Esenzioni dal ticket taroccate la Asl chiede 50mila rimborsi

A Bari l'offensiva per le somme evase fra 2014 e 2015: chi non paga riceverà la cartella esattoriale

giovedì 28 febbraio 2019

Gabriella De Matteis  (Repubblica Bari)

Sulla dichiarazione dei redditi hanno riportato dati non corrispondenti alla realtà, sostenendo di essere nullatenenti o quasi. E in questo modo sono riusciti a usufruire delle esenzioni per sottoporsi a prestazioni mediche, analisi, accertamenti o interventi senza pagare o facendolo soltanto in mimina parte.
Adesso 50mila persone, residenti fra Bari e tutta la provincia, saranno chiamati dall'AsI a versare le somme che
all'epoca non hanno mai corrisposto. Lazienda sanitaria è pronta a spedire migliaia di lettere agli evasori del
ticket in una offensiva senza precedenti. Gli avvisi Ai 50mila cittadini che non hanno pagato il ticket,
nonostante avessero la possibilità economica per farlo, l'Asl di Bari è arrivata anche e soprattutto grazie ai
controlli avviati dal ministero delle Finanze. Spulciando le dichiarazioni dei redditi gli 007 del fisco hanno
scoperto numerose posizioni anomale, mettendo sotto accusa migliaia di cittadini, anche in Puglia, che
avevano taroccato i propri dati fiscali, cercando così di non pagare i tributi o di usufruire di alcune
agevolazioni, come le esenzioni dei ticket. Le 50mila lettere che l'Asl è pronta a spedire riguardano il 2014 e il
2015. a Per il momento si tratta di un invito bonario a regolarizzare la propria posizione con il pagamento
dell'importo dovuto per i ticket che non sono stati pagati » , spiega il direttore della Asl, Antonio Sanguedolce.
Qualora alle lettere non seguirà alcun riscontro, l'Asl invierà una raccomandata e poi chiederà all'Agenzia
delle entrate di inviare le cartelle esattoriali. Le somme recuperate La lotta all'evasione del ticket ha già
prodotto un risultato importante. Secondo l'ultima rilevazione, al 31 dicembre del 2017 l'azienda sanitaria di
Bari ha recuperato complessivamente un milione 858mila curo. Una somma che comprende solo i
procedimenti conclusi positivamente e che è relativa a tre anni: 2011, 2012 e 2013. Il contenzioso Più della
metà di coloro che hanno ricevuto gli inviti a mettersi in regola non hanno pagato, preferendo talvolta anche
avviare un contenzioso con l'Asl. Nel 2011, per esempio, su una evasione pari a un milione 138mila euro
l'azienda sanitaria ha incassato meno della metà, ovvero 475mila euro (il 41 per cento). Percentuali ancora più
basse negli anni successivi. Se cresce il valore complessivo delle esenzioni non dovute, diminuisce
sensibilmente il numero di chi si è messo in regola. Nel 2012 su 2 milioni 433mila euro sono stati recuperati
693mila euro (il 28,50 per cento) E nel 2013 su 2 milioni 252mila, soltanto 690 mila (il 30,65 per cento). I
controlli Nella lotta all'evasione non ci sono soltanto i controlli effettuati da parte del ministero delle Finanze,
ma anche e soprattutto quelli che la stessa Asl ha disposto. Le attività di verifica sugli anni 2014 e 2015, per
esempio, sono state condotte in collaborazione con la guardia di fiannza, mentre con una delibera del
dicembre del 2017 l'azienda sanitaria ha firmato un protocollo d'intesa con l'Agenzia delle entrate per il
recupero delle somme. Le verifiche nel Salento I controlli sulle esenzioni irregolari sono stati avviati anche da
altre Asl. Per il periodo compreso fra il 2011 e il 2017 l'azienda sanitaria di Lecce ha scoperto quasi 86 mila
posizioni irregolari. Individuati anche 30mila salentini che non hanno disdetto la prenotazione per visite alle
quali non si sono presentati: adesso saranno sanzionati.