Certificati per la gravidanza, il Garante della Privacy definisce le regole di invio
Certificati di gravidanza, di parto e interruzione di gravidanza: cosa c'è da sapere
sabato 01 agosto 2015

I certificati per la gravidanza non sono come quelli per la malattia. Non vanno spediti tutti online: ci sono cose che all'Inps non interessa sapere ai fini dell'erogazione dell'indennità (e tantomeno al datore di lavoro), e dall'altra l'invio dei certificati deve avvenire sempre su impulso della lavoratrice così da tutelare la sua riservatezza in temi quali interruzione della gravidanza, mancato riconoscimento del figlio nato, diritto di partorire in anonimato.
Il Garante della Privacy chiede una frenata al Ministero del Lavoro, che lavora a uno schema di decreto per uniformare l'invio all'ente di previdenza dei lavoratori (l'obbligo d'invio telematico al datore di lavoro per ora è stato tolto). Il ginecologo che li redige, rileva il Garante, deve prima verificare che la donna sia una lavoratrice e che voglia avvalersi dei benefici Inps.
Lo schema di decreto porta a compimento la legge 151 del 2001 che chiede l'invio on line al sistema di accoglienza dati Inps dei certificati utili per l'erogazione dell'indennità di maternità (80% dello stipendio). Tre i tipi di certificato interessati: comunicazione della gravidanza, parto ed interruzione di gravidanza.
Il Garante della Privacy chiede una frenata al Ministero del Lavoro, che lavora a uno schema di decreto per uniformare l'invio all'ente di previdenza dei lavoratori (l'obbligo d'invio telematico al datore di lavoro per ora è stato tolto). Il ginecologo che li redige, rileva il Garante, deve prima verificare che la donna sia una lavoratrice e che voglia avvalersi dei benefici Inps.
Lo schema di decreto porta a compimento la legge 151 del 2001 che chiede l'invio on line al sistema di accoglienza dati Inps dei certificati utili per l'erogazione dell'indennità di maternità (80% dello stipendio). Tre i tipi di certificato interessati: comunicazione della gravidanza, parto ed interruzione di gravidanza.
Certificato di gravidanza - E' a cura del ginecologo della struttura pubblica o accreditata (o del ginecologo di fiducia se l'Inps lo accetta senza chiedere una "ri-certificazione" al consultorio o al ginecologo Asl). Prima dell'inizio del periodo di divieto di lavoro (due mesi dal parto), le lavoratrici devono consegnare al datore di lavoro e all'Inps il certificato con la data presunta del parto. Il garante ricorda che alcuni elementi nei campi "obbligatori" coma la data presunta del parto non vanno comunicati al datore di lavoro poiché implicano conoscenza di dati diagnostici che l'azienda non è tenuta a sapere.
Certificato di parto - Sempre ai sensi dell'articolo 21 della legge 251/01, la lavoratrice deve presentare entro 30 giorni dal parto il certificato di nascita del figlio. Nella bozza si chiede di inserire, oltre a generalità della lavoratrice e data/luogo del parto, pure nome e cognome del bambino, ma il Garante osserva che quest'ultimo è assente nel certificato di assistenza al Parto spedito da Unità di ostetricia pubbliche e accreditate al Ministero della Salute a fini statistici e bene sarebbe tutelare la privacy allo stesso modo anche nel nuovo modulo.
Interruzione di gravidanza - Ai sensi dell'articolo 19 della legge 151/01 l'aborto spontaneo, volontario o terapeutico è considerato malattia e pertanto "al datore di lavoro devono pervenire le sole informazioni relative al periodo di astensione dal lavoro". Il Garante chiede non sia inserita per l'Inps l'informazione sullo stato del feto (vivo o morto) alla nascita. All'azienda non vanno comunicate le date del parto e dell'interruzione, a meno che la lavoratrice non avesse comunicato una precedente attestazione di gravidanza in atto.
Il Garante ritiene infine urgente esplicitare le misure di sicurezza dei dati trattati nel sistema, l'elenco delle categorie di medici prescrittori /autorizzati alla compilazione e degli operatori autorizzati a inviare il certificato, i tempi di conservazione dei dati e se il codice fiscale della lavoratrice per i controlli (anche del Mef) sia trattato in modalità criptata o meno.
Mauro Miserendino