Vaccini, circolare anti caos "Basterà dimostrare di avere fatto richiesta"

Anche l'invio di una mail alla ASL sarà sufficiente

venerdì 01 settembre 2017

La Repubblica
NON SARÀ necessario avere una prenotazione con l'appuntamento già fissato. Per entrare a scuola basterà dimostrare che in qualche modo si è chiesto alla Asi di fare il vaccino. In qualche modo significa via mail, via raccomandata, posta ordinaria, telefono o se possibile via sito internet. Ma in ultima istanza può andar bene pure un'autocertificazione. È pronta, e sarà pubblicata nelle prossime ore, la circolare del ministero alla Salute e del Miur destinata a semplificare la vita a tutte le famiglie i cui figli non sono ancora in regola con le vaccinazioni obbligatorie. La legge prevede che, entro il 10 di settembre se i bambini vanno al nido o alla materna e entro il 31 ottobre se fanno la scuola dell'obbligo, chi non ha fatto alcuni dei vaccini richiesti potrà comunque entrare a scuola mostrando la prenotazione con la data dell'appuntamento alla Asi. Visto però che ci sono difficoltà, con le Regioni che hanno deciso di usare procedure diverse tra loro per applicare la norma, provocando caos e preoccupazione tra le famiglie, i ministeri hanno deciso di avviare un semplificazione per certi versi destinata a cambiare il volto della legge in questo primo anno scolastico di applicazione. «Il messaggio - si spiega dalle stanze dei ministeri - è quello di una semplificazione massima ». Ora è concesso dunque quasi ogni mezzo per far conoscere alle autorità sanitarie la propria intenzione di vaccinare. E, soprattutto, basta l'intenzione, non è necessario che l'appuntamento venga effettivamente fissato. In più, come per coloro che sono in regola ma non trovano i certificati che lo dimostrano, è possibile autocertificare di essere pronti a vaccinare. Questo avviene perché ci sono realtà come il Lazio, ma non solo, dove è complicatissimo anche prendere la linea con la Asi per fare la prenotazione. Molto probabilmente la novità verrà sfruttata dai no-vax. Nel senso che chi è contrario ai vaccini e non ha intenzione di farli, ma intende mandare comunque il figlio al nido o alla materna, può fare la richiesta alla Asi e poi non darle alcun seguito. Per fissare tutti gli appuntamenti e poi controllare che i bambini si presentino davvero ci vorranno mesi e pare difficile che a primavera inoltrata alcuni alunni saranno allontanati dai nidi o dalle materne perché scoperti non in regola. Detto questo, va ricordato che l'autocertificazione falsa può configurare un reato penale. E poi adesso l'obiettivo principale è quello di andare incontro a tutti coloro, la stragrande maggioranza delle famiglie, che sono in pari con le vaccinazioni o hanno intenzione di mettercisi. Quindi la semplificazione serve ad aggirare eventuali problemi e lentezze da parte delle Regioni. Sempre nella circolare c'è un passaggio che riguarda il ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri, soprattutto dal punto di vista informativo, e si ribadisce che i bambini non in regola perché i genitori malgrado tutte le possibilità non consegnano i documenti necessari non entrano a scuola se hanno tra O e 6 anni. Altro punto è dedicato alla possibilità, in realtà già indicata nelle linee guida precedenti, di concludere protocolli tra Uffici scolastici e Asi per comunicare i dati riguardo agli iscritti nei vari istituti e così verificare. Questa volta è pure indicato che il tutto vale se il Garante della privacy è d'accordo. E l'authority secondo indiscrezioni sarebbe già pronta a dare il via libera a questo schema, previsto da subito da Regioni come la Toscana e la Sicilia. Ovviamente sarebbe un passo avanti importante verso la semplificazione. Intanto anche la Francia aumenta il numero dei vaccini obbligatori, mettendone nella lista uno in più dell'Italia, e cioè 11. La data di entrata in vigore dell'obbligo è il primo gennaio 2018, come ha detto la ministra della Solidarietà e della Sanità Agnès Buzyn. Le sanzioni per chi non si mette in regola sono assai più alte di quelle italiane, i genitori inadempienti rischiano fino a 6 mesi di prigione e 3.750 euro di multa.