Traffico di oppioidi, sospesi un medico e farmacisti per prescrizioni illecite

Cosenza: Tre farmacisti e un medico di base interdetti alla professione, nove persone agli arresti domiciliari

venerdì 05 luglio 2019

Doctor 33


Tre farmacisti e un medico di base interdetti alla professione, nove persone agli arresti domiciliari e sequestri preventivi per un valore di oltre 175mila euro. Questo il risultato dell'operazione "Ricettopoli" condotta dai Carabinieri del Comando provinciale e del nas di Cosenza.

Portate a compimento le 13 misure cautelari emesse dal Gip verso i responsabili, imputati per prescrizioni abusive in concorso, detenzione e cessione di stupefacenti in concorso, truffa aggravata ai danni del Ssn e falsità ideologica.

Più di 2.360 le prescrizioni illecite, circa 4.720 le confezioni di ossicodone immesse nella rete di smercio parallela tra 2015 e 2019: il bilancio dell'operazione scaturita da una segnalazione dell'Asp bruzia testimonia l'esistenza di un vero e proprio mercato illegale di farmaci oppioidi, al cui centro si troverebbero tre farmacisti e un medico di base.

Come riporta la stampa locale, il medico in questione avrebbe prescritto innumerevoli ricette del farmaco dietro esplicita richiesta di alcuni pazienti in assenza di patologie documentate, in quantità incompatibili con l'suo raccomandato dall'Aifa e in piena coscienza dell'illecito in corso (come emerso da alcune intercettazioni) e degli effetti negativi del medicinale sui pazienti. Tali ricette sarebbero spesso state soggette a modifiche da parte dei richiedenti: gli indagati, soliti farsi prescrivere dosaggi da 20mg, una volta ottenuta la ricetta modificavano manualmente le cifre segnate sul documento, arrivando a dosaggi da 80mg. Le indagini sarebbero scaturite a partire da alcune verifiche condotte su 10 ricettari scomparsi: il medico, titolare di tali ricettari, sosteneva di esserne stato derubato, sebbene non avesse presentato denuncia.

Accertato anche il ruolo di tre farmacisti, che non solo avrebbero dispensato farmaci in quantità spropositate e incompatibili con l'uso raccomandato per il singolo paziente (nonostante le stringenti norme in materia), ma avrebbero poi presentato le ricette per ottenere il rimborso e favorito l'illecito sia consegnando i farmaci a domicilio, sia invogliando gli indagati a ottenere ulteriori prescrizioni. Tramite alcune intercettazioni, emergerebbe inoltre come alcuni farmacisti avrebbero consegnato confezioni in più rispetto alla prescrizione, provenienti da un canale alternativo "di fiducia".

Gli inquirenti hanno inoltre attestato l'esistenza di un canale parallelo di vendita e commercio di ossicodone: il farmaco, ottenuto tramite prescrizioni illecite, sarebbe stato ceduto in parte a terzi dietro pagamento (nell'abitazione di uno degli indagati sarebbero state rinvenute 279 compresse di ossicodone da 80mg).