Pochi medici e molto caos Anelli: "Subito un patto per il Consiglio sanitario

"Ora più ruoli e risorse Sì a un patto con i medici per potenziare la sanità"

domenica 18 settembre 2022

La pandemia, che ha messo in evidenza le carenze della sanità, ha scoperto altre criticità. Come la difficoltà di reperire nuove professionalità e l'insostenibilità dei pronto soccorso e di reparti d'assistenza. 

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dei medici, propone di "siglare un patto con la professione e attivare il consiglio sanitario regionale".  Dopo il flop del reclutamento nei Pronto soccorso di Vito Fatiguso

BARI Non sono bastati gli oltre due anni trascorsi a colpi di Covid-19. La pandemia, che aveva messo in evidenza le carenze del sistema sanitario, non ha generato l'effetto "scardinamento" di inefficienza e burocrazia. Anzi, ha scoperto altre criticità. Come la difficoltà di reperire nuove professionalità e l'insostenibilità del meccanismo di funzionamento dei pronto soccorso e di alcuni reparti d'assistenza. Come se ne esce? È 
Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (nonché numero uno dell'ordine di Bari) a lanciare la proposta: "È necessario siglare un patto con la professione medica che nei prossimi quattro anni riesca a potenziare il sistema riconoscendo ruoli e risorse".

Presidente Anelli, è calato il sipario sui tempi dei medici eroi. Così la situazione della sanità nazionale e regionale peggiora. Cosa ne pensa?

"Bisogna prendere atto che l'Italia si è mossa in un contesto d'emergenza e senza usare strumenti di programmazione visto che non c'erano piani pandemici utilizzabili. Questo a fronte di un sistema sanitario che negli ultimi anni era diventato un bancomat. Basti pensare al taglio di 110 ospedali e di 580 ambulanze destrutturate. Quando servivano i soldi per altro si sapeva dove andarli a recuperare; si sono ridotte le prestazioni e i finanziamenti al fondo sanitario nazionale". Ma non è cambiato niente?

"Qualcosa. Sono state trovate risorse per 30 mila borse di specializzazione a fronte delle 12 mila precedenti. Però la situazione non si risolve solo con questo. C'è il Pnrr che aiuterà l'adeguamento

I tempi sfasati Gli specializzandi concluderanno i percorsi di studio tra cinque anni Ma nel frattempo va rilanciato il sistema d'assistenza territoriale tecnologico, ma senza le professionalità credo sia difficile ottenere risultati".

Nuove borse di studio per medici che verranno.

"Questo è il problema attuale. Ci saranno professionisti operativi al termine del ciclo di 4-5 anni".

E nel frattempo? In Puglia la situazione è così complicata che le Asl hanno chiesto ai medici in pensione di rientrare per supportare i pronto soccorso affollati di pazienti. E nessuno ha risposto.

"Guardi. C'è solamente un'iniziativa rapida da mettere in campo per evitare che la situazione degeneri. È necessario siglare un patto con la professione medica che nei prossimi quattro anni riesca a potenziare il sistema riconoscendo ruoli e risorse. Va bene il coinvolgimento di medici in pensione e specializzandi, ma non è sufficiente. Questo significa che se i medici accettano un ulteriore periodo di sacrifici devono sapere che si va verso soluzioni strutturali e condivise". Ovvero.

"La Puglia ha un peso e un ruolo da svolgere. Abbiamo un governatore, Emiliano, vice presidente della Conferenza delle Regioni che nel campo della sanità ha una rilevanza centrale. Va rilanciato il ruolo della medicina territoriale a fronte di risorse da incrementare per specializzazioni, servizi, reparti e aziende sanitarie".

Quindi ci vorrebbe un luogo dove avviare il confronto e progettare il cambiamento.

"È proprio questo il punto nevralgico. Nel 2016 fu lo stesso Emiliano a varare una legge istitutiva della Consiglio Sanitario Regionale. Quest'organo non è mai stato reso operativo".

A proposito di Covid, il virus ha stressato il sistema sanitario territoriale. Anche per questo è difficile gestire le attività d'assistenza?

"Abbiamo subito numeri sproporzionati di contagiati. Nella sola Puglia parliamo di 1,5 milioni su 4 milioni di abitanti. Senza il ruolo attivo dei medici di famiglia non avremmo nai potuto reggere. Eppure, è arrivato il tempo di supportare la medicina territoriale anche con servizi. Ci

Pronti per vaccinare La prossima settimana negli ambulatori arriveranno le dosi booster. Avanti con le somministrazioni: diventeranno stagionali vogliono competenze aggiuntive. Non bastano solo medici di famiglia, pediatri, infermieri e terapisti. Ci vogliono altre figure tecniche e amministrative in una logica di team".

Il Covid è ancora nelle nostre case e le vaccinazioni diminuiscono. Il 5 ottobre, poi, partirà anche la campagna antinfluenzale. Cosa devono sapere i cittadini?

"I vaccini anti Covid, soprattutto le dosi del booster, arriveranno negli studi medici la prossima settimana e saranno riservati ai fragili e a chi ha dai 60 anni in su. Come sempre c'è un problema di consegna rispetto agli hub. Inoltre, stiamo passando da una fase di emergenza a una di routine dove ogni anno dovremo vaccinarci. Tuttavia, la partita fondamentale si gioca con il medico di base che segue il paziente con costanza. Le dosi vanno fatte a intervalli di 90-120 giorni.

Va spiegato soprattutto a chi ha contratto il virus e non si è dichiarato". I numeri ? Ieri in Puglia si sono registrati altri 684 di positività al Covid su 8.041 test eseguiti per una incidenza dell'8,5%. I decessi sono stati 5. ? I nuovi casi sono distribuiti nelle province di Bari (242), Bat (36), Brindisi (59), Foggia (74), Lecce (154), Taranto (106). Sono residenti fuori regione altre 11 persone positive ? in Puglia. delle 10.468 persone attualmente positive 116 sono ricoverate in area non critica e 10 in Intensiva.