Fuga dal sistema sanitario: precariato e scarsa gratificazione
Aumentano i contratti a tempo determinato e diminuiscono le retribuzioni reali
domenica 14 luglio 2024
Il nuovo Rapporto Fnomceo-Censis “Il necessario cambio di paradigma nel Servizio sanitario: stop all’aziendalizzazione e ritorno del primato della salute”, presentato a Roma in occasione del Convegno “Dall’economia al primato della persona”, individua numerose criticità nell’approccio aziendalistico della sanità italiana la cui politica di contenimento della spesa per il personale ha portato ad un noto disinvestimento sui professionisti sanitari.
Far prevalere i vincoli di bilancio sui criteri di valutazione fondati sulla necessità e l’appropriatezza delle prestazioni per la tutela della salute dei cittadini pone il medico in posizione subordinata rispetto ai responsabili economico-finanziari della sanità.
Negli ultimi anni le esigenze di personale medico sono state affrontate ricorrendo a contratti temporanei e addirittura a forme di forniture di servizi: dal 2012 al 2022 è stato registrato un aumento del 75,4% dei contratti a tempo determinato e interinali (+64,6% di spesa) contro il +2,6% dei contratti a tempo indeterminato (+ 6,4 % di spesa).
La spesa totale per le retribuzioni dei medici permanenti nella Pubblica amministrazione tra il 2012 e il 2022 è rimasta sostanzialmente invariata. Addirittura tra il 2015 e il 2022 le retribuzioni dei medici nella pubblica amministrazione sono diminuite, in termini reali, del 6,1%.
Lavorare nel Servizio sanitario nazionale è diventato sempre più difficoltoso e ad altissimo rischio di burn-out, senza adeguate gratificazioni economiche ed è per questo che la fuga dal Servizio sanitario verso soluzioni professionali meno logoranti e a più alta gratificazione, nella libera professione o in altri Paesi diventa inevitabile.
Secondo il presidente FNOMCeO, Filippo Anelli “è indispensabile un nuovo paradigma che metta al primo posto la centralità assoluta della tutela della salute, della prevenzione e del follow up introducendo i principi del governo clinico nella gestione delle risorse e l’attribuzione ai medici di un ruolo essenziale in questi processi decisionali. Bisogna passare da un modello che veda la definizione delle risorse come primo atto per poi passare a massimizzare la redditività per cercare di centrare gli obiettivi di efficienza assistenziale ad uno che invece definisce prima gli obiettivi di salute e gli strumenti assistenziali per poi individuare tutte le risorse necessarie”
“Non ci sarà una sanità efficiente e per tutti – aggiunge Francesco Maietta, Responsabile Area Consumi, Mercati e Welfare del Censis - se non saranno create le condizioni per un’espansione del numero di medici convinti che val la pena lavorare in modo permanente nel Servizio sanitario. Ogni altro obiettivo, a cominciare da quello socialmente decisivo del taglio della lunghezza delle liste di attesa, è subordinato a quello di rendere il Servizio sanitario un contesto particolarmente attraente per i nostri medici, a cominciare dai giovani”.
Dalla ricerca emergono dunque chiare e prioritarie indicazioni operative:- avere più medici con retribuzioni più gratificanti in linea con gli omologhi Paesi europei;
- impegnare più risorse pubbliche per ampliare la capacità di erogare prestazioni in grado di rispondere alla effettiva domanda di salute della popolazione.
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