Medici del 118 alla dipendenza ? Un rischio per territorio ed ospedali !

Perché intervenire su un sistema che si è dimostrato efficiente, sottraendo inevitabilmente risorse al settore ospedaliero

venerdì 20 luglio 2018

Fimmg esprime serie preoccupazioni circa il passaggio dalla convenzione al contratto di dipendenza per il personale medico del 118: perché intervenire su un sistema che si è dimostrato efficiente, sottraendo inevitabilmente risorse - visti gli attuali vincoli di legge - al settore ospedaliero che è in cronica carenza di personale?

Bari, 20 luglio 2018. “Non siamo contrari in linea di principio alla nascita della nuova Agenzia per l’Emergenza della Regione Puglia” - dichiara Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari - “Ma abbiamo serie preoccupazioni circa il passaggio del personale del 118 dal contratto in convenzione alla dipendenza e le risorse che richiederà; ci chiediamo se sia opportuno intervenire su un sistema che si è dimostrato efficiente, sottraendo inevitabilmente risorse - visti gli attuali vincoli di legge - al settore ospedaliero che è in cronica carenza di personale.”

L’articolo 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e successive modificazioni stabilisce infatti che gli Enti del SSN debbano garantire che la spesa del personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell’Irap, non superi il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%. Il vincolo riguarda il personale dipendente del SSR e non il personale in convenzione. Ne consegue che il costo dei medici del 118, attualmente in convenzione, passando alle dipendenze dell’Agenzia regionale dell’Emergenza contribuirebbero al raggiungimento del tetto di spesa per il personale stabilito per legge. 

Pertanto, risorse che avrebbero potuto essere destinate a coprire le carenze di personale medico in molti settori ospedalieri verrebbero invece destinate all’assunzione di personale attualmente in convenzione in un sistema come quello del 118 pugliese, che è considerato un’eccellenza a livello nazionale. Secondo i dati forniti dalle società scientifiche di settore, infatti, il tempo medio di arrivo sulla scena per codici rossi e gialli, in area urbana ed extraurbana, è di 16 minuti e 8 secondi, tra i più veloci in Italia; grazie all’elevato indice di medicalizzazione e di infermierizzazione degli equipaggi di soccorso, il 30% di tutti i pazienti viene visitato, trattato e lasciato a domicilio, evitando accessi inappropriati al Pronto Soccorso. 
Perché allora intervenire su un settore che funziona, quando altri ambiti della Sanità pugliese soffrono per carenza di fondi e personale?

Inoltre, lo smantellamento di un sistema efficiente come quello del 118 pugliese rischia di causare un impoverimento della rete territoriale, proprio in un momento storico in cui il modello di riferimento per il ssr è quello basato su pochi ospedali e una rete diffusa di servizi sul territorio.

“Così si rischia di impoverire il sistema territoriale - sottolinea Nicola Gaballo, Segretario provinciale Fimmg 118 - “Per risolvere la questione occupazionale non serve passare il personale medico al contratto di dipendenza, quanto piuttosto stabilizzare tutti i medici dell’emergenza-urgenza che hanno contratti precari, accelerando le procedure concorsuali per i contratti in convenzione a tempo indeterminato. Per il soccorritori e gli infermieri precari è invece auspicabile una stabilizzazione all’interno delle ASL di appartenenza, che li sottragga a condizioni di sfruttamento, come oggi, purtroppo, talvolta accade”.