.

I due baresi erano ricoverati al San Paolo e nell'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, mentre la donna salentina si trovava al Vito Fazzi di Lecce. La situazione in regione resta grave, secondo l'Osservatorio epidemiologico altre 27 persone - tra di loro anche diversi giovani - sono ricoverate nelle rianimazioni degli ospedali pugliesi per sintomi influenzali e, anche per questi casi, nessuno si era sottoposto al vaccino. Oltre al virus dell'influenza stagionale, in Puglia si registra un preoccupante ritorno dell'HiNi, che provoca la cosiddetta «influenza A», la stessa che ha stroncato la vita alla 77enne di San Cesario.

 In Salente si tratta del terzo decesso in poche settimane, dopo quello del bimbo di 15 mesi e dell'anziano di 72 anni ucciso dalla meningite da pneumococco, una patologia fulminante che, secondo i medici del pronto soccorso che hanno avuto in cura il paziente, potrebbe essere considerata una complicanza dell'attacco influenzale che sembra abbia colpito l'uomo nei giorni precedenti al ricovero.

La donna deceduta ieri, invece, era ricoverata da dicembre ed era «plu-ripatologica»: soffriva infatti di cardiopatia ischemica, diabete, ipertensione e insufficienza renale. Era ricoverata nel reparto di Medicina ma è stata trasferita in rianimazione per una insufficienza respiratoria. «Ad oggi i casi accertati di H1N1 sono 8 - dice Giovanni Gorgoni, commissario straordinario dell'Asl di Lecce - e in altri 6 casi siamo in attesa di risposta da parte dell'istituto di Igiene di Bari. Rinnoviamo l'invito ad effettuare la vaccinazione: il vaccino in uso è ancora disponibile, basta recarsi dai medici di medicina generale e copre diversi ceppi influenzali, incluso l'H1N1.

In Puglia non abbiamo ancora toccato il picco influenzale e potrebbe crescere ancora il numero dei ricoveri per le conseguenze dell'influenza». Intanto da lunedì anche in Salente è stato disposto il blocco degli interventi programmati in tutti gli ospedali: il personale medico e infermieristico delle sale operatorie andrà in supporto alle aree interimistiche. «La situazione resta sotto controllo - aggiunge Gorgoni - e costantemente monitorata», n blocco dei ricoveri ordinari è stato disposto anche nella provincia di Bari e al Policlinico barese. Ad oggi sono circa 120mila i pugliesi a letto colpiti dall'influenza, numero destinato a crescere ancora. Come da previsione, il contagio influenzale sta per raggiungere il suo picco in questi giorni e nelle strutture sanitarie pugliesi è caos.

I posti letto scarseggiano anche per via del drastico taglio imposto dal riordino ospedaliero e per i medici far fronte alle richieste di ricovero diventa impossibile. Così, con i reparti già stracolmi, per gli ammalati più gravi si trovano soluzioni di fortuna: barelle nei corridoi, ricoveri in rianimazione o nella sala rossa del pronto soccorso. Quest'anno a peggiorare la situazione c'è un altro elemento: la notizia che il vaccino non fosse sicuro, ha indotto migliaia di pugliesi intimoriti a farne a meno.

Risultato? La percentuale di popolazione a rischio che si è vaccinata è stata molto bassa, poco più del 50 per cento contro l'obiettivo minimo che era stato fissato all'8o per cento. I medici di famiglia, in tempi non sospetti, avevano lanciato l'allarme: «E sistema non reggerà, non saremo in grado di curare negli ospedali la massa di pazienti che si presenterà nei pronto soccorso», disse a novembre il presidente dell'Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli. Messaggio sottovalutato ed invece due mesi dopo si è avverata la «profezia». Rispetto allo stesso periodo del 2014, i pazienti sono più che raddoppiati.